Questo articolo è stato pubblicato in origine su Domus 1067, aprile 2022
Nei circa 30 anni di partnership professionale, per Anne Lacaton e Jean Phillippe Vassal il tema della residenza ha rappresentato uno dei banchi di prova più impegnativi, contribuendo a delineare la cifra qualificante dello studio.
Attraverso la progettazione di abitazioni private e sociali, di istituzioni culturali e accademiche, di spazi pubblici e riqualificazioni urbane, si è consolidata una metodologia di lavoro basata sul solido rapporto tra architettura e utenti, tanto quanto tra architettura e città. Hanno dimostrato quanto sia importante ascoltare i luoghi e le comunità, lavorando pazientemente con gli abitanti, per realizzare un’architettura che fornisca libertà, opportunità e comfort, atti a migliorare la qualità della vita delle persone.
Nelle loro opere è possibile cogliere un concetto specifico di sostenibilità, sviluppato in termini di relazioni dirette con l’ambiente, attraverso l’uso di tecnologie e materiali che richiamano i contesti agricoli e industriali. Rilevante appare la capacità di adattamento della loro architettura, una dimensione del progetto aperta alle possibilità, anche per un uso futuro non ancora definitivo. Questa presa di responsabilità, per Lacaton e Vassal, significa consegnare gli esiti della progettazione nelle mani di un tempo successivo. Re-inventare, trasformare, riutilizzare l’esistente per il piacere di abitare, sono principi-chiave da loro confermati per sperimentare un nuovo modo di concepire lo spazio della residenza, in grado di rispondere alla crisi ambientale e sociale.
Maison Latapie
Maison Latapie, Lacaton & Vassal Architectes, Floirac, Francia, 1993
Maison Latapie, progetto residenziale a basso costo, è il risultato di una commissione dal budget ridotto per costruire un’abitazione per una coppia con due bambini. Situata in una zona residenziale mista, la casa s’inserisce con naturalezza nel profilo della strada. È un volume semplice su una base rettangolare che include due piattaforme aperte. Sul lato strada, la struttura metallica è rivestita con una lastra opaca di fibrocemento, mentre l’altro lato dell’edificio, che si affaccia sul giardino, è coperto con una lastra di policarbonato trasparente a formare una veranda. Un volume di legno – fissato al telaio dietro la lastra opaca – definisce uno spazio isolato e riscaldato che si apre sul giardino d’inverno e, verso l’esterno, sulla strada.
Maison Latapie, Lacaton & Vassal Architectes, Floirac, Francia, 1993
Rivolto a est, il giardino d’inverno riceve il sole del primo mattino ed è una parte abitabile, dotata di ampi pannelli di ventilazione che la rendono confortevole in estate. La natura mobile delle facciate est e ovest permette alla casa di passare dalla configurazione più chiusa a quella più aperta, assecondando i bisogni e i desideri degli abitanti in termini di luce, trasparenza, privacy, riparo e ventilazione. La superficie abitabile della residenza può variare a seconda delle stagioni: dalla configurazione minima (soggiorno e camere da letto) a quella più ampia, che in piena estate integra l’intero giardino.
(dalla relazione di progetto)
Maison Latapie, Lacaton & Vassal Architectes, Floirac, Francia, 1993
Maison Latapie, progetto residenziale a basso costo, è il risultato di una commissione dal budget ridotto per costruire un’abitazione per una coppia con due bambini. Situata in una zona residenziale mista, la casa s’inserisce con naturalezza nel profilo della strada. È un volume semplice su una base rettangolare che include due piattaforme aperte. Sul lato strada, la struttura metallica è rivestita con una lastra opaca di fibrocemento, mentre l’altro lato dell’edificio, che si affaccia sul giardino, è coperto con una lastra di policarbonato trasparente a formare una veranda. Un volume di legno – fissato al telaio dietro la lastra opaca – definisce uno spazio isolato e riscaldato che si apre sul giardino d’inverno e, verso l’esterno, sulla strada.
Maison Latapie, Lacaton & Vassal Architectes, Floirac, Francia, 1993
Rivolto a est, il giardino d’inverno riceve il sole del primo mattino ed è una parte abitabile, dotata di ampi pannelli di ventilazione che la rendono confortevole in estate. La natura mobile delle facciate est e ovest permette alla casa di passare dalla configurazione più chiusa a quella più aperta, assecondando i bisogni e i desideri degli abitanti in termini di luce, trasparenza, privacy, riparo e ventilazione. La superficie abitabile della residenza può variare a seconda delle stagioni: dalla configurazione minima (soggiorno e camere da letto) a quella più ampia, che in piena estate integra l’intero giardino.
