Da venerdì 1 a domenica 3 novembre 2024 gli spazi dell’Oval di Torino aprono le porte di Artissima al pubblico e accoglieranno le sette sezioni della fiera più importante d’Italia dedicata all’arte contemporanea, giunta alla trentunesima edizione. Oltre alle quattro principali sezioni – Main Section, New Entries, Monologue/Dialogue e Art Spaces & Editions –, nello spazio si articolano anche le tre sezioni curate – Present Future, Back to the Future e Disegni.
Artissima 2024: mostre ed eventi imperdibili dell’art week di Torino
Questo weekend Torino lo dedica all'arte: abbiamo selezionato le novità della fiera di quest’anno, e i progetti più interessanti da visitare in città, dalle sedi più istituzionali a quelle più indipendenti.
Courtesy OGR - Officine Grandi Riparazioni
Cyprien Gaillard, Retinal Rivalry, 2024 © Cyprien Gaillard. Courtesy l'artista, Sprüth Magers e Gladstone Gal
Nam June Paik, Rabbit Inhabits the Moon, 1996 © Nam June Paik Estate
Nam June Paik, Human Cello, 1984 . Courtesy Fondazione Bonotto
Salvo, Al cinema, 1988. Copyright fotografico Cristina Leoncini, Torino. Courtesy Collezione privata
Salvo, Fabbriche, 1987. Courtesy collezione privata. Foto Giuseppe Dell’Aquila
Giorgio Griffa, Disordine HP, 2024. Courtesy Fondazione Giorgio Griffa. Photo Credit Federico Rizzo
Gilberto Zorio, Stella, 1974. Courtesy Fondazione Giorgio Griffa. Photo Credit Federico Rizzo
Francesca Hearth, BIRD BATH, 2024, installation view at Fondazione Sozzani
Francesca Mariano & Siet Phorae, You Will See Me Whenever You Wish To Meet Me (Aquatic Fantasy Ballet), 2022, installation view at Current. Photography by Matteo Strocchia & Marco Servina
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- Irene Sofia Comi
- 02 novembre 2024
L’edizione 2024 di Artissima vede complessivamente la partecipazione di 189 gallerie italiane e internazionali, di cui 66 presentano progetti monografici, per un totale di otto gallerie in più rispetto all’anno precedente, tutte ospitate anche sulla piattaforma digitale Artissima Voice Over.
Con un numero maggiore di gallerie internazionali, la fiera inoltre è una buona occasione per trarre ispirazione dalle ricerche di artisti di più generazioni a livello mondiale e scoprire le gallerie più interessanti sul mercato. “Ecco perché, ed è un dato che mi fa molto piacere sottolineare, la fiera è visitata da tantissimi artisti che la percepiscono come un appuntamento imprescindibile di aggiornamento e confronto”, racconta a Domus il direttore artistico della fiera Luigi Fassi.
L’edizione di quest’anno: sognare a occhi aperti
Il successo di Artissima, oltre alla sua qualità, è dovuto al fatto che l’evento si è distinto nel corso degli anni non solo per la sua natura commerciale, ma anche perché diffonde il valore sociale dell’arte contemporanea a partire da un affondo nelle urgenze del presente. Così, il tema scelto per l’edizione 2024, The Era of Daydreaming, rispecchia le attuali tendenze artistiche. Nelle parole di Luigi Fassi, questo titolo “dà risalto a delle ricerche avviate in tempi molto recenti sul tema del sogno a occhi aperti - e attenzionate in particolare dall’Università di Oxford. Il daydreaming è un’esperienza quotidiana, ovvero la capacità della mente di autogenerare dialogo interiore ed elaborazione della propria storia di vita attraverso le forme di un pensiero visivo in continua evoluzione”.
Al confine tra scienza e discipline umanistiche, queste ricerche stanno rivelando la capacità innata della mente di immaginare realtà alternative. “Decisivo nella produzione artistica, il sogno a occhi aperti ha un potenziale demiurgico immenso, ed è ciò di cui si servono primariamente gli artisti per infrangere le barriere di ciò che è noto e prevedibile e tracciare nuovi sentieri nell'esplorazione dell’attualità”, prosegue Fassi.
Il daydreaming è un’esperienza quotidiana, ovvero la capacità della mente di autogenerare dialogo interiore ed elaborazione della propria storia di vita attraverso le forme di un pensiero visivo in continua evoluzione.
