Doug Aitken: Song 1

Ogni sera, dal tramonto a mezzanotte, l'ultima installazione dell'artista californiano trasforma il museo Hirshhorn nel primo schermo convesso a 360° del mondo.

Al californiano Doug Aitken, autentico esponente pluridisciplinare del mondo dell'arte, si devono alcune delle più innovative e imponenti installazioni artistiche degli ultimi anni, e le sue creazioni multimediali spesso comprendono usi interessanti e innovativi di spazi e strutture preesistenti. Ciò appare particolarmente vero nel caso della sua ultima installazione, Song 1, che, fino al 13 maggio, trasforma l'Hirshhorn Museum di Washington nel primo cinematografo convesso a 360 gradi del mondo.

Grazie a undici proiettori ad alta definizione ogni sera, dal tramonto a mezzanotte, l'ampia facciata circolare della Hirshhorn illumina il National Mall con un'opera video di mezz'ora ripetuta in continuo, che a tratti mette in rilievo l'intera forma dell'edificio. In altri momenti parti dell'edificio scompaiono, inghiottite dal video mentre la "riflessione sulla realtà contemporanea" di Aitken fluisce intorno all'edificio creando l'illusione di una specie di architettura liquida. Visibile da innumerevoli posizioni panoramiche interne al National Mall e al parco, l'opera non si proietta solo in due o quattro settori, ma è una particolare entità multimediale il cui senso sta nel variare dell'esperienza secondo la posizione da cui la si percepisce.



L'opera è basata sulla celebre canzone I Only Have Eyes For You, scritta da Harry Warren e Al Dubin per il film Abbasso le donne della Warner Brothers (1934), in cui Dick Powell se ne serve per dichiarare il suo amore a Ruby Keeler. Nel finale del film una ripresa della canzone dà l'avvio a una sequenza di fantasia in cui la Keeler a poco a poco si sdoppia e si moltiplica fino a che centinaia di 'Keeler' danno vita a un complicato crescendo musicale coreografico di Busby Berkley; ed è forse di qui che proviene anche un po' dell'ispirazione del progetto di Aitken. Reso popolare ai tempi del doo-wop da decine di altri interpreti, tra cui Frank Sinatra, Billie Holiday e Art Garfunkel, questo classico della canzone è stato reinterpretato per questo progetto da artisti come Beck, James Murphy, Devendra Banhart, i CFCF, i No Age e i Lucky Dragons.

Foto di apertura e qui sopra: Doug Aitken, Song 1, 2012. Courtesy Hirshhorn Museum e Sculpture Garden, Smithsonian Institution e 303 Gallery. Photo © Frederick Charles

Dal punto di vista visivo, il pezzo scorre in una sequenza di fasi ipnotiche, mentre I Only Have Eyes viene decostruita e ridotta agli elementi fondamentali e il video articola il processo tramite un misto di riflessi, separazioni e visioni caleidoscopiche che si interrompono in scene di tranquillità in parallelo con la colonna sonora. A tratti il segmento di narrazione visiva da cui sei assorbito sfugge alla vista in senso orizzontale, inducendoti a seguirlo e a osservare come va avanti la 'tua' storia, poiché Aitken esorta a un'esperienza cinetica che comprende l'esplorazione fisica, la riconfigurazione del ruolo dello spazio e del luogo in un modo che si contrappone a quello cui ci ha abituati l'esperienza del cinema. È un fatto ormai comune che la tecnologia ci apra nuovi orizzonti dandoci la possibilità di scegliere quando e dove guardare film e video, conferendo un'importanza non effimera alla portatilità. Qui Aitken, per così dire, inverte lo spazio predefinito della spirale esterna dell'Hirshhorn per indurci a esplorare la sua polifonia intelligentemente orchestrata.

Doug Aitken, Song 1, 2012. Courtesy Hirshhorn Museum e Sculpture Garden, Smithsonian Institution e 303 Gallery
Doug Aitken, Song 1, 2012. Courtesy Hirshhorn Museum e Sculpture Garden, Smithsonian Institution e 303 Gallery
Doug Aitken, Song 1, 2012. Courtesy Hirshhorn Museum e Sculpture Garden, Smithsonian Institution e 303 Gallery
Doug Aitken, Song 1, 2012. Courtesy Hirshhorn Museum e Sculpture Garden, Smithsonian Institution e 303 Gallery. Photo © Frederick Charles
Doug Aitken, Song 1, 2012. Courtesy Hirshhorn Museum e Sculpture Garden, Smithsonian Institution e 303 Gallery