(dalla relazione di progetto)
I progetti che questo numero di Domus presenta confermano tali attitudini, a partire dalla casa Latapie a Floirac, costruita nel 1993, dalla quale sono scaturite una serie di varianti in progetti successivi. La sua caratteristica è una doppia pelle: quella esterna in metallo zincato e policarbonato, translucida e ventilata, ne contiene un’altra, costituita da un volume coperto da una lastra opaca di fibrocemento; obiettivo dichiarato è aggiungere alla casa uno spazio ulteriore, a parità di budget. Metà del volume è un ambiente che, oscillando tra interno ed esterno, può essere vissuto in modo diverso, a seconda delle esigenze e delle stagioni.
Difendere il piacere di abitare ci sembra, oggi, un atto decisamente politico: è una necessità, un problema che va affrontato allo stesso livello di una priorità ambientale.
Lacaton e Vassal riescono a realizzare uno spazio fluido, messo a disposizione di usi diversi, senza ricorrere a tecnologie complesse, utilizzando tuttavia elementi rudi, di natura industriale: la raffinatezza del loro assemblaggio definisce spazi di grande fascino e puntuale personalità.
Cité manifeste
Cité manifeste, Lacaton & Vassal Architectes, Mulhouse, Francia, 2005
L’associazione SOMCO fu fondata a Mulhouse durante la rivoluzione industriale per affrontare i problemi abitativi dei lavoratori. Nel 1853, realizzò una serie di case a schiera con giardino, con una superficie media di 47 m 2 , progettodell’ingegnere Émile Müller. Chiamata Cité manifeste è il primo quartiere operaio in Francia e, alla fine del XIX secolo, comprendeva 1.240 unità residenziali su 60 ettari. In occasione del suo 150° anniversario, SOMCO ha deciso di adattare il complesso ai bisogni dei nuovi residenti e alle esigenze dell’edilizia comunitaria, producendo appartamenti di maggiore qualità per ceti di reddito medio. L’invito, oltre che al nostro studio, è stato esteso a Poitevin-Reynaud, Lewis-Potin & Block, Ban-de Gastines, e Ateliers Jean Nouvel. Insieme, abbiamo lavorato allo sviluppo degli ex terreni Schoettlé. A ogni gruppo è stato assegnato un lotto lungo e stretto per un totale di 61 alloggi. In linea con la nostra esperienza, abbiamo realizzato appartamenti più spaziosi, aperti, luminosi, confortevoli ed economici rispetto a quelli convenzionali.
Cité manifeste, Lacaton & Vassal Architectes, Mulhouse, Francia, 2005
Siamo partiti da una struttura semplice e funzionale a forma di guscio, il cui volume è stato poi diviso in singole unità. Il piano terra è costituito da una struttura in ferrocemento alta 3 m con generose vetrate apribili. Dietro di esse, speciali tende che combinano materiale isolante e un tessuto esterno di alluminio contribuiscono al comfort termico. Alla struttura è stata aggiunta una serra, in parte isolata e riscaldabile, in parte concepita come giardino d’inverno. Le due parti sono divise da elementi di vetro apribili. Le alette di ventilazione automatica posizionate sul tetto regolano il clima interno, mentre gli elementi orizzontali di ombreggiamento forniscono ulteriore comfort. Estendendosi lungo l’intera larghezza del sito, gli appartamenti hanno due livelli: un’area più grande al piano terra e una più piccola al piano superiore, o viceversa.
(dalla relazione di progetto)
Cité manifeste, Lacaton & Vassal Architectes, Mulhouse, Francia, 2005
L’associazione SOMCO fu fondata a Mulhouse durante la rivoluzione industriale per affrontare i problemi abitativi dei lavoratori. Nel 1853, realizzò una serie di case a schiera con giardino, con una superficie media di 47 m 2 , progettodell’ingegnere Émile Müller. Chiamata Cité manifeste è il primo quartiere operaio in Francia e, alla fine del XIX secolo, comprendeva 1.240 unità residenziali su 60 ettari. In occasione del suo 150° anniversario, SOMCO ha deciso di adattare il complesso ai bisogni dei nuovi residenti e alle esigenze dell’edilizia comunitaria, producendo appartamenti di maggiore qualità per ceti di reddito medio. L’invito, oltre che al nostro studio, è stato esteso a Poitevin-Reynaud, Lewis-Potin & Block, Ban-de Gastines, e Ateliers Jean Nouvel. Insieme, abbiamo lavorato allo sviluppo degli ex terreni Schoettlé. A ogni gruppo è stato assegnato un lotto lungo e stretto per un totale di 61 alloggi. In linea con la nostra esperienza, abbiamo realizzato appartamenti più spaziosi, aperti, luminosi, confortevoli ed economici rispetto a quelli convenzionali.
