Questo articolo è stato pubblicato in origine su Domus 1075, Gennaio 2023.
Lo Star Homes Project coinvolge un gruppo di lavoro interdisciplinare di architetti – guidati dallo studio danese Ingvartsen Architects –, medici ed entomologi nello sviluppo di una casa-tipo salubre e sostenibile per l’Africa subsahariana. Si tratta di un’area a forte crescita demografica dove, entro il 2050, saranno costruite 90 milioni di case, una cifra vertiginosa che impone la massima ottimizzazione delle risorse. Le prime 110 unità-prototipo sono state completate nel 2021 in Tanzania. Sono padiglioni con una struttura leggera di acciaio, pochi tamponamenti di cemento e ampie superfici di rete traspirante. Ospitano al piano terra la cucina e un deposito, al primo livello le camere e, in un volume autonomo, la latrina.
Sono architetture colte per il rigore delle piante, per l’eleganza asciutta di forme e proporzioni e per il poetico dettaglio vernacolare della panca integrata all’aperto, ma sono soprattutto interessanti dispositivi igienico-sanitari e costruzioni a basso impatto ambientale. I due livelli sono inscindibili. Il tetto a falda convoglia l’acqua piovana in una cisterna e ospita un pannello solare che rende l’edificio autosufficiente; la ventilazione naturale raffresca gli ambienti mentre disperde il fumo della stufa e allontana gli insetti-vettori. Lo Star Homes Project sta attualmente monitorando le condizioni di vita in tutti i prototipi e nelle abitazioni vicine più convenzionali, per verificare se “una casa dal progetto innovativo può migliorare significativamente la salute di una famiglia”.