La serialità televisiva è uno dei fenomeni più interessanti del nostro tempo. Attorno alla fruizione delle serie tv si formano immaginari e visioni del mondo in una dimensione transgenerazionale e ibrida. La ripetizione e la dilatazione dei contenuti sono sicuramente le caratteristiche strategiche che tengono un pubblico sempre più ampio incollato ai vari device (pc, tv, smartphone, tablet). Ci siamo divertiti ad indicare alcune serie che potrebbero far parte dell’armamentario immaginifico di architetti e designer. Ognuna delle serie offre degli spunti interessanti al mondo del progetto sia sotto il profilo concettuale che da quello più specifico della creazione e progettazione. Dagli scenari distopici agli arredi, dalle grafiche ai comportamenti, dallo styling al brutalismo delle periferie. Ogni progettista può trovare elementi utili per alimentare la propria cassetta degli attrezzi. Tra immaginario e suggestioni formali e concrete.
8 serie tv che ogni architetto o designer dovrebbe vedere
Da Snowpiercer a Top Boy, una selezione di produzioni che non possono mancare nella playlist di un progettista.
Riprende i contenuti del film diretto da Bon Joon-ho, regista del pluripremiato Parasite che[1] , a sua volta ha rielaborato la graphic novel Le Transperceneige di Jacques Lob e Jean-Michel Charlier. Ambientata in un futuro distopico in cui il mondo è inabitabile a causa di una nuova era glaciale, la serie vede gli ultimi sopravvissuti dell’umanità costretti dentro un treno ad alta tecnologia, lo Snowpiercer. Nel treno vige il più feroce classismo. È un regno del terrore. Una continua tensione tra i giusti e coraggiosi che vogliono sovvertire la dittatura instaurata dal perfido signore e inventore del treno, il Signor Wilford.
Il quartiere newyorkese del Deuce è il set di una straordinaria successione di affreschi metropolitani tra droga e prostituzione. Scritta da quel genio di David Simon vede come protagonisti James Franco e Maggie Gyllenhaal con alcune chicche del rapper Method Man. La nascente industria del porno diventa per gli sbandati del quartiere una possibilità per sbarcare il lunario, economicamente e artisticamente ma lo spettro dell’Aids inizia a impossessarsi della vita notturna newyorkese. Il numero dei contagiati dall’HIV è in continuo aumento e la diffusione della cocaina genera frequenti ondate di violenza. Un alternarsi senza fine di emozioni tra outfit e location super cool con rimbalzi incredibili sull’oggi pandemico.
Top boy è la messa in scena cupa e necessaria di un dramma potente su ”come le persone si comportano quando falliscono le istituzioni”, così descrive la serie l’Independent. Protagonista assoluta di questa serie è la criminalità londinese, figlia del disagio delle periferie e dell’esclusione sociale. A sceneggiarla è Ronan Bennett, ex militante dell’IRA e oggi autore di successo. Grazie a un superfan, il rapper Drake, Netflix ha riportato in vita questo dramma dei gruppi di spacciatori londinesi sotto la forma di un’accusa bruciante dei nostri tempi. Molte delle scene viste in Top Boy sono ispirate a fatti di cronaca che hanno la strada e i cortili di Summerhouse – un condominio-ghetto londinese – come scenari privilegiati e una colonna sonora a tutta trap. In maniera originale Top Boy si inserisce nel solco tracciato da altre serie tv di cui Gomorra è forse la più nota.
Un corpo violato quello di Michaela Coel, straordinaria autrice e interprete di una delle serie più toste degli ultimi anni. Tutto comincia a Ostia. Luogo scelto per le sue derive pasoliniane ma anche più di recente set privilegiato del film cult di Claudio Caligari, Non essere cattivo. Èqui che si avvia il racconto della protagonista Arabella Essiedu/Coel, scrittrice londinese di origini ghanesi che nel pieno di una crisi creativa va in vacanza sul litorale romano in cerca d’ispirazione. Al ritorno a Londra, durante i festeggiamenti per la consegna di un nuovo lavoro qualcosa va storto. Arabella si ritrova con ricordi dai contorni annebbiati, comincia così una drammatica e avvincente ricostruzione di una violenza traumatica. Michaela Coel vive questo processo come una catarsi personale e soprattutto come denuncia del pinkwashing.