Cité manifeste, Lacaton & Vassal Architectes, Mulhouse, Francia, 2005
Siamo partiti da una struttura semplice e funzionale a forma di guscio, il cui volume è stato poi diviso in singole unità. Il piano terra è costituito da una struttura in ferrocemento alta 3 m con generose vetrate apribili. Dietro di esse, speciali tende che combinano materiale isolante e un tessuto esterno di alluminio contribuiscono al comfort termico. Alla struttura è stata aggiunta una serra, in parte isolata e riscaldabile, in parte concepita come giardino d’inverno. Le due parti sono divise da elementi di vetro apribili. Le alette di ventilazione automatica posizionate sul tetto regolano il clima interno, mentre gli elementi orizzontali di ombreggiamento forniscono ulteriore comfort. Estendendosi lungo l’intera larghezza del sito, gli appartamenti hanno due livelli: un’area più grande al piano terra e una più piccola al piano superiore, o viceversa.
(dalla relazione di progetto)
L’evoluzione di questa ricerca prosegue nel primo progetto Cité manifeste a Mulhouse. Lacaton & Vassal immaginano un edificio in cui l’elemento formale prevalente sia una struttura industriale zincata, rivestita di policarbonato: una serra caratterizzata dalla classica copertura ad arco ribassato, una tecnica costruttiva semplice, ma che permette grandi aperture e uno spazio libero, con pochissimi elementi divisori. Lo spazio ulteriore diventa un’opportunità, in grado di sollecitare l’abitante a una libera interpretazione, attraverso usi imprevisti e mutevoli nel tempo.
I progettisti stessi si chiedono: “Come innescare un processo immaginativo? Cerchiamo sempre di costruire uno spazio che non assoggetti nulla, che non sia altro che pura libertà. Siamo sempre ottimisti riguardo a quanto può accadere. Confidiamo nell’uso e nell’inventiva delle persone per produrre possibilità di fuga. Come ritirarsi dal reale, per poterne sempre uscire? Aggrappandoci costantemente all’idea di un altrove, di un sogno”. Con questi concetti lo studio francese ha concepito residenze equilibrate e rispettose dell’ambiente: luoghi dove vivere, non dove apparire. Un’idea di semplicità complessa, nella quale i bisogni vengono prima dell’estetica, la comodità e il comfort prima della forma.
Neppert Gardens
Neppert Gardens, Lacaton & Vassal Architectes, Mulhouse, Francia, 2014
Il progetto è situato tra rue Bulher e rue Neppert a Mulhouse, a Neppert Gardens, una ZAC (zone d’aménagement concerté, area di sviluppo con partenariato pubblico/privato), che comprende 59 alloggi ad affitto agevolato sviluppati da SOMCO secondo un approccio in linea con il progetto Cité manifeste. Gli obiettivi del nostro intervento ruotano principalmente attorno alla qualità della vita degli abitanti. In primo luogo, abbiamo voluto creare alloggi con superfici maggiori rispetto agli standard più diffusi, ma anche offrire spazi aggiuntivi e intermedi con caratteristiche diverse rispetto alle stanze tradizionali delle abitazioni unifamiliari. Questi spazi ampliano la gamma degli usi e delle atmosfere, offrendo anche zone esterne che dilatano gli interni e avvicinano così l’appartamento di un condominio alla qualità di una casa individuale. Infine, abbiamo ottimizzato il numero di abitazioni in relazione alla capacità del sito, sviluppando un’economia di progetto efficiente. Alcuni appartamenti sono duplex.
