La poltrona considerata donna o mamma (forse è il caso di ribadire che le due parole non hanno lo stesso significato) concentra in sé temi cari all’autore come la condizione femminile nel mondo e la multidisciplinarità del lavoro artistico che deve avere sempre un legame concreto con la vita di tutti i giorni. Di questo pezzo si già scritto tanto; aggiungo che è stato un progetto rivoluzionario quando fu concepito e distribuito poiché si tratta di uno dei primi efficaci esperimenti con il poliuretano – la seduta era recapitata dall’allora C&B ITALIA di Piero Busnelli piatta come un disco; una volta aperto l’imballo, il poliuretano si schiudeva come una spugna e, grazie al colorato jersey, la poltrona conquistava la forma progettata.
“Pesce ha fatto coincidere la domanda di diversità che si registra nel nostro tempo con il tema dell’utilità sociale, che egli estende all’indagine metodologica dei nuovi strumenti di produzione”, aggiunge Gianni Mercurio. “Questo spiega perché la sua ricerca si è sviluppata sondando le necessità dell’individuo, le nuove tipologie costruttive e le logiche di trasformazione culturale, etiche, economiche e politiche, per poi elaborare teorie che hanno avuto e stanno tutt’ora avendo riscontri sorprendenti”.
–
© riproduzione riservata
fino al 5 ottobre 2014
Gaetano Pesce
Il tempo della diversità
a cura di Gianni Mercurio e Domitilla Dardi
MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo
via Guido Reni 4A, Roma