Quando la voglia di godere di un meritato “stacco” dalla routine quotidiana in un luogo dalla natura incontaminata o in una città fascinosa si associa al piacere di soggiornare in un’architettura d’autore, è ancora meglio. È il caso di alcune abitazioni firmate da celebri progettisti, messe in affitto e a disposizione per le vacanze non solo degli appassionati della materia ma di tutti coloro che vogliono provare un’esperienza emozionale all’insegna del design, del gusto e della raffinatezza.
Così, che sia tra i meandri tortuosi e avviluppanti di una città (casa 1015 e sky loft di Souto de Moura a Porto), tra le foreste del Giappone (casa della luce di James Turrell), nello scenario spettacolare delle Dolomiti (villa Morassutti di Bruno Morassutti a San Martino di Castrozza), in cima ad una scogliera con vista mare (Can Lis di Jørn Utzon a Maiorca) o in riva ad un lago (Villa Leoni di Pietro Lingeri sul lago di Como), con il biglietto di viaggio si acquista non solo un tempo meritatamente dedicato a sé stessi in un’abitazione “da sogno” ma anche un trasferta nel pensiero e nella sensibilità di chi l’ha progettata.
6 capolavori d’architettura in affitto per una vacanza d’autore
Da Souto de Moura a Lingeri, una fuga estiva è ancora più piacevole quando si è ospiti di un’abitazione progettata da un grande architetto.
View Article details
- Chiara Testoni
- 16 giugno 2022
Situata sulle sponde del Lago di Como, la casa commissionata da una famiglia di industriali all’architetto Pietro Lingeri - uno dei principali esponenti del Razionalismo italiano - con il suo chiaro e semplice impianto distributivo, le generose aperture che si aprono tra i setti strutturali modulari, le tinte cromatiche luminose e gli arredi progettati ad hoc è una location ideale per riconciliarsi con il mondo in uno dei paesaggi più romantici e suggestivi del Belpaese.
La casa di famiglia progettata da Bruno Morassutti nelle Dolomiti, costruita su un basamento in muratura di pietre locali e costituita essenzialmente da pannelli modulari prefabbricati che si alternano a grandi vetrate, è una felice reinterpretazione del linguaggio vernacolare locale - per materiali e finiture - ma anche un’opera fortemente contemporanea e debitrice degli insegnamenti di Frank Lloyd Wright, presso cui Morassutti fece esperienza: qui si colgono le caratteristiche morfologiche, modulari e tecnologiche proprie delle case Usoniane e quell’approccio ad un abitare caldo e avvolgente, valorizzato da materiali sinceri e in sintonia con la natura, tipici del Maestro americano.
Se voleva un rifugio in un luogo baciato dal sole lontano dalla gelida e nebbiosa Danimarca, qui nel sud-est di Maiorca il celeberrimo architetto l’ha trovato, su una ripida scogliera a strapiombo sul mare dove ha progettato la sua casa di famiglia. Can Lis, così chiamata dal nome della moglie, è una abitazione che rifugge qualsiasi rigidità: composta da quattro padiglioni quasi autonomi, diversamente orientati e collegati da cortili, terrazze e portici, la costruzione in pietra di Marés - arenaria locale color oro rosa - si mimetizza nel paesaggio mantenendo tuttavia una forte connotazione tettonica, a metà tra un’abitazione vernacolare e un tempio pagano dalle imponenti colonne.
Se Jun’ichirō Tanizaki in “Libro d’ombra” esaltava, in contrapposizione agli eccessi dell’illuminazione elettrica propri della cultura occidentale, un universo pacificante fatto di ombre e giochi chiaroscurali, questa casa situata in una foresta collinare lontana dal fragore della città rispecchia bene l’idea di un rifugio appartato e intimo dove abbandonarsi ad esplorare la bellezza della luce in stretta relazione con l’ombra, secondo il principio taoistico di equilibrio degli opposti dello yin-yang. Tra shojii (porta scorrevole di carta) e tokonoma (alcova), l’edificio è un inno alla cultura giapponese, qui interpretata dall’artista americano James Turrell con la sua tipica sensibilità per l’utilizzo della luce e dei colori.
Se c’è una città che trasmette emozioni bivalenti, dalla saudade che trasuda dei tortuosi vicoli della città storica alla vivacità dei colori che brillano sotto l’abbacinante sole portoghese, questa è Porto. Qui, il premio Pritzker Eduardo Souto de Moura ha realizzato un intervento di ristrutturazione di una casa del XIX secolo affacciata a nord su Rua Padre Luis Cabral e a est sulla Travessa do Passeio Alegre, con lo spirito contemporaneo di chi si muove però “in punta di piedi” nei confronti del passato. L’edificio, situato su uno stretto appezzamento a forma di L, è composto da due corpi di fabbrica: uno anteriore, originariamente a un piano e a cui è stato aggiunto un sopralzo che ospita due soggiorni, una cucina e due camere da letto, e uno studio che comprende una terza camera da letto, accessibile tramite un patio. Spazi esterni e interni mutuamente interconnessi, colori tenui e cremosi, materiali naturali come legno e pietra e una luce morbida che penetra diffusamente da finestre e lucernari generano un’atmosfera intima e accogliente.
In questa piccola casa a Foz de Douro, contesto classificato come patrimonio culturale e caratterizzato da strade strette e costruzioni granito, c’è proprio tutto: un open space su un unico piano con zona pranzo, salotto, cucina, servizi e una camera da letto matrimoniale sovrastata da un grande lucernario che permette di vivere l’esperienza unica di addormentarsi sotto le stelle. Il candore degli interni, punteggiati da opere d’arte e pezzi di design d’autore su cui si riflette la calda luce diffusa, crea un’atmosfera sognante e avvolgente.