Neppert Gardens, Lacaton & Vassal Architectes, Mulhouse, Francia, 2014
Quelli da T1 a T5 hanno un doppio aspetto: i soggiorni orientati a sud-est si aprono su una terrazza privata che può essere totalmente aperta in estate e completamente chiusa nella stagione fredda. Questi giardini d’inverno definiscono un sistema bioclimatico con ventilazione naturale, permettendo di evitare problemi di surriscaldamento e creando uno spazio-tampone che, in inverno, sfrutta la radiazione solare. Le terrazze offrono uno spazio aggiuntivo ai soggiorni, un giardino privato. L’edificio ha un alto rendimento in termini di efficienza energetica, mentre il sistema costruttivo è composto per lo più da elementi di produzione industriale. Inoltre, soddisfacendo le esigenze di rispetto dell’ambiente il concetto di progettazione a risparmio energetico s’inserisce in una filosofia di sviluppo sostenibile.
(dalla relazione di progetto)
Neppert Gardens, Lacaton & Vassal Architectes, Mulhouse, Francia, 2014
Il progetto è situato tra rue Bulher e rue Neppert a Mulhouse, a Neppert Gardens, una ZAC (zone d’aménagement concerté, area di sviluppo con partenariato pubblico/privato), che comprende 59 alloggi ad affitto agevolato sviluppati da SOMCO secondo un approccio in linea con il progetto Cité manifeste. Gli obiettivi del nostro intervento ruotano principalmente attorno alla qualità della vita degli abitanti. In primo luogo, abbiamo voluto creare alloggi con superfici maggiori rispetto agli standard più diffusi, ma anche offrire spazi aggiuntivi e intermedi con caratteristiche diverse rispetto alle stanze tradizionali delle abitazioni unifamiliari. Questi spazi ampliano la gamma degli usi e delle atmosfere, offrendo anche zone esterne che dilatano gli interni e avvicinano così l’appartamento di un condominio alla qualità di una casa individuale. Infine, abbiamo ottimizzato il numero di abitazioni in relazione alla capacità del sito, sviluppando un’economia di progetto efficiente. Alcuni appartamenti sono duplex.
Neppert Gardens, Lacaton & Vassal Architectes, Mulhouse, Francia, 2014
Quelli da T1 a T5 hanno un doppio aspetto: i soggiorni orientati a sud-est si aprono su una terrazza privata che può essere totalmente aperta in estate e completamente chiusa nella stagione fredda. Questi giardini d’inverno definiscono un sistema bioclimatico con ventilazione naturale, permettendo di evitare problemi di surriscaldamento e creando uno spazio-tampone che, in inverno, sfrutta la radiazione solare. Le terrazze offrono uno spazio aggiuntivo ai soggiorni, un giardino privato. L’edificio ha un alto rendimento in termini di efficienza energetica, mentre il sistema costruttivo è composto per lo più da elementi di produzione industriale. Inoltre, soddisfacendo le esigenze di rispetto dell’ambiente il concetto di progettazione a risparmio energetico s’inserisce in una filosofia di sviluppo sostenibile.
(dalla relazione di progetto)
Qualche anno dopo, sempre a Mulhouse, lo studio conferma l’approccio e gli obiettivi proposti per la Cité manifeste, elaborando un altro progetto di residenze sociali. Caratterizzati nuovamente da superfici aggiuntive, intermedie tra interno ed esterno, gli alloggi ampliano la loro capacità d’uso, la varietà degli spazi e migliorano il microambiente interno, con superfici fino al 50 per cento più ampie dello standard previsto. I soggiorni esposti a sud-est sono prolungati da una terrazza, che può essere chiusa in inverno (come spazio cuscinetto isolante) e aperta in estate (evitando problemi di riscaldamento, attraverso la ventilazione naturale).
Gli edifici residenziali di Lacaton e Vassal si precisano attraverso la definizione del senso dei luoghi, in un intenso rapporto con l’ambiente; li accomuna una particolare concezione di spazio domestico, dove il paesaggio si fa scenario. Rifiutando un’idea di domesticità come rinuncia, propongono una reinterpretazione del concetto d’intimità, attraverso lo sfondamento delle mura perimetrali e la costituzione di nuovi spazi aperti. Come macchine rivelatrici dell’ambiente che le circonda, gli interni rivelano e inglobano le potenzialità inespresse dei paesaggi periferici dove si collocano. Le strategie architettoniche adottate – sistemi passivi di raffrescamento e paramenti per proteggersi dal sole – diventano strumenti di manipolazione della luce e dello spazio, macchine semplici di relazione tattile e visiva, che aprono (e chiudono ove necessario), ma anche arricchiscono l’esperienza spaziale dei loro abitanti.
