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Pubblicato in origine su Domus 422 / gennaio 1965
Un edificio di Saarinen in ferro, da poco inaugurato
È la sede degli uffici di un'industria di macchine agricole, la John Deere and CO. Una costruzione in ferro in una speciale lega che, senza verniciatura, si autoprotegge con un suo ossido, assumendo col tempo una bellissima patina oscura. Una struttura
completamente esposta, e identificata con l'architettura, in un disegno di grande equilibrio. E soprattutto interessante è il modo con cui il grande edificio è stato inserito nel paesaggio, un verde paesaggio collinoso: la costruzione è posta nel centro di un avvallamento, e ciò riduce le sue dimensioni; ma, a sua volta, essa dà al paesaggio una caratteristica e un significato nuovi.
Architettura e paesaggio; l'uno si arricchisce dell'altra per contrasto. Qui Saarinen dimostra ancora una volta la sua intelligenza e intuizione del problema, volta a volta diverso. E la sua sensibilità a materiali e a tecniche costruttive diverse. La sua architettura non è mai né suggerita né soggiogata dal normale uso tecnico o espressivo di una materia – sia calcestruzzo, o ferro, o pietra – pur sapendo fare della materia stessa la protagonista dell'opera; il modo con cui egli ha inserito questa sua architettura nel paesaggio e nella funzione cui era destinata è tale che ora riesce difficile pensare per quel luogo o per quella ditta un edificio diverso.
Saarinen: un edificio in ferro
Vetro e metallo creano la fisionomia della sede della Deere and Co., pubblicata nelle pagine di Domus nel 1965. Qui Saarinen dimostra come la sua architettura non sia mai né suggerita né soggiogata dal normale uso tecnico o espressivo di una materia, pur sapendo fare della materia stessa la protagonista dell'opera.
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- 29 settembre 2012
Lo stesso si può dire per l'airterminal TWA, o per l'aeroporto Dulles o per i college a Yale, dove, con elementi espressivi diversi, lo scopo di testimonianza inventiva dell'architettura è sempre raggiunto. Di Saarinen è sempre riconoscibile, più che la mano, il pensiero, il metodo, il modo di riconoscere e di affrontare, con radicale inventiva, la diversa natura dei problemi, e di portarli a una soluzione che li caratterizzi, risolvendoli così a fondo da fare di ogni caso un simbolo.
Vetro e metallo creano la fisionomia dell'edificio. La struttura, tutta
scoperta, e i brise soleil esterni,
a lamine orizzontali, sono in uno
speciale tipo di acciaio (corten)
che non va verniciato: nei primi due
anni la superficie si ossida, in rosso
ruggine – un colore naturale – e
poi si fissa, assumendo una bellissima patina bruna.
l vetri sono a specchio, per le
pareti esterne degli uffici (respingono il calore per il 52,3% e la luce
per il 62%). Non vi sono serramenti, o telai per le pareti di vetro:
esse sono direttamente inserite nella struttura, col solo tramite di guarnizioni elastiche in neoprene.
La sala di esposizione è un corpo a
sè: è un grandissimo ambiente alto
due piani, circondato da galleria, in
cui sono esposte le grandi macchine
agricole che la Deere and Co. produce.
E qui è anche uno straordinario
pezzo unico, composto da Alexander
Girard: un pannello lungo cinquantacinque
metri e alto due e mezzo,
assemblage tridimensionale, che raccoglie duemila documenti della storia
"agricola" americana: dall'aratro
che John Deere fabbricò nel 1837
ai primi trattori del 1918: il primo
evo, coraggioso e patetico, dell'agricoltura
americana.
Una struttura completamente esposta, e identificata con l'architettura, in un disegno di grande equilibrio
Secondo il metodo di Girard - che è uno dei collezionisti più sottili e più pazienti che esistano – si è operato coi soli documenti, direttamente, senza trasposizioni nè grafiche nè mentali; e la carica poetica di questa formidabile sequenza, è – come in Wl(l /iOrete coperta dagli ex-voto – nella molteplicità dei casi individuali, e nella intensità degli accostamenti. Non c'è un originale uguale all'altro. Gli oggetti sono fissati, a distanza, con spilli di diversa lunghezza, su un fondo che è anch'esso un documento: assi di antichi fienili del Middle West, ricercate e raccolte, come tutti gli altri oggetti, da Girard, in due anni di viaggi.
Disegnato dallo studio di Saarinen, anche l'arredamellto degli uffici, che in parte è destinato alla produzione di serie. Qui, le scrivanie delle segretarie del piano direzionale (in questo piano l'area centrale è stata mantenuta intera e continua, senza diaframmi verticali, secondo il nuovo criterio di distribuzione degli uffici): le scrivanie sono a piedestallo, un unico piedistallo, fissato al pavimento: sul piano della scrivania, uno scaffale centrale raccoglie, in un unico volume, i ripiani per le carte, il telefono (a tasti, non a disco), i comandi dei citofoni: il piano di scrittura resta sgombro. Le cassettiere delle scrivanie tipo, per la serie, sono studiate con grande accuratezza nella ripartizione degli spazi: si scompongono in diversi cassetti minori, scorrevoli in diverse direzioni.