Questo articolo è stato pubblicato in origine su Domus 1069, giugno 2022.
Aiutare la comunità creativa a trovare la propria strada. Non stiamo parlando di una missione di livello mondiale, ma di un progetto che riguarda una comunità: i designer, gli art director e gli architetti che popolano il nuovo Design District di Londra, recentemente sorto in prossimità della stazione della metropolitana di North Greenwich. Un polo formato da 16 edifici firmati da otto architetti diversi dove è possibile prendere in affitto una scrivania, un monolocale, un piano o addirittura un intero edificio per avviare la propria attività. Che si abbia bisogno di una stampante 3D, di una macchina per cucire o di un tornio per lavorare la ceramica, nei laboratori del Design District si possono trovare tutti gli strumenti, il supporto e lo spazio necessari. Ci sono sale riunioni, locali per eventi e persino un campo da basket sul tetto.
Come orientarsi nella nuova casa delle industrie creative londinesi? Il progetto della segnaletica è stato affidato allo studio locale DutchScot fondato da Ross Goulden, Alex Swatridge e Jacob Vanderkar. Serviva un sistema di wayfinding che fosse in grado di adattarsi all’architettura sorprendente e varia di questo centro. La soluzione trovata da DutchScot celebra proprio la natura eclettica del distretto, utilizzando le forme e i materiali distintivi di ogni edificio come elementi chiave per orientarsi. In ciascuno degli ingressi principali è stato collocato un master plan in cui compaiono 16 modelli, realizzati utilizzando per ciascuno i materiali da costruzione identitari dell’architettura di ogni singolo edificio. Ove richiesta una segnaletica direzionale interna, è stato utilizzato il logo del Design District declinato a forma di freccia. I cartelli sono stati montati sull’arredo urbano esistente. La tipografia e l’uso dei colori sono stati utilizzati come facilitatori per la navigazione tra i cortili e gli edifici, denominati in modo alfanumerico.
Ogni inquilino ha inoltre una bacheca magnetica posizionata all’esterno della sua unità che può personalizzare con il marchio della propria attività, ovviamente in modo graficamente coordinato. La font utilizzata per l’intero progetto è il Mabry, disegnata da Colophon Foundry. Questo carattere tipografico si ispira, da un lato, ai grotteschi di fine Ottocento (per esempio il Briete di Schelter & Giesecke, datato 1890) e, dall’altro, alla razionalità matematica dei sans-serif geometrici d’inizio Novecento (come il Futura di Paul Renner del 1927). Nella sua applicazione, il Mabry fa riferimento a un vago passato, cattura una particolare versione del presente, ma postula anche un’amorfa atemporalità.
La strada è tracciata, ma di certo ai creativi non basta: alle idee si arriva seguendo percorsi vari e imprevisti. Il progetto dello studio DutchScot può aiutarli a orientarsi tra gli strumenti messi a disposizione dal distretto per raggiungere lo scopo.