Dal quartiere di Lysbüchel-Süd, un tempo periferia industriale di Basilea, adesso in profonda trasformazione, arriva una nuova storia di sperimentazione sull’abitare flessibile, e inclusivo, nel progetto Lyse-Lotte, che gli architetti di Clauss Kahl Merz hanno sviluppato con il team di Martina Kausch architects.
La Svizzera ha una lunga tradizione di cooperative e di housing sociale radicata nel primo ‘900, e quando questa va a confrontarsi con le trasformazioni urbane contemporanee, spesso genera esempi che si distinguono e fanno scuola, com’è successo recentemente con il Weinlager housing.
Ed è proprio lì dietro che Lyse-Lotte prova a scrivere un capitolo nuovo della storia.
L’edificio viene raccontato dal team di progetto come un’architettura “collage”, e di questo va data conferma: è pensato come collage di tipologie abitative – quindi di modi di vivere, di diverse esigenze e disponibilità – ma anche di strutture, materiali, e spazi che possono essere ridefiniti e riassegnati nel tempo.
Si combinano assieme uno spazio commerciale poi dei duplex, appartamenti che condividono un ingresso, altri che si aprono su una loggia; ancora, una vecchia conoscenza delle case cooperative come gli spazi jolly e le stanze per gli ospiti, e soprattutto l’alloggio per gli ospiti che assieme a una serra trova spazio sul tetto. Come la serra, molti degli spazi nell’edificio sfumano i confini delle singole unità, rendendolo un habitat condiviso dove ogni residente può cercare tanto una dimensione comunitaria quanto i propri spazi più intimi.
La costruzione rispecchia questa filosofia di collage aperto nelle estetiche, esibendo un telaio metallico che quasi come un pug-in si accosta alla struttura in calcestruzzo a vista, combinandosi con i metalli più leggeri e le pannellature dei rivestimenti in facciata e della serra-parassita.
E lo stesso succede con gli interni, dove dai materiali grezzi di partenza si raggiunge un’atmosfera luminosa, accogliente, semplice. E notoriamente, la semplicità è la caratteristica più difficile da progettare.
Gli spazi esterni si sfumano anche loro con l’interno e la struttura, passando da un terrazzo comune ad un prato a giardini più piccoli, suggerendo usi e intensità differenti con l’addensarsi o il diradarsi di cespugli o erbe, risalendo i montanti con vegetazione rampicante, accostando agli alberi altre piante, perenni e annuali, in modo da avere un paesaggio in continuo mutamento di colori.
- Engineering:
- ZPF Ingenieure AG
- Impianti e acustica:
- BAKUS Bauphysik & Akustik
- Paesaggio:
- Studio Céline Baumann
- Costruttore:
- Knecht Bauunternehmung AG