Luigi Fassi
Tra le collaborazioni in fiera, oltre al Main Partner Intesa Sanpaolo, si segnala l’ormai longevo dialogo con la Juventus, che ogni anno organizza lo stand Artissima Junior, progetto d’artista pensato per i più piccoli (quest’anno, è la volta di Sara Enrico); l’impegno dell’azienda automobilistica Jaguar, che si è dedicata negli anni a un premio per artisti emergenti e presenta quest’anno il progetto Daydreaming with words by Jaguar, e con i partner Una Esperienze e illycaffè che dal 2011 sostiene esposizioni di artisti attraverso il Premio illy Present Future, come la mostra dell’artista vincitore dell’edizione 2023 Bekhbaatar Enkhtur, ospitata quest’anno alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.
L’arte tra musei ed ex zoo
Fassi confida a Domus che l’aspetto di Artissima che più lo interessa è la sua capacità di “pensare” come un’istituzione. “Ora si tratta di avanzare in questo percorso, tenendo fede alla doppia identità di Artissima, una fiera commerciale di taglio curatoriale nota in tutto il mondo e una impresa culturale che ha imparato a pensare con gli artisti e a sviluppare con loro produzioni, mostre e idee”. Proprio per questo, si intensificano quest’anno i rapporti tra temi e contenuti della fiera in relazione alla storia della città. È la prima volta che il Museo Regionale di Sciente Naturali verrà contaminato con l’arte contemporanea, dove sarà presentata la video installazione Objects in Mirror Might Be Closer Than They Appear di Julian Charrière e Julius von Bismarck.
Un altro progetto è quello di Andro Eradze, la cui video installazione è ospitata nell’ex “casa” delle giraffe e degli elefanti dell’ex Zoo di Torino – oggi Parco Michelotti –, sulle rive del Po. È il secondo anno in cui Artissima agisce in questo luogo “che nella sua stratificazione storica evidenzia alcuni dei temi di maggior urgenza del nostro tempo, quali l’evoluzione del rapporto tra mondo animale umano e non umano, l’eredità del colonialismo zoologico e la necessità di ripensare una relazione di empatia con il mondo naturale”, conclude Fassi.
Nella gallery trovate gli eventi extra-fiera presenti a Torino, in quella che è la sua settimana di massima visibilità (in contemporanea c’è anche il festival di musica C2C e poco dopo gli ATP Finals).
Dal 30 ottobre, il Binario 1 delle ex Officine torinesi ospita la mostra personale di Cyprien Gaillard, artista e regista francese, noto per le sue opere che indagano il rapporto tra architettura, memoria e natura. L’artista, classe 1980, utilizza foto, video e installazioni per riflettere su paesaggi contemporanei e decadenza urbana. In questa mostra, intitolata Retinal Rivalry e curata da Samuele Piazza, l’artista presenterà il suo nuovo lavoro video, visibile per la prima volta in Italia dopo il debutto alla Fondazione Beyeler in Svizzera. Spazio industriale e ferroviario oggi riqualificato, l’ambiente di OGR ben si presta alle tematiche sondate dall’artista.
Con uno stile insieme surrealistico e documentaristico, in quest’opera l’artista rivolge il suo sguardo a luoghi reali atipici, indagando nello specifico l’ambiente architettonico della Germania: dall’Oktoberfest alle rovine romane trovate in un parcheggio degli anni Settanta sotto la cattedrale di Colonia, fino a un Burger King in una stazione elettrica di Norimberga, inquietante sede di raduni nazisti. Sprigionando le potenzialità scultoree del mezzo filmico, questi soggetti diventano immagini stereoscopiche in movimento: spettrali e psichedeliche, si fanno presenza viva oltre le tecniche proiettive. C’è tempo fino al 2 febbraio 2025 per visitare l’affascinante progetto di Gaillard.
Anticipando le principali kermesse, il MAO - Museo d’Arte Orientale ospita fino al 23 marzo 2025, la mostra di Nam June Paik, artista statunitense di origini coreane ormai storico pioniere di movimenti concettuali e new media come fluxus e videoarte. L’esposizione si intitola Rabbit Inhabits the Moon e si ispira all’omonima installazione di Paik del 1996 in cui un coniglio diventa una scultura lignea che osserva l’immagine della luna all’interno dello schermo di un televisore (che a preso a sua volta spunto da una leggenda che attraversa diverse culture dell’Estremo Oriente).
La mostra è un’occasione da non perdere poiché raccoglie le opere più celebri opere di Nam June Paik – perlopiù in prestito dalla Fondazione Bonotto – associandole sia a manufatti antichi che a nuove produzioni di artisti coreani e ad opere video e installazioni provenienti dalla collezione del Nam June Paik Art Center. Il progetto, a cura di Davide Quadrio, direttore del Museo, e Joanne Kim, critica e curatrice coreana, con Anna Musini e Francesca Filisetti, “intende rileggere l’eredità di Nam June Paik e la sua influenza sulle generazioni contemporanee”. Unisce simbologie, tecniche, materiali e manufatti di mondi e periodi differenti, mostrando la loro natura di archetipi transgeografici e transtorici. Un’attenzione particolare è dedicata all’elemento sonoro, musicale e performativo, un omaggio al sodalizio duraturo instaurato da Paik con la violoncellista Charlotte Moorman.
