Clerkenwell Design Week

Alla sua terza edizione, la settimana del design di Clerkenwell cresce in fretta, ma è ancora alla ricerca di una sua identità in termini di coerenza, di comunicazione e di qualità dell'offerta, oltre che di un equilibrio tra business e sperimentazione.

La zona londinese di Clerkenwell, con oltre duecento studi, vanta la maggior concentrazione di architetti e designer di tutta l'Europa. Se si aggiungono i sessanta showroom di design, l'abbondanza di laboratori artigianali e il crescente numero delle gallerie l'area diventa il luogo perfetto per la manifestazione – tre giorni di dibattiti, mostre e installazioni – che ha avuto luogo in maggio nel quadro della Clerkenwell Design Week. La Settimana del design di Clerkenwell, giunta alla terza edizione, fa parte del crescente numero di manifestazioni di questo genere che vanno ad aggiungersi a quella di Cheltenham, a quella di Liverpool e al London Design Festival. Clerkenwell sarà anche il minore dei due festival del design cittadini, ma cresce in fretta. Quest'anno ha visto un record di partecipazioni internazionali tra cui quelle dell'Australia, del Portogallo e della Svezia, e il numero delle sedi necessarie a ospitarle si è ampliato di conseguenza.

In apertura e qui sopra: il baldacchino dell'architetto Francesco Draisci, italiano ma attivo a Londra, fatto di cento ombrelli rosa, rossi e arancio, ha dato riparo dal sole nel giardino della chiesa di St James. Photo Ashley Bingham

Queste sedi si giovano dell'importanza del patrimonio architettonico della zona e sono una delle ragioni per cui vale la pena di visitare Clerkenwell. Il centro del festival è l'ottocentesco edificio della Farmiloe, già sede di una società per il commercio del vetro e del piombo. Mentre la corte dell'edificio è stato in ampia misura concessa a un'esposizione di automobili della Jaguar, sponsor del festival, l'interno è stato trasformato in una serie di negozi e di showroom per marchi tra cui Artemide, Muuto e Ligne Roset. Qui il tema principale è stato l'illuminazione: appeso al soffitto c'era Fluid, il lampadario di sei metri di Beau McLellan, mentre il prototipo del sistema di illuminazione modulare Tekio di Anthony Dickens, ispirato alle tradizionali lanterne di carta giapponesi, riempiva una delle finestre. A colpire l'attenzione di chi entrava c'era anche il portico del Giles Miller Studio, fatto di 20.000 piastrelle esagonali di legno di noce montate ad angoli differenti in modo da creare motivi decorativi che riprendevano la decorazione esterna dell'edificio.

Un anello disegnato da Attila Norbert David del collettivo ungherese FISE, esposto nella House of Detention, ex carcere sotterraneo vittoriano

I marchi britannici presenti erano una buona sintesi dell'insieme di nuovi prodotti e di evoluzione dell'esistente che caratterizza Clerkenwell. Tra essi la collezione di complementi e mobili di Another Country, la cui elegante allusione all'estetica d'attualità della genuinità artigianale era evidente anche in uno dei debutti più degni di nota: la collezione di tavoli di legno massello, cuoio e marmo di Bethan Gray per G&T, nuovo marchio lanciato in società da Gray e da Thomas Turner. Utilizzata per la seconda volta, la House of Detention, ex carcere sotterraneo vittoriano, ha fatto da scenario per i nomi più giovani ed emergenti, tra cui il collettivo ungherese FISE e il marchio francese Singularité. Benché la qualità fosse discontinua, nelle celle sotterranee e negli spazi a volta c'erano alcune presenze degne di nota, come le divertenti ceramiche di Marlene Hartmann Rasmussen e i lavori nati dalla collaborazione tra Eleanor Ross, designer del tessuto, e il produttore di tappeti Antron.

