Denver ha un’anima “duale”: metropoli frizzante e cosmopolita da un lato, porta d’accesso ad alcuni dei paesaggi più maestosi degli Stati Uniti dall’altro. Ed è proprio dal tentativo di creare una sintesi tra le vivaci energie urbane e il ricco patrimonio naturale della regione che scaturisce Populus, l’hotel recentemente completato da Studio Gang in città. La torre di tredici piani si inserisce in un lotto triangolare, allineandosi con la ricca tradizione dei flatiron buildings, e comprende al piano terra una lobby a doppia altezza, un ristorante e un coffe shop, al piano secondo un centro fitness e uno spazio per eventi, dal terzo al tredicesimo piano 265 camere, in copertura spazi per eventi privati e una terrazza panoramica con ristorante e bar aperti al pubblico. Il volume è concepito per rapportarsi equilibratamente agli edifici limitrofi, erodendosi in angolo alla sommità per consentire allo sguardo di conquistare, dai tavolini della terrazza panoramica, paesaggio urbano e montagne.
Populus, l’albergo con “occhi” di Studio Gang a Denver
Studio Gang completa un hotel eco-sostenibile che è un omaggio alle vibranti energie della città e ai paesaggi naturali caratteristici della regione.
Foto Jason O’Rear
Foto Jason O’Rear
Foto Jason O’Rear
Foto Jason O’Rear
Foto Jason O’Rear
Foto Jason O’Rear
Foto Steve Hall
Foto Steve Hall
Foto Steve Hall
Foto Steve Hall
Foto Steve Hall
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- Chiara Testoni
- 17 ottobre 2024
- Denver, USA
- Studio Gang
- 12540 sqm
- hotel
- 2024
Un omaggio appassionato agli ecosistemi autoctoni del Colorado è la cifra distintiva della composizione, leggibile nelle iconiche facciate.
Negli esterni, pannelli in cemento acidato rinforzato in fibra di vetro dalla tonalità chiara e luminosa, disposti in modo omogeneo sui tre lati e corrispondenti alle dimensioni delle camere, sono perforati da bucature di forma e dimensioni irregolari che evocano le caratteristiche “cicatrici” a forma di occhio che si formano sui tronchi del pioppo tremulo (populus tremoloides) tipico della zona, a mano a mano che l’albero cresce e i rami cadono.
Alla base, gli “occhi” si trasformano o in arcate che inquadrano gli ingressi e creano una connessione con l’intorno; in alzato, si deformano per divenire squarci a tutta altezza o per ospitare all’interno sedute incorporate. Apposite “palpebre” sagomate nel cemento sporgono a seconda dell’orientamento in modo da proteggere le vetrate dall’irraggiamento e canalizzare l’acqua piovana.
Un accento particolare è posto sulla sostenibilità ambientale. La forma compatta favorisce la riduzione dei consumi e la scelta insolita (per un albergo) di rinunciare a qualsiasi spazio per il parcheggio inneggia a una mobilità alternativa. L’impiego di miscele di calcestruzzo a basse emissioni e materiali ad alto contenuto riciclato riduce l’impronta carbonica. All'interno, spazi intenzionalmente “non finiti” dichiarano un carattere ruvido ma accogliente, dove le (poche) finiture derivano da materiali di riciclo, dalle recinzioni anti-neve del Wyoming recuperate per la hall e i soffitti dei servizi, all’impiallacciatura di pelle degli ascensori e delle scrivanie delle camere. In copertura, il tetto verde favorisce l’isolamento e offre un habitat attrattivo per la fauna selvatica, migliorando la biodiversità urbana.
inquadramento urbano
pianta piano primo
pianta piano terzo
sezione prospettiva
schema funzionale
dettaglio del pannello di facciata