Oggetto seriale per eccellenza, il cestino eredita dall’ancestrale vaso la stessa funzione contenitrice e persino, talvolta, la stessa tipologia formale. Eppure, è grazie alla rivoluzione industriale che nasce e si vede diffondere come un nuovo, imprescindibile oggetto della modernità. Che si parli di un bidone della spazzatura o di gettacarte, il cestino è stato prima di tutto il prodotto di una società in rapida crescita che inizia a confrontarsi con la nozione di rifiuto, sistematizzandola su vasta scala.
Gli Assoluti: 20 cestini imperdibili
Valletti dell’ordine per casa e ufficio, cesti e bidoni per i rifiuti sono figli della produzione industriale e di un’idea di consumo che si allarga su scala mondiale. La digitalizzazione li mette in crisi, ma non abbastanza per decretarne l’estinzione.
Polipropilene. Dimensioni 26 x 26 x 41 cm
Polipropilene. Dimensioni 59x59 x 24
Legno di castagno. Dimensioni disponibili 18 x 18 x 25,8 o 22,4 x 22,4 x 33,6 cm
ABS. Dimensioii 30 x 30 x 38,5 cm
Polipropilene, 30,5 x 30,5 x 36 cm
Polietilene. Dimensioni 37,5 x 37,5 x 62,2 cm
Polipropilene. Disponibile in due dimensioni, Dimensioni 31.5 x 31.5 x 35 o 14.2 x 14.2 x 16.5 cm
Acciaio inox. Dimensioni 30 x 30 x 30,8 cm
Plastica rivestita in gomma, 37.4 x 37.4 x 51.3 cm
Lamiera metallica smaltata. Dimensioni 34 x 34 x 32 cm
Polipropilene. Disponibile in due versioni di diversa grandezza e in un’ampia palette colori.
Compensato artigianale di betulla, pelle, spago. Disponibile in tre versioni di diversa grandezza.
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- Giulia Zappa
- 12 ottobre 2021
È infatti nell’Inghilterra del diciannovesimo secolo che il cestino inizia ad essere prodotto in serie dopo essere stato precedentemente realizzato a mano come bene di lusso per la nobiltà. La sua evoluzione nel secolo successivo è ancora all’insegna della società di massa. La rivoluzione dei colletti bianchi con l’arrivo dei grandi uffici imporrà la presenza del cestino a ogni scrivania, mentre la rivoluzione della plastica darà un nuovo impulso alla produzione di cestini a basso costo dalle forme sempre più scultoree, lontani zigrinature e scannellature dei primi modelli in metallo galvanizzato.
Oggi, la digitalizzazione concorre a ridurre l’ingombro e la presenza del cestino in ufficio, e impone invece un ripensamento totale di quello domestico, che si moltiplica per accogliere la raccolta differenziata. In una società che diventa sempre più virtuale e si vorrebbe zero rifiuti, il cestino è destinato a cambiare natura? È quello che si potrebbe pensare osservando esemplari recenti flirtare con forme più imprevedibili e suggerirsi come svuota tasche o contenitori per oggetti personali. Al netto di una probabile marginalizzazione, stentiamo a credere che sia un oggetto destinato a scomparire: più probabile che il peso della vita reale, con i suoi rifiuti e le sue necessità di occultamento, continuino a manifestarsi come un’esigenza ineludibile della nostra esistenza.
Prodotti in Inghilterra dalla Garrods of Barking nell’East London, questi mitici bidoni in metallo zincato sono concepiti per resistere all’azione delle intemperie: solo nel Settecento, infatti, la spazzatura iniziò ad essere accumulata non più in casa ma per strada, imponendo la presenza di contenitori deputati. È la forma, nel frattempo, ad essere diventata iconica, grazie alle maniglie laterali, al grande manico sul coperchio, e al corrugamento che gli conferisce stabilità e resistenza, oltra ad un’inconfondibile texture.
Altro prodotto di massa, il bidone della spazzatura messo a punto da James Caldwell trasforma l’arrivo del mercato della gomma in un’opportunità per concepire un bidone leggero, facilmente trasportabile e lavabile e facilmente sigillabile a vantaggio della propagazione degli odori.
Un bidone della spazzatura che è frutto di una storia d’amore: il danese Nielsen Holger concepì il modello 15 disegnando gli arredi del futuro negozio da parrucchiera della moglie Marie Axelsen. L’introduzione del pedale – certamente funzionale per quei lavoratori che hanno costantemente le mani occupate – porterà attenzione sul prototipo, che Holger produrrà poi in serie fondando la Vipp, parola onomatopeica danese che ricorda il suono di apertura e chiusura dell’iconico coperchio a cupola.
Evoluzione del bidone della Garrods of Barking, il celebre modello New York del longevo marchio tedesco Wenko si ispira ai bidoni americani dell’immondizia in metallo zincato e fa dell’aggiunta del pedale una costante anche per prodotti a basso costo.
Questo gestino gettacarte in polipropilene stampato - tra i pezzi più noti di Mari - si distingue per l’inedito taglio trasversale: non soltanto un originale espediente formale, ma anche un invito reso esplicito dalla forma ad usare il cestino come un canestro dei propri appunti. L’attesa, dunque, è proprio quella dell’oggetto, pronto ad accogliere entro il suo volume nuovi fogli di carta appallottolati.