Aberrant Architecture, Tiny Colemand: Travelling Theatre. Photo Ashley Bingham

Particolare anche l'atmosfera dell'Order of St John, sede utilizzata per la prima volta quest'anno. Nella luminosa cappella la Galleria dei Vasi proseguiva il tema dell'illuminazione con opere in vetro di Mylene Elliot, Nigel Coates e altri: lavori tra l'altro emblematici dell'accento posto in tutta questa esposizione sull'edizione limitata e sui pezzi su ordinazione. Tra questi i più interessanti erano i tavoli Devil Among the Tailors di Aberrant Architecture, lavoro in collaborazione tra il produttore Benchmark e l'American Hardwood Export Council realizzato per la Wallpaper* Handmade Exhibition al Salone di Milano di quest'anno. La stessa mescolanza di lavoro di gruppo e sperimentazione era evidente, giù nella cripta, in Searching for Cassiopea, collezione di sedie sperimentali progettate da Fabrica, centro ricerche del gruppo Benetton, per il Distretto Italiano della Sedia. Al di fuori di queste sedi espositive, showroom come Miliken e Vitra hanno attratto i visitatori con suggestivi programmi di tavole rotonde e proiezioni, mentre Haworth ha trasformato il suo spazio per esporre un progetto di ricerca realizzato con la RCA sull'influsso della scenografia teatrale sugli ambienti di lavoro. Ma in gran parte l'offerta degli showroom è stata più che altro una questione pratica, inevitabile memento della doppia, equivalente natura culturale e commerciale di questi festival.

Fluid è il lampadario di sei metri di Beau McLellan, appeso al soffitto dell'ottocentesco edificio della Farmiloe, già sede di una società per il commercio del vetro e del piombo

Percorsi più interessanti si trovavano negli spazi collaterali del festival, come la mostra di opere recenti di Mischer'Traxler alla galleria Frameless. Fuori, il baldacchino dell'architetto Francesco Draisci, italiano ma attivo a Londra, fatto di cento ombrelli rosa, rossi e arancio, ha dato riparo dal sole nel giardino della chiesa di St James, mentre il vicino St john's Square ha ospitato una lampada stradale ad alimentazione solare di Ross Lovegrove per Artemide. La piazza è stata anche uno dei punti di richiamo per il Tiny Travelling Theatre, il "piccolo teatro mobile", seconda proposta di Aberrant Architetcure, le cui intime rappresentazioni hanno celebrato la tradizione locale del teatro di strada.

Searching for Cassiopea, collezione di sedie sperimentali progettate da Fabrica, centro ricerche del gruppo Benetton, per il Distretto Italiano della Sedia

Esplorare le vie storiche della zona per visitare mostre e manifestazioni è ciò che fa del festival del design di Clerkenwell un'esperienza interessante, ed è stato confortante veder affluire in quest'angolo di Londra un pubblico sempre più vasto. Benché abbia solo tre anni Clerkenwell è ancora alla ricerca di una sua identità in termini di coerenza, di comunicazione e di qualità dell'offerta, oltre che di un equilibrio tra affari e sperimentazione. Nel varare il progetto della manifestazione dell'anno prossimo gli organizzatori dovrebbero prestare attenzione ad Aberrant Architecture, i cui progetti non sono solo innovativi e sperimentali, ma anche sensibili alla storia e alla tradizione. In un calendario del design sempre più fitto si può quindi ipotizzare che sia la stessa Clerkenwell a fornire suggerimenti per costruire la futura identità del festival.

Progetto di Zoltan Lubloy del collettivo ungherese FISE
La collezione di tavoli di legno massello, cuoio e marmo di Bethan Gray per G&T, nuovo marchio lanciato in società da Gray e da Thomas Turner
Il prototipo del sistema di illuminazione modulare Tekio di Anthony Dickens, ispirato alle tradizionali lanterne di carta giapponesi, nell'edificio della Farmiloe
Tekio di Anthony Dickens