Non sarà The City That Never Sleeps o la Ville Lumière, ma Berlino è pur sempre la città più grande, conosciuta, amata e imitata della Germania (a sua volta l’economia più importante d’Europa), e vederla tirare la cinghia fa un certo effetto. Quella che la municipalità sta mettendo in atto per far fronte alla crisi energetica innescata dalla guerra in Ucraina (cioè l’aumento del prezzo del gas russo, da cui la Germania dipende molto più della Francia, per non dire degli Stati Uniti) è infatti una serie di misure straordinarie, tra cui la più eclatante prevede di spegnere i riflettori su tutti monumenti. In bilico tra istanze urbanistiche e necessità turistiche, l’operazione è graduale e, come ci spiega Luca Girardini, autore del censimento fotografico di cui pubblichiamo alcune immagini, più che portare a un sostanziale risparmio rappresenta un gesto esemplare di coscienza civica. Le foto della serie “Berlino Oscura”, che per Girardini rappresenta il nuovo capitolo di una più ampia ricerca sul rapporto tra cittadini e dimensione monumentale nella capitale tedesca oggi, sono quindi un trigger che innesca riflessioni che vanno dall’ambito della sostenibilità ambientale a quello degli effetti che questa nuova condizione avrà sulla percezione del tempo (anche in senso storico, dato che la maggior parte dei monumenti in questione sono stati eretti prima dell’arrivo dell’illuminazione pubblica alla fine del XIX secolo) e dello spazio nelle complesse realtà urbane europee.
La lunga notte della crisi energetica, raccontata dalle foto di Berlino al buio
Nella serie fotografica “Berlino Oscura”, la metropoli tedesca si mostra sotto una nuova “antica” luce, tra risparmio energetico e coscienza civica.
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- Raffaele Vertaldi
- 09 ottobre 2022