Luca Guadagnino disegna un mondo sospeso, uno spaccato generazionale che si concentra nella base militare americana di Chioggia. La nomina del nuovo comandante sconvolge gli equilibri patriarcali che sostengono ogni dimensione militare. Il comandante Sarah Wilson/Chloë Sevigny è una donna con una moglie, Maggie/Alice Braga e con un figlio, Fraser/Jack Dylan Grazer. Proprio Fraser con le sue inquietudini adolescenziali diviene colui che ci guida in un’America in miniatura con tutte le sue sfumature e i suoi paradossi. Il dramma è il conflitto che ruota attorno allo scontro tra la superficiale calma dell’omologazione della vita militare e il vibrante senso di diversità che ribolle nelle singole soggettività. In questo girovagare, esplorare, con le cuffie fisse sulle orecchie e la musica (straordinaria) a tutto volume, Fraser incontra una ragazza della sua stessa età, Caitlin/Jordan Kristine Seamón. Una creatura senza genere definito, fluida alla ricerca della propria identità, così come Fraser. Questa ricerca di sé stessi si fa poesia e dramma, ma così è la vita.
Ethos indaga il concetto freudiano di perturbante, di unheimlich. La casa dove non ci si sente a casa propria. Istanbul, metropoli dalle mille contraddizioni è lo sfondo di una storia dove i ponti non leniscono le diseguaglianze fra la sponda europea e quella asiatica semi-rurale. L’unheimlich investe le donne velate anatoliche, le famiglie curde espiantate e la borghesia occidentalizzata. La protagonista è Meryem, una domestica religiosa, velata, afflitta da svenimenti di origine psicosomatica che avvia un tormentato rapporto terapeutico con un’analista laica, Peri. Nasce così una sequenza di vicende relazionali che rivelano complessità umane da una parte e dall’altra del Bosforo al di là delle differenze degli stili di vita.
Creata dall’artista e attivista Katori Hall, P-Valley è ambientata nel paese immaginario Chucalissa, situato nel delta del Mississippi, zona depressa e soggetta a continue esondazioni. Lo strip club The Pynk è l’epicentro di una drammatica operazione di speculazione edilizia. La gentrification arriva anche nei paesi immaginari. La vita delle spogliarelliste e dell* straordinari* protagonista Uncle Clifford/Nicco Annan viene sconvolta. Ecco che il club si trasforma in uno spazio politico dove al centro vi è il corpo delle donne e dello zio Clifford. Corpi liberati, glitterati, parruccati che a ritmo di un rap profondo e contaminato dal blues vengono inquadrati e raccontati con una prospettiva diversa, dal punto di vista delle donne stesse. Tutto è femminile, la scrittura, la regia, le straordinarie coreografie non si limitano a mostrare i personaggi semplicemente come corpi da volere o su cui lucrare, ma come universi con le loro sfumature e debolezze, con una storia da raccontare.
Una delle serie più acclamate e commentate da critica e pubblico per i contenuti e soprattutto per la presenza della superstar social e teen Zendaya. Si tratta di un affresco generazionale sospeso tra redenzione e caduta, in breve lo svelamento delle fragilità dell’essere giovani. Creata e diretta da Sam Levinson, figlio di Barry, regista tra gli altri di Good Morning, Vietnam e Rain Man, Euphoria sembra un viaggio lisergico tra amicizie ed esperienze che scottano con un’estetica fatta di colori fluo, forti contrasti, notti al neon, al glitter. Tutto è psichedelico, anche la musica sospesa tra accelerazioni tecno e sonorità vaporwave. Le due giovanissime danno vita a un susseguirsi doloroso e intenso di fallimenti e rinascite. Perdere e rifare tutto. Non è forse così che si scopre la propria verità e il mondo?
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- Marco Petroni
- 24 luglio 2021
Ideatore: Graeme Manson, USA, 2020, Netflix
Ideatore: Graeme Manson, USA, 2020, Netflix
Ideatori: David Simon e George Pelecanos, USA, 2019, HBO
Ideatori: David Simon e George Pelecanos, USA, 2019, HBO
Ideatore: Ronan Bennett, UK, 2019, Netflix
Ideatrice: Michaela Coel, UK ,2019, BBC ONE HBO
Ideatrice Michaela Coel, UK ,2019, BBC ONE HBO
Ideatori: Luca Guadagnino, Paolo Giordano, Francesca Manieri e Sean Conway, Italia/USA, 2020, HBO Sky Atlantic
Ideatori: Luca Guadagnino, Paolo Giordano, Francesca Manieri e Sean Conway, Italia/USA, 2020, HBO Sky Atlantic
Ideatore: Berkun Oya, Turchia/USA, 2020, Netflix
Ideatrice: Katori Hall, USA 2020, Starz / Prime Video
Ideatore: Sam Levinson, USA, 2019, HBO
Ideatore: Sam Levinson, USA, 2019, HBO