“Ho immaginato questa mostra come un dialogo tra due autori che più di altri hanno rappresentato – per me – non solo esperienze, ma dispositivi offerti alla comunità per un’educazione al movimento libero e imprevedibile”. Il progetto espositivo “La partizione del sensibile” espone il lavoro del fotografo Antonio Ottomanelli, in dialogo con le opere di Luigi Ghirri e Gordon Matta-Clark. Listelli di abete grezzo, pannelli di OSB e carta da affissione sono i materiali che compongono l’allestimento del “cantiere” temporaneo che l’autore barese ha sviluppato in occasione del festival Universoassisi. La mostra è infatti concepita come uno strumento di recupero e trasformazione – semantica, non fisica – di un edificio dimenticato in uno luogo di dibattito, uno spazio comune.
Il titolo si riferisce a un saggio del filosofo francese Jacques Rancière, La partizione del sensibile. Estetica e politica, interessato a “quel sistema di evidenze che rende visibile una dimensione comune del reale e contemporaneamente la sua divisione in parti”. Di Luigi Ghirri sono esposte alcune opere della serie Atlante Week End. Le fotografie dell’autore emiliano sono un viaggio immaginario sulla carta geografica, dove “tutti i segni della terra, da quelli naturali a quelli culturali, sono rappresentati” (1). Se la fotografia ha la capacità di variare i rapporti con il reale, le opere di Ghirri invitano all’immaginazione, libera, del paesaggio. Con i suoi tagli, Matta-Clark agisce negli spazi del quotidiano: “luoghi in cui ti fermi per legarti le scarpe, luoghi che sono interruzioni nei tuoi movimenti quotidiani. Questi luoghi sono anche percettivamente significativi perché fanno riferimento allo spazio del movimento” (2). A tenere insieme il lavoro dei due autori, apparentemente distanti, c’è l’opera stessa di Ottomanelli, che utilizza fotografie, video e mappe per ricostruire uno spazio comune frammentato. Segno, memoria, conflitto, percezione, azione… sono le parole chiave che su dei poster colorati legano ulteriormente le opere in mostra.
Dall’ordinario al conflittuale, dalla calma della geografia di Ghirri alla violenza dei tagli di Matta Clark, Ottomanelli vuole svelare le complesse tensioni in atto sul territorio urbano. Il conflitto è nel nostro quotidiano e ne siamo ormai assuefatti. Basti pensare che le barriere jersey, ritratte dal fotografo in Afghanistan e Iraq in contesti di guerra, sono entrate in tutti i centri storici italiani e sono diventate parte di un vocabolario urbano.
Lo spazio pubblico è oggi controllato, parcellizzato e offerto al miglior offerente (privato). La sua natura di luogo per la comunità è venuta meno. Il sociologo dell’arte Pascal Gielen risponde all’erosione dello spazio pubblico con la definizione di “spazio civile”, che, sebbene non sia completamente aperto al movimento e al pensiero delle persone, è un tipo di spazio che sfugge alla normalizzazione. Gielen è interessato ad ambiti capaci di diventare espressione delle comunità, che richiedono una costante azione e manutenzione. Una rivoluzione dello sguardo è invece l’invito di Ottomanelli al pubblico. Saper leggere i segni e guardare con profondità al paesaggio, materiale e immateriale, che ci circonda è il primo passo fondamentale per la riconquista e la ricostruzione delle città, per rendere lo spazio pubblico un luogo imprevedibile, aperto e trasparente.
- Titolo mostra:
- La partizione del sensibile
- A cura di:
- Antonio Ottomanelli
- Prodotto per:
- UniversoAssisi 2018
- Con la consulenza artistica di :
- Gian Luca Bianco
- In collaborazione con:
- Montrasio Arte
- Date di apertura:
- 21 – 29 luglio 2018
- Luogo:
- Palazzo Monte Frumentario, Assisi
- 1:
- Luigi Ghirri, introduzione di Arturi Carlo Quintavalle, testi di autori vari e di Luigi Ghirri, CSAC, Parma/Feltrinelli, Milano, 1979; poi in: Paolo Costantini e Giovanni Chiaramonte, op.cit., pag.30
- 2:
- Gordon Matta-Clark, intervistato da Liza Bear, con Carol Goodden e Trisha Brown. In Avalanche numero 10, Dicembre 1974, pp.34-37. In occasione della mostra Anarchitecture presso la 112 Green Street Gallery, NY
- 3:
- Antonio Ottomanelli, Big Eye Kabul. Introduzione di Joseph Grima