Questo articolo è stato pubblicato in origine su Domus 1062, novembre 2021.

La Chapel of Sound è una sala concerti all’aperto ultimata da OPEN Architecture a settembre 2021, immersa nello scenario montano della Grande Muraglia, alle porte di Pechino, lungo il confine nord della megalopoli cinese. Liberi di definire la portata e la scala del progetto, Li Hu e Huang Wenjing, direttori dello studio cinese, hanno deciso di appoggiare dolcemente la struttura al suolo, come fosse un antico masso caduto nella notte dei tempi. Tutt’attorno, quella che sembra una natura incontaminata si rivela, a un occhio più attento, un paesaggio abitato dove strane formazioni di roccia convivono con resti di oggetti fatti dall’uomo, pezzi della Grande Muraglia che hanno attraversato il tempo e scompaiono inghiottiti a tratti dalla vegetazione.

“Penso sia interessante come l’opera dell’uomo e la natura confluiscano l’una nell’altra”, dice Li Hu, riconoscendo in questo aspetto una delle principali ispirazioni del progetto. La sala, che ha un impatto minimo sul suolo, è costruita di cemento arricchito con un aggregato di rocce locali ricche di minerali. Gli unici altri materiali utilizzati sono rame e bronzo. La qualità acustica della sala è stata, quindi, ottenuta senza l’uso di materiali assorbenti, semplicemente creando aperture che lasciano defluire il suono. In questo modo, si generano tre scenari in cui il suono lavora con le superfici in modo diverso e può essere vissuto: individualmente, ascoltando cioè il rumore della natura che entra nella cappella; collettivamente, riunendosi per concerti interni; o, ancora, per grandi manifestazioni sonore all’aperto.

Aranya International Cultural Development Co., il committente dell’opera, si distingue nel panorama dell’edilizia cinese per avere scelto come strategia di costruire spazi per attività comunitarie – dalle performance teatrali ai grandi festival musicali – che hanno tra gli obiettivi la riterritorializzazione dei rapporti sociali, che nei centri urbani sono in rapida erosione. Secondo un’impostazione analoga, due anni fa aveva aperto il Duna Art Museum, una struttura organica simile a una caverna, seppellita sotto le dune di sabbia del Qinhuangdao, progettata sempre da OPEN Architecture.