Ispirato alla sensualità e alle curve di Greta Garbo, Garbino vuole elevare un oggetto della quotidianità in una presenza glamour grazie alle dolci forme svasate e all’ondeggiante profilo superiore. Due grandi manici ne favoriscono la presa e lo spostamento dentro casa, mentre le versioni cromatiche ne accendono il protagonismo, soprattutto per gli esemplari con finitura lucida.
Minimalista ma non castigato, 2 hands basket si distingue per la generosa forma svasata che ricorda un cestino da tavola. Le due ampie maniglie rendono esplicita e sottolineano la funzione della presa, mentre la plastica rende versatile l’oggetto, rendendolo adatto tanto come oggetto contenitore da esposizione, tanto come cestino per compiere lavori domestici.
Assemblato a partire da assi separate con giunti interni invisibili, il cestino portaoggetti della collezione creata da Scholten & Baijings per questo marchio giapponese si distingue per la presenza scenica del colore, reso protagonista attraverso l’imposizione di toni contrastanti e una palette originale che armonizza i colori pastello con quelli fluo.
Il cestino Bincan creato Naoto Fukasawa per Danese fa parte dell’omonima collezione di oggetti da ufficio con cui questo gettacarte condivide l’approccio sistemico e l’essenzialità dei colori e delle linee. Si completa di due ferma sacchetti dalla forma semicircolare, che permettono di differenziare la tipologia di rifiuti da gettare.
Cestino completo di un anello ferma sacchetto, si distingue per l’importante buco circolare che copre visivamente il volume degli oggetti da gettare senza imporre però il gesto dell’apertura del coperchio. Disponibile in un’ampia palette di colori, ben identifica la filosofia morrisoniana di un oggetto super normal, sublimatore dell’ordinario.
Korzina è la parola russa per l’italiano “cestino”. Di questa tipologia, il progetto di Karim Rashid mantiene solo la funzione di contenitore, ealtandone la forma dietro ad una doppia bombatura sovrapposta che si avvicina ad un vaso ed è pensata per essere usata per riporre piccoli oggetti.
Originale cestino per l’ufficio – o per le nostre postazioni da lavoro virtuale dentro casa – Basketbin è un cestino in polipropilene che permette di inserire gli spazi tra le sue doghe un altro piccolo contenitore dove gettare rifiuti organici. Una forma nella forma dal forte contrasto cromatico, dunque, che ci predispone ad un’abitudine continua al riciclo anche per piccoli alimenti – una mela, una bustina da thè - consumati durante le ore di lavoro.
Sperimentazione con il filo di acciaio inox che ha dato vita ad un’intera famiglia di oggetti per la casa, il cestino di A Tempo coniuga grande semplicità formale con uno spiccato carattere grafico. La forma aggraziata del cestino è accentuata dalla leggerissima bombatura della base, mentre la maglia romboidale del filo metallico crea un’accelerazione del movimento che, nelle intenzioni della stessa designer, sembra dettare una sorta di crescendo musicale.
Cesto dalle dimensioni generose pensato per una fruizione versatile – dal bidone della spazzatura, al cesto della biancheria sporca, fino ad un cestino o porta carte da ufficio – Hideaway Bin nasconde sotto le sue forme pulite e lineari una vera e propria astuzia. Sotto il coperchio, un fermo aggettante permette di bloccarlo alla parete del cestino: una soluzione che si rivela non soltanto formalmente elegante, ma anche un pratico antidoto alla proliferazione del disordine.
Meticciato culturale e artigianale, i Bow bins progettati dalla designer tedesca Cordula Kehrer fondono cestini anonimi in plastica con un’integrazione in vimini ogni volta diversa. Realizzati dal popolo filippino degli Aeta, incoraggiando l’applicazione del loro savoir-faire tradizionale su una nuova tipologia di oggetto e contribuiscono a sostenere l’economia locale.
Modelli tra i più venduti su scala globale, Knodd incarna la rivisitazione contemporanea del classico cestino in lamiera zincata, qui smaltata con semplici motivi a profilo. Versatile e multifunzionale, adatto tanto all’ufficio quanto all’ambiente bagno o cucina, è dotato di un piccolo gancio che permette di fissare il coperchio ai bordi del cesto.
Presenza colorata all’interno dell’ambiente domestico, Happy Bin riprende la forma iconica di un vaso da piante e la sovrasta con un ferma sacchetto circolare con i bordi leggermente sfalsati e asimmetrici. Un richiamo ad una astratta forma organica, pensata non solo per donare al pezzo una forma scultorea, ma anche per vivificarla con un tratto vitale e ottimistico.
Realizzato artigianalmente dalla stessa Pentiilä senza l’utilizzo di colle o impunture, questo poetico cestino svuota oggetti si distingue per la trama visiva offerta dal foglio di compensato piegato e per l’originale manico realizzato con un filo di pelle fissato al volume attraverso un piccolo segmento di legno. La sua leggerezza favorisce la trasportabilità dell’oggetto.
Il cesto della spazzatura si adegua all’età contemporanea inglobando le necessità di un riciclo sempre più esigente. La sfida, non certo banale quando si tratta di combinare contenitori diversi in un volume limitato, è in questo caso riuscita. I cestini da prendere e svuotare per gettare la spazzatura sono impilati a colonna e scorrono in avanti per facilitare l’estrazione del sacchetto.
Cestino per la casa o per l’ufficio, si caratterizza per il classico mesh in plastica riciclata che rende visibile i piccoli frammenti plastici originari, ricompattandoli in una texture caotica ed allegra.