La Chesnaie
La Chesnaie, Lacaton & Vassal Architectes, Saint-Nazaire, Francia, 2016
La doppia operazione di trasformazione e densificazione interessa il quartiere di La Chesnaie a Saint-Nazaire, zona emblematica dell’urbanistica degli anni Settanta, e rientra nel quadro del rinnovamento urbano Ville-Ouest, attraverso cui il Comune continua lo sviluppo lungo la circonvallazione tra il centro cittadino e la vicina Pornichet. In posizione ideale tra il mare e il centro, l’insediamento è circondato da aree verdi e boschive, da spiagge e spazi aperti. Pur offrendo una varietà di servizi, alloggi di qualità e trasporti pubblici, oggi sembra avere però perso la sua attrattiva. In opposizione alla politica urbana, che incoraggia la demolizione di tali aree indipendentemente dal loro potenziale, il progetto propone una riqualificazione a lungo termine attraverso la trasformazione radicale di 40 appartamenti all’interno di un condominio esistente, e la sua densificazione tramite l’innesto sulla facciata di 40 nuove abitazioni. Senza grandi interventi strutturali e senza alterare l’organizzazione dell’edificio, ogni appartamento esistente ha beneficiato di un aumento di superficie di 33 m 2 e dell’aggiunta di un giardino d’inverno e di un balcone. I bagni sono stati ricollocati nella camera da letto preesistente, grande 9 m2 e dotata di finestra. Mentre nell’estensione è stata ricavata una nuova camera da letto, e il bagno esistente trasformato in ripostiglio.
La Chesnaie, Lacaton & Vassal Architectes, Saint-Nazaire, Francia, 2016
Il giardino d’inverno è servito da un dispositivo di controllo del clima largo 2 m, costituito da pannelli trasparenti mobili con schermatura in tessuto. Combinato con un balcone largo 1 m, è stato montato sulla facciata originale. Gli appartamenti di nuova costruzione dispongono di una generosa quantità di spazio grazie ai loro giardini d’inverno e ai balconi. Trasformare il complesso è stato più economico che demolire i 40 appartamenti esistenti e costruirne 80 nuovi. Infine, il progetto offre spazi dagli standard superiori rispetto a quelli delle nuove costruzioni.
(dalla relazione di progetto)
La Chesnaie, Lacaton & Vassal Architectes, Saint-Nazaire, Francia, 2016
La doppia operazione di trasformazione e densificazione interessa il quartiere di La Chesnaie a Saint-Nazaire, zona emblematica dell’urbanistica degli anni Settanta, e rientra nel quadro del rinnovamento urbano Ville-Ouest, attraverso cui il Comune continua lo sviluppo lungo la circonvallazione tra il centro cittadino e la vicina Pornichet. In posizione ideale tra il mare e il centro, l’insediamento è circondato da aree verdi e boschive, da spiagge e spazi aperti. Pur offrendo una varietà di servizi, alloggi di qualità e trasporti pubblici, oggi sembra avere però perso la sua attrattiva. In opposizione alla politica urbana, che incoraggia la demolizione di tali aree indipendentemente dal loro potenziale, il progetto propone una riqualificazione a lungo termine attraverso la trasformazione radicale di 40 appartamenti all’interno di un condominio esistente, e la sua densificazione tramite l’innesto sulla facciata di 40 nuove abitazioni. Senza grandi interventi strutturali e senza alterare l’organizzazione dell’edificio, ogni appartamento esistente ha beneficiato di un aumento di superficie di 33 m 2 e dell’aggiunta di un giardino d’inverno e di un balcone. I bagni sono stati ricollocati nella camera da letto preesistente, grande 9 m2 e dotata di finestra. Mentre nell’estensione è stata ricavata una nuova camera da letto, e il bagno esistente trasformato in ripostiglio.
La Chesnaie, Lacaton & Vassal Architectes, Saint-Nazaire, Francia, 2016
Il giardino d’inverno è servito da un dispositivo di controllo del clima largo 2 m, costituito da pannelli trasparenti mobili con schermatura in tessuto. Combinato con un balcone largo 1 m, è stato montato sulla facciata originale. Gli appartamenti di nuova costruzione dispongono di una generosa quantità di spazio grazie ai loro giardini d’inverno e ai balconi. Trasformare il complesso è stato più economico che demolire i 40 appartamenti esistenti e costruirne 80 nuovi. Infine, il progetto offre spazi dagli standard superiori rispetto a quelli delle nuove costruzioni.
