3 scuole in mostra al London Design Festival

Una selezione delle migliori mostre e installazioni proposte da istituti quali Architectural Association, Goldsmiths e Central Saint Martins.

Il London Design Festival non è solo la piattaforma attraverso cui la capitale britannica esprime il suo amore per il design ma anche il “campo di battaglia” in cui le numerose scuole di design e architettura della metropoli si mettono in mostra, aprendo al pubblico le proprie sedi o confrontandosi con territori diversi da quelli soliti dell’accademia. Sparsi per tutti i distretti – che come a Milano stanno lentamente sviluppando identità distinte – abbiamo visitato mostre, installazioni ed eventi con studenti e giovani laureati che nonostante la giovane età dimostrano un altissimo grado di consapevolezza e innovazione.

AA School of Architecture – Architecture in the Extreme
Il laboratorio di ricerca Antarctica 200 ha organizzato alla Architectural Association un programma di attività di 168 ore che comprende una mostra, diverse conferenze e un laboratorio con studenti da Londra, Hong Kong e Santiago del Cile. “Il programma di ricerca mira a valutare il ruolo fondamentale dell'Antartide nell’ecosistema globale, a comprendere la fragilità geopolitica del Trattato Antartico, e documentare l’evoluzione dell'architettura antartica, mettendo in primo piano i prototipi abitativi in contesti estremi,” raccontano i ricercatori. Tutte le attività della settimana hanno ruotato attorno la costruzione di un Archivio dell’Architettura Antartica, che comprende disegni, modelli e sezioni in scala reale di queste architetture spesso non discusse in ambito architettonico. 

AA - Polar Lab, Architecture in the Extreme

AA - Polar Lab, Architecture in the Extreme

AA - Polar Lab, Architecture in the Extreme

AA - Polar Lab, Architecture in the Extreme

AA - Polar Lab, Architecture in the Extreme

  • Architecture in the Extreme
  • Architectural Association
  • Giulia Foscari
  • Giulia Foscari, Francesco Bandarin, Juan Du, Florencia Rodriguez, Arturo Lyon
  • Antarctica 200
  • Giulia Foscari, Francesco Bandarin
  • AA Scuool of Architecture
  • 36 Bedford Square, WC1B3ES, Londra

Goldsmiths – Nature Scene
Gli studenti della Goldsmiths – University of London hanno interpretato il tema scelto quest’anno dal Brompton Design District, Nature/Nurture, proponendo una serie di piccole installazioni immerse nel verde degli Alexander Square Gardens East. Dei piccoli habitat per animali selvaggi sono stati costruiti con legno, zucche, pietre e altri materiali naturali, mentre delle microcamere incorporate nei progetti “spiano” la vivace attività all’interno dei benestanti giardini nel quartiere di South Kensigton. L’obiettivo delle installazioni è avere una visione meno antropocentrica della città: “La città è già casa di molte creature oltre gli esseri umani - dai ratti ai falchi pellegrini, dalle volpi ai topi, dalle piante autoctone ai nematodi. Il primo passo per accoglierli è essere sensibili al fatto che sono già qui”, raccontano i progettisti dell’Interaction Research Studio. “Ci domandiamo se non potremmo sviluppare un’architettura vernacolare per la fauna urbana che non solo sia sostenibile e facilmente replicabile, ma che esplori un'estetica che possa essere apprezzata sia dall'uomo che dai non umani.”

Goldsmiths, Interaction Research Studio, Nature Scenes

Goldsmiths, Interaction Research Studio, Nature Scenes

Goldsmiths, Interaction Research Studio, Nature Scenes

Goldsmiths, Interaction Research Studio, Nature Scenes

Goldsmiths, Interaction Research Studio, Nature Scenes

Goldsmiths, Interaction Research Studio, Nature Scenes

Goldsmiths, Interaction Research Studio, Nature Scenes

Goldsmiths, Interaction Research Studio, Nature Scenes

  • Nature Scenes
  • Goldsmiths - University of London
  • Interaction Research Studio
  • My Naturewatch Project
  • Brompton Design District
  • Jane Withers Studio
  • Alexander Square Gardens East

Central Saint Martins – Lasting Impressions
Alla Crypt Gallery, uno spazio sotterraneo nella Chiesa di San Pancrazio, i laureati dei corsi triennali e master di Ceramica alla Central Saint Martins hanno mostrato la grande varietà di approcci, narrative e idee generate all’interno della scuola. Sedici designer si sono confrontati con una location molto suggestivoa – forse la più bella di tutto il LDF – che ha senza dubbio esaltato i progetti in mostra, grazie agli spazi frammentati e alla sua materialità che dialoga con le opere in mostra. I neolaureati hanno reinterpretato tecniche ed estetiche tradizionali in modo eterogeneo e avanguardistico: “Usiamo la lente della ceramica per considerare questioni di identità, cultura del patrimonio, politica, sostenibilità, espressione emotiva e interazione uomo-oggetto,” raccontano gli studenti.

Lasting Impressions, vista della mostra, Crypt Gallery, Londra, 2019

Lasting Impressions, vista della mostra, Crypt Gallery, Londra, 2019

Lasting Impressions, vista della mostra, Crypt Gallery, Londra, 2019

Lasting Impressions, vista della mostra, Crypt Gallery, Londra, 2019

Lasting Impressions, vista della mostra, Crypt Gallery, Londra, 2019

Lasting Impressions, vista della mostra, Crypt Gallery, Londra, 2019

Lasting Impressions, vista della mostra, Crypt Gallery, Londra, 2019

Lasting Impressions, vista della mostra, Crypt Gallery, Londra, 2019

  • Lasting Impressions
  • Central Saint Martins
  • BA e MA di Ceramica
  • Merit Zimmermann e Maria Jané
  • Nehal Aamir, Oliver Akdeniz, Ewelina Bartkowska, Alison Bond, Valeria Burgos, Lorne Burrell, Shane Chen, Aimee Childs, Clotilde Chirol, Georgia Davis, Karl Favell, Minyan Gao, Merve Kasrat, Kaisha McGregor, Leanne Vieira Commins
  • Crypt Gallery
  • Dukes Road, NW1 2BA, Londra