Dall’1 novembre la Pinacoteca Agnelli presenta la mostra antologica Arrivare in tempo dedicata a Salvo, il cui lavoro è stato oggetto di un’attenta operazione di valorizzazione negli ultimi anni. La mostra è la più grande ad oggi dedicata all’artista e mette a fuoco sin dal titolo il rapporto tra temporalità e memoria, sogno e surrealtà presente nelle pitture dell’artista siciliano. Coloratissime e immaginifiche, le tele dell’artista si contraddistinguono per il loro stile univoco: una pittura realista che sembra guardare agli spazi sospesi di De Chirico e all’inafferrabilità del reale, intrisa però di una componente analitica tipica delle ricerche neoimpressioniste e scientifiche sul colore di tardo Ottocento.
A cura di Sarah Cosulich e Lucrezia Calabrò Visconti, la retrospettiva evidenzia come “la pittura di Salvo - nei grandi cicli tematici ripetuti, nell’attenzione verso i temi della storia dell’arte e nello studio della luce - sia sempre stata in continuità con le sue prime ricerche concettuali”, inizialmente legate all’Arte Povera e abbandonate drasticamente dal 1974. Saranno presentate anche due nuove installazioni sulla Pista 500, il progetto artistico che ha luogo sull’iconica pista di collaudo delle automobili FIAT, situato sul tetto del Lingotto: una di Monica Bonvicini e un intervento di Chalisée Naamani, in formato billboard.
A inaugurare, in questo caso, non è “solo” la mostra collettiva INSIDE, ma anche la Fondazione stessa, che ha sede negli spazi di un’ex fabbrica di pneumatici Michelin, datata 1906. Fondazione Giorgio Griffa è una nuova realtà espositiva di circa 200 metri quadri, in dialogo con altri spazi nell’edificio che ospitano l’Archivio Giorgio Griffa, celebre artista della scena pittorica italiana. Nata nel 2023, si dedica, oltre che a Giorgio Griffa, alle sperimentazioni artistiche contemporanee, riservando un’attenzione particolare alla scena editoriale.
In un primo progetto aderente alle premesse storiche del luogo, testimone diretto della creatività torinese, l’esposizione INSIDE propone le opere di sette artisti che hanno avuto un rapporto continuativo con lo spazio, lavorando per anni nei suoi ateliers. Oltre alle opere di Griffa, saranno presentati i lavori di artisti come Gilberto Zorio, Luigi Mainolfi, Nunzio, Elisa Sighicelli, Grazia Toderi e Marco Gastini. Curata da Sébastien Delot, attuale direttore del Musée national Picasso di Parigi, la mostra indaga l’intersezione tra i concetti di spazio, memoria e materia, tema centrale delle ricerche degli artisti. Con sede in Via Oropa 28 e fino al 28 novembre, INSIDE è aperta al pubblico tutti i giovedì (15-19) e su appuntamento. Aperture speciali in occasione dell’art week: dal 28 ottobre al 3 novembre (12-20); 1 novembre (18-21).
Chi durante l’art week volesse trovare il giusto equilibrio tra l’affannata fruizione dell’arte e una pausa rigenerante dal caos, troverà in questo evento una soluzione possibile. Sabato 2 novembre, in Via Germanasca 27 a Torino si susseguiranno una serie di attività e interventi artistici all’insegna della sperimentazione. Inaugura la giornata Moving meditation SUPERSOUND chakra’s edition, “un flusso corporeo di fantasia” (Greta Pasini, 2022) nel quale la sound e movement artist Francesca Heart con il suo live di musica elettronica, dolce e psichedelica insieme, accompagna sonoramente la pratica yoga condotta da Giulia Belle.
Dopo la colazione, si prosegue con altri momenti, tra cui un reading di Eleonora Luccarini dove la scrittura, trasformandosi in strumento performativo, diviene una lettura da parte del suo alter ego Milkdromeda (è una brava artista emergente da tenere d’occhio, di recente ha concepito una bellissima mostra interdisciplinare a Cripta747, sempre a Torino). A seguire, La Fornace Alchemica di Benedetta Pini, un “laboratorio immersivo di autocura attraverso i principi attivi delle piante e le frequenze sonore”. In collaborazione con Spazio Pat, la giornata è a cura di Panopticon, realtà indipendente che si è spesso distinta per progetti fuori dalle cornici canoniche dell’arte. La capienza è limitata, consigliamo di prenotarvi su www.panopticonpublishing.org.