(dalla relazione di progetto)
Affermano: “Difendere il piacere di abitare ci sembra, oggi, un atto decisamente politico: è una necessità, un problema che va affrontato allo stesso livello di una priorità ambientale. Lo spazio è un bene comune, proprio come il sole, l’aria o la luce. È un materiale vitale. Come architetti, dobbiamo trattarlo tutti come tale”. La razionalità delle strutture e la limpidezza delle geometrie delle loro architetture contribuiscono alla costruzione di una spazialità specifica, in grado di far emergere le peculiarità del contenuto.
La recente trasformazione del quartiere di Chêne-Bourg nel cantone di Ginevra conferma questo principio. Le spaziose residenze risultano piacevoli, ben illuminate, a raffresco ad aria passante, grazie al doppio affaccio. Attraverso grandi vetrate, scorrevoli da pavimento a soffitto, le stanze instaurano relazioni nuove con il paesaggio. Anche in quest’intervento l’involucro bioclimatico dei giardini d’inverno e le tende termiche contribuiscono alla costruzione di un gradevole microclima in tutte le stagioni.
Tour Opale (Halte Ceva)
Tour Opale (Halte Ceva), Lacaton & Vassal Architectes, Chêne-Bourg, Ginevra, Svizzera, 2020
A determinare la qualità della vita urbana contribuiscono il valore dello spazio abitativo, le sue dimensioni e il suo comfort. La trasformazione del quartiere di Chêne-Bourg a Ginevra, con la realizzazione della stazione CEVA (il collegamento ferroviario locale Cornavin–EauxVives–Annemasse), ha offerto l’occasione di rimettere in discussione lo spazio dell’abitare e il suo rapporto con la città. Il progetto della torre mista, uffici e residenziale, sfrutta al meglio l’intero lotto e il potenziale di altezza e volumi concesso dai regolamenti. La struttura, semplice e modulare, è un sistema a telaio che permette di lasciare sgombre ampie superfici e di liberare interamente il profilo delle facciate da ogni vincolo strutturale. Allo stesso modo, consente di gestire in modo semplice l’evoluzione della distribuzione delle funzioni nel lungo periodo. Sono state ricavate cinque piattaforme per uffici, modulari in modo da potersi trasformare da un unico spazio panoramico a due, tre o quattro spazi indipendenti. A queste si sono aggiunti 101 alloggi che offrono diverso orientamento e vedute, e godono d’illuminazione solare diretta sia d’inverno sia d’estate.
Tour Opale (Halte Ceva), Lacaton & Vassal Architectes, Chêne-Bourg, Ginevra, Svizzera, 2020
Le abitazioni sono spaziose, gradevoli, ben illuminate, per la maggior parte passanti o a doppio orientamento. Vogliono ricreare in città le qualità e il carattere di una villa. Ogni alloggio dispone di giardino d’inverno e balconi, che prolungano lo spazio interno. Tutti gli ambienti principali si aprono su questi spazi tramite grandi vetrate scorrevoli dal pavimento al soffitto, attrezzate per il comfort con tendaggi termici. L’involucro bioclimatico è composto da giardini d’inverno totalmente apribili d’estate, quando diventano grandi terrazzi ombrosi. Nei mesi freddi, le facciate vetrate si chiudono a creare condizioni climatiche protette, che sfruttano l’apporto della luce solare e migliorano l’economia energetica.
(dalla relazione di progetto)
Tour Opale (Halte Ceva), Lacaton & Vassal Architectes, Chêne-Bourg, Ginevra, Svizzera, 2020
Tour Opale (Halte Ceva), Lacaton & Vassal Architectes, Chêne-Bourg, Ginevra, Svizzera, 2020
Tour Opale (Halte Ceva), Lacaton & Vassal Architectes, Chêne-Bourg, Ginevra, Svizzera, 2020
Tour Opale (Halte Ceva), Lacaton & Vassal Architectes, Chêne-Bourg, Ginevra, Svizzera, 2020
Tour Opale (Halte Ceva), Lacaton & Vassal Architectes, Chêne-Bourg, Ginevra, Svizzera, 2020
Tour Opale (Halte Ceva), Lacaton & Vassal Architectes, Chêne-Bourg, Ginevra, Svizzera, 2020
Tour Opale (Halte Ceva), Lacaton & Vassal Architectes, Chêne-Bourg, Ginevra, Svizzera, 2020
A determinare la qualità della vita urbana contribuiscono il valore dello spazio abitativo, le sue dimensioni e il suo comfort. La trasformazione del quartiere di Chêne-Bourg a Ginevra, con la realizzazione della stazione CEVA (il collegamento ferroviario locale Cornavin–EauxVives–Annemasse), ha offerto l’occasione di rimettere in discussione lo spazio dell’abitare e il suo rapporto con la città. Il progetto della torre mista, uffici e residenziale, sfrutta al meglio l’intero lotto e il potenziale di altezza e volumi concesso dai regolamenti. La struttura, semplice e modulare, è un sistema a telaio che permette di lasciare sgombre ampie superfici e di liberare interamente il profilo delle facciate da ogni vincolo strutturale. Allo stesso modo, consente di gestire in modo semplice l’evoluzione della distribuzione delle funzioni nel lungo periodo. Sono state ricavate cinque piattaforme per uffici, modulari in modo da potersi trasformare da un unico spazio panoramico a due, tre o quattro spazi indipendenti. A queste si sono aggiunti 101 alloggi che offrono diverso orientamento e vedute, e godono d’illuminazione solare diretta sia d’inverno sia d’estate.
