In un’epoca segnata dall’avvento di robot e (soprattutto) intelligenze artificiali, era inevitabile che si provasse a racchiudere l’evoluzione tecnologica che ha contrassegnato gli ultimi decenni in un museo. E forse era anche inevitabile che questo museo – chiamato Raim (Robot and AI Museum) – sorgesse a Seoul, la capitale della nazione, la Corea del Sud, con la maggior densità di robot al mondo.
Raim, il museo robotico di Seul che si costruisce da solo
Lo studio turco Melike Altinisik Architects (Maa) ha progettato un museo educativo dedicato alla robotica e all’intelligenza artificiale che si adatta continuamente per raccontare le tecnologie in evoluzione del XXI secolo.
Foto Namsun Lee
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- Andrea Daniele Signorelli
- 17 novembre 2024
Inaugurato lo scorso ottobre e progettato dallo studio turco Melike Altinisik Architects (Maa), il Raim è il primo museo a essere esclusivamente dedicato alla rivoluzione tecnologica a base di robotica e intelligenza artificiale. Una unicità che viene espressa già dall’estetica futuristica scelta per il museo, caratterizzato da una forma sferica e dinamica, come se fosse un guscio pronto a schiudersi e dando così un senso di fluidità e continua evoluzione.
Non è un caso: l’architetta Melike Altinisik ha concepito il Raim come uno spettacolo vivente, che mostra al suo interno le stesse tecnologie che hanno permesso di costruirlo. La parte esterna, quella sferica, è stata infatti costruita sfruttando macchine laser a controllo numerico e tecnologie come la saldatura robotizzata o altre ancora impiegate solitamente nell’industria aerospaziale.
Il massiccio utilizzo di robot, anche parzialmente autonomi, per la costruzione è ovviamente simbolico: un museo che è esso stesso un robot e che, volendola vedere così, si è costruito autonomamente, sfruttando a questo scopo le tecnologie edilizie più innovative.
Gli interni su quattro piani – che forse in maniera un po’ prevedibile fanno subito pensare a una navicella spaziale, bianca e luccicante – si fondono con le tecnologie integrate nelle sue pareti, sottolineando ancora di più come il Raim non si limiti a esporre la tecnologia, ma sia esso stesso tecnologia. Questo si manifesta chiaramente nelle esposizioni interattive e nella tecnologia smart integrata, compreso il design innovativo per l'orientamento creato da Sb Environment e l'illuminazione paesaggistica di Au Landscape. Il verde circostante, progettato in parte da Gio Landscape Architect, pone l’accento sulla sostenibilità.
Un museo che è esso stesso un robot e che, volendola vedere così, si è costruito autonomamente, sfruttando a questo scopo le tecnologie edilizie più innovative.
“Dinamico” e “in costante evoluzione” sono probabilmente i due termini chiave per comprendere la cifra distintiva del Raim, che permette non solo di interagire con dei robot (a partire da quelli che si occupano del benvenuto), ma soprattutto di assistere in tempo reale alla loro evoluzione. E l’intelligenza artificiale? Il Raim mette in mostra l’avanzata della tecnologia che più sta segnando il Ventunesimo secolo, passando dai sistemi predittivi ormai consolidati – come quelli che individuano in autonomia i tentativi di frode informatica – all’avanzata degli smart speaker, fino ad arrivare all’intelligenza artificiale generativa. L’obiettivo è soprattutto educativo: fornire alla popolazione una migliore comprensione di – e consentire uno sguardo ravvicinato a – tecnologie che stanno plasmando la nostra società a velocità crescente.
Posizionato nelle vicinanze dello Startup and Cultural Industrial Complex di Seoul, il Raim ambisce anche a svolgere il ruolo di collante economico e culturale del settore scientifico e tecnologico della città, diventando una sorta di centro nevralgico e aspirando, in futuro, a creare un network di musei tecnologici tra loro in costante collegamento.
Come si struttura però un museo che deve raccontare un mondo in continua evoluzione, in cui ciò che oggi ci sembra all’avanguardia sarà normalità tra pochi anni e magari superato in un decennio? È probabilmente per affrontare questi limiti che gli interni del Raim sono organizzati in spazi aperti e facilmente modificabili, permettendo al museo stesso di cambiare assieme alla tecnologia che custodisce e racconta.
Dopo le innumerevoli mostre a tema robot e intelligenza artificiale, tra cui anche Robotland, tenutasi nel 2023 a Milano, la rapida adozione della tecnologia da parte dei classici musei dedicati alla Scienza (com’è il caso del Miraikan di Tokyo) e la nascita di musei dedicati all’innovazione, come il Museum of the Future di Dubai, l’arrivo anche del Raim mostra come il mondo dell’innovazione tecnologica e digitale sia, senza dubbio, l’elemento narrativo e culturale che più di ogni altro caratterizza la nostra epoca.