Il palazzo Roccagiovine è un edificio ottocentesco, un oggetto tardo-papalino, che si affaccia sul Foro Traiano con educazione quasi anonima, a fare da quinta appropriata allo spettacolo della Roma archeologica. Stesso atteggiamento quello delle due aperture al pian terreno, che quasi nascondono la sequenza di stanze di Forof, nome palindromo di un nuovo spazio che si dichiara ispirato a una fluidità tra arte contemporanea, archeologia e città, “una continua discesa nel passato, attraverso storia e archeologia ed una conseguente risalita nel presente e nel contemporaneo”, come lo ha definito la sua committente, Giovanna Caruso Fendi.
Forof, uno spazio contemporaneo per l′arte nel cuore archeologico di Roma
Nasce un nuovo luogo che mette gli artisti a confronto con la presenza e la storia della città. Domus ne ha parlato con l’ideatrice Giovanna Caruso Fendi e il progettista Paolo Mezzalama di IT’S.
Foto Jacopo Tomassini
Foto Flavia Rossi
Foto Jacopo Tomassini
Foto Flavia Rossi
Foto Flavia Rossi
Foto Jacopo Tomassini
Foto Jacopo Tomassini
Foto Jacopo Tomassini
Foto Jacopo Tomassini
Foto Jacopo Tomassini
Foto Jacopo Tomassini
Foto Jacopo Tomassini
Foto Jacopo Tomassini
Foto Jacopo Tomassini
Courtesy IT’S Studio
Courtesy IT’S Studio
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- Giovanni Comoglio
- 28 marzo 2022
La discesa è anche fisica: il cuore di Forof infatti è nel basement, dove si trovano i resti della Basilica Ulpia, i marmi che pavimentano la sua abside orientale e che ora partecipano al percorso del nuovo spazio espositivo.
Per ripensare gli spazi che avvicinano a questo nucleo sotterraneo, Caruso Fendi ha scelto lo studio romano IT’S. “Ci è stata chiesta un’operazione minimale che portasse questo spazio al di là del semplice white cube – racconta Paolo Mezzalama, partner fondatore di IT’S – per ottenere uno spazio che fosse romano. E per noi la romanità è innanzitutto luce: le stanze intercettano la luce di Roma secondo un gradiente infinitesimale di tonalità cromatica, e così fa il nuovo pavimento in cocciopesto di antica tecnica realizzato da maestranze specializzate.”
Gli ambienti del piano terreno sono tre: una libreria, una piccola sala gradonata per incontri e lecture e un bar; sono messi in deliberata continuità, prosegue Mezzalama “perché devono mettere le installazioni in rapporto con Roma, e dare la possibilità agli artisti di incontrarsi personalmente col pubblico in occasione di eventi speciali, che sono parte fondamentale del concept”. Il primo ha visto come protagonista Paul B. Preciado, parte e anima della voce frammentata che ci parla dal futuro della sessualità in Lovotic, progetto di debutto per lo spazio, che ha riunito musicisti come Soundwalk Collective, Lyra Pramuk, Atom TM, e attori come Charlotte Gainsbourg e Willem Dafoe.
Più di una galleria o spazio d’arte convenzionale, Forof rivela nel suo programma articolato una intenzione di relazione con la città e il suo tessuto culturale, che Domus ha voluto approfondire con Giovanna Caruso Fendi.
Il primo carattere, innanzitutto: site-specific, partecipante della natura della città. Giovanna Caruso Fendi non ha dubbi: “Nascendo a Roma, così profondamente inserito nel tessuto storico cittadino, FOROF non sarebbe potuto esistere da nessuna altra parte.” La finalità del rinnovamento degli spazi interni, dalle scelte di materiale e del gradiente di colori caldi che rimettono a sistema la vecchia stamperia dei tempi passati — sostituendo un sistema muri bianchi/assito nero lasciato da una precedente per ristrutturazione — è proprio quella di accompagnare in un viaggio nella profondità di quell'organismo teso tra due tempi differenti che è la Roma storica. L'effetto è massimizzato dal nuovo intervento, dal digradare verso toni più ombrosi man mano che vi si va a raccordare con le passerelle che, al piano interrato, staccano il visitatore dal corpo costruito, fluttuando tra i muri portanti del palazzo, la basilica Ulpia, e i fasci di puntelli che ne reggono le coperture.
Poi: concept-oriented. Se torniamo al piano terreno (che comunica con il sottostante attraverso una lunga faglia vetrata nel pavimento) troviamo uno studio dei dettagli, della disposizione degli elementi, che enfatizza la continuità degli spazi e al tempo stesso asseconda il nuovo programma rendendo il più possibile naturale tanto la pratica della visita quanto quella della discussione, dell'incontro, della condivisione. Si nota nelle pareti mobili riflettenti che perimetrano bar e stanza delle scale, nelle contropareti che ospitano gli impianti rispettando la struttura originaria, nell’illuminazione artificiale indiretta ma presente fino a diventare elemento architettonico, messa a punto con lo studio barcellonese Artec3.
Sono tutti pezzi di un rapporto con la città che è chiaro da subito essere uno scambio, perfettamente bidirezionale, qualcosa vuole uscire da dentro i muri di Forof per partecipare della vita della città fuori. “Dare opportunità alla creatività contemporanea in una città come questa, aiuta moltissimo ad interpretare il suo patrimonio artistico, perché il rischio è che la produzione contemporanea venga da questo marginalizzata e schiacciata” Così ha voluto sintetizzare la dinamica innescata nello spazio da Forof.
Ci chiediamo a questo punto se non ci troviamo nella fattispecie di una nuova forma di mecenatismo urbano, e anche su questo la risposta non lascia spazio ad equivoci: “Il ‘mecenatismo’ è da intendersi nella sua accezione di ‘atteggiamento proprio di chi favorisce le arti proteggendo con munificenza chi le coltiva’. La mia società benefit, versione contemporanea del mecenatismo, ha questa finalità” dice Caruso Fendi, “supportare gli artisti nella loro evoluzione offrendo al tempo stesso alla società civile nuove opportunità culturali e spunti di riflessione su temi contemporanei guardando sempre alla storia”.
Immagine in apertura: LOVOTIC by Soundwalk Collective, FOROF, Roma, 2022. Foto Jacopo Tomassini
IT’S Studio, Roma, 2022. Veduta degli spazi al piano terra
IT’S Studio, Roma, 2022. Veduta degli spazi al piano terra
IT’S Studio, Roma, 2022. veduta degli spazi al piano terra
IT’S Studio, Roma, 2022. Veduta degli spazi al piano terra
IT’S Studio, Roma, 2022. Veduta degli spazi al piano terra
LOVOTIC by Soundwalk Collective, Roma, 2022
LOVOTIC by Soundwalk Collective, Roma, 2022
LOVOTIC by Soundwalk Collective, Roma, 2022
LOVOTIC by Soundwalk Collective, Roma, 2022
LOVOTIC by Soundwalk Collective, Roma, 2022
LOVOTIC by Soundwalk Collective, Roma, 2022
IT’S Studio, Roma, 2022. L’area ipogea della Basilica Ulpia
IT’S Studio, Roma, 2022. L’area ipogea della Basilica Ulpia
IT’S Studio, Roma, 2022. I marmi della Basilica Ulpia
IT’S Studio, Roma, 2022. Pianta del piano terreno
IT’S Studio, Roma, 2022. Sezione