Tour Opale (Halte Ceva), Lacaton & Vassal Architectes, Chêne-Bourg, Ginevra, Svizzera, 2020
Le abitazioni sono spaziose, gradevoli, ben illuminate, per la maggior parte passanti o a doppio orientamento. Vogliono ricreare in città le qualità e il carattere di una villa. Ogni alloggio dispone di giardino d’inverno e balconi, che prolungano lo spazio interno. Tutti gli ambienti principali si aprono su questi spazi tramite grandi vetrate scorrevoli dal pavimento al soffitto, attrezzate per il comfort con tendaggi termici. L’involucro bioclimatico è composto da giardini d’inverno totalmente apribili d’estate, quando diventano grandi terrazzi ombrosi. Nei mesi freddi, le facciate vetrate si chiudono a creare condizioni climatiche protette, che sfruttano l’apporto della luce solare e migliorano l’economia energetica.
(dalla relazione di progetto)
Tour Opale (Halte Ceva), Lacaton & Vassal Architectes, Chêne-Bourg, Ginevra, Svizzera, 2020
Tour Opale (Halte Ceva), Lacaton & Vassal Architectes, Chêne-Bourg, Ginevra, Svizzera, 2020
Tour Opale (Halte Ceva), Lacaton & Vassal Architectes, Chêne-Bourg, Ginevra, Svizzera, 2020
Tour Opale (Halte Ceva), Lacaton & Vassal Architectes, Chêne-Bourg, Ginevra, Svizzera, 2020
Tour Opale (Halte Ceva), Lacaton & Vassal Architectes, Chêne-Bourg, Ginevra, Svizzera, 2020
Tour Opale (Halte Ceva), Lacaton & Vassal Architectes, Chêne-Bourg, Ginevra, Svizzera, 2020
Si tratta di una spazialità dalle peculiari qualità, che trova la sua estrema sintesi nell’insieme dei progetti di trasformazione del patrimonio residenziale in dismissione, che ha reso l’opera di Lacaton & Vassal internazionalmente riconoscibile.
Lo spazio è un bene comune, proprio come il sole, l’aria o la luce. È un materiale vitale. Come architetti, dobbiamo trattarlo tutti come tale
Il primo progetto che ha affrontato concretamente questo tema è stata l’inedita proposta di riqualificazione della Tour Bois le Prêtre, dove un gesto apparentemente semplice e banale, come l’ampliamento degli appartamenti tramite una loggia, spezzando i confini fisici dell’edificio e mentali dell’abitante, realizza una radicale mutazione delle condizioni abitative. Questa mossa non solo ha migliorato la qualità abitativa delle singole unità, ma ha riverberato conseguenze sull’intero quartiere, restituendo una nuova immagine dell’edificio, diventata sentimento di orgoglio per l’intera comunità. Da allora, la ricerca è proseguita nella convinzione che la trasformazione sia l’opportunità per offrire di più e di meglio con ciò che già esiste.
Grand Parc
Grand Parc, Lacaton & Vassal Architectes, Bordeaux, Francia, 2017
Il progetto prevede la trasformazione di tre case popolari già abitate, ed è la prima fase della riorganizzazione della Cité du Grand Parc. Costruito all’inizio degli anni Sessanta, questo complesso residenziale conta oltre 4.000 abitazioni. I tre edifici G, H e I – con un’altezza dai 10 ai 15 piani – comprendono 530 abitazioni e avevano il potenziale per essere trasformati in bellissimi appartamenti. L’aggiunta di un balcone e di un giardino d’inverno ha permesso a ogni alloggio di godere di più luce naturale, di una maggiore fluidità d’uso e di splendide viste su Bordeaux, che si traducono in una qualità abitativa straordinaria. Per i tre edifici, è stato adottato un approccio generoso, economico e sostenibile in modo da ottenere in breve tempo alloggi di alta qualità con le caratteristiche tipiche degli edifici a sviluppo verticale, definiti come esempi di abitazioni responsabili per il futuro. L’economia complessiva del progetto si basa sulla scelta di conservare le architetture esistenti senza effettuare grandi interventi sulle strutture, sulle scale o sui pavimenti.
Grand Parc, Lacaton & Vassal Architectes, Bordeaux, Francia, 2017
Questa strategia ha permesso di concentrare le risorse su generosi ampliamenti che sono, a nostro avviso, la chiave per migliorare la qualità e le dimensioni delle abitazioni in modo duraturo. Queste estensioni ampliano lo spazio d’uso e l’evoluzione delle abitazioni, oltre a offrire la possibilità, come in una residenza unifamiliare, di vivere all’esterno pur rimanendo a casa propria. Gli appartamenti si aprono su grandi giardini d’inverno e balconi, che offrono piacevoli spazi esterni sufficientemente ampi per essere sfruttati appieno: 3,80 m di profondità sulle facciate sud degli edifici H e I, e sulle due facciate dell’edificio G. Sono previsti anche interventi per migliorare gli interni e ristrutturare i bagni. I giardini ai piedi degli edifici sono stati migliorati, facilitandone l’accesso e l’uso. Il progetto si occupa anche delle prestazioni complessive dell’involucro dell’edificio, così come della riconfigurazione della circolazione verticale e degli atrii di accesso.
(dalla relazione di progetto)
\\DS-FD\agence\Projets\Grand Parc\GRP-DCE\GRP-DCE-RENDU 20130408\GRP-DCE-DOC GRAP ARCH\DWG\GRP DCE GHI Carnet Plans 500 Existan
Grand Parc, Lacaton & Vassal Architectes, Bordeaux, Francia, 2017
Il progetto prevede la trasformazione di tre case popolari già abitate, ed è la prima fase della riorganizzazione della Cité du Grand Parc. Costruito all’inizio degli anni Sessanta, questo complesso residenziale conta oltre 4.000 abitazioni. I tre edifici G, H e I – con un’altezza dai 10 ai 15 piani – comprendono 530 abitazioni e avevano il potenziale per essere trasformati in bellissimi appartamenti. L’aggiunta di un balcone e di un giardino d’inverno ha permesso a ogni alloggio di godere di più luce naturale, di una maggiore fluidità d’uso e di splendide viste su Bordeaux, che si traducono in una qualità abitativa straordinaria. Per i tre edifici, è stato adottato un approccio generoso, economico e sostenibile in modo da ottenere in breve tempo alloggi di alta qualità con le caratteristiche tipiche degli edifici a sviluppo verticale, definiti come esempi di abitazioni responsabili per il futuro. L’economia complessiva del progetto si basa sulla scelta di conservare le architetture esistenti senza effettuare grandi interventi sulle strutture, sulle scale o sui pavimenti.
Grand Parc, Lacaton & Vassal Architectes, Bordeaux, Francia, 2017
Questa strategia ha permesso di concentrare le risorse su generosi ampliamenti che sono, a nostro avviso, la chiave per migliorare la qualità e le dimensioni delle abitazioni in modo duraturo. Queste estensioni ampliano lo spazio d’uso e l’evoluzione delle abitazioni, oltre a offrire la possibilità, come in una residenza unifamiliare, di vivere all’esterno pur rimanendo a casa propria. Gli appartamenti si aprono su grandi giardini d’inverno e balconi, che offrono piacevoli spazi esterni sufficientemente ampi per essere sfruttati appieno: 3,80 m di profondità sulle facciate sud degli edifici H e I, e sulle due facciate dell’edificio G. Sono previsti anche interventi per migliorare gli interni e ristrutturare i bagni. I giardini ai piedi degli edifici sono stati migliorati, facilitandone l’accesso e l’uso. Il progetto si occupa anche delle prestazioni complessive dell’involucro dell’edificio, così come della riconfigurazione della circolazione verticale e degli atrii di accesso.
(dalla relazione di progetto)
\\DS-FD\agence\Projets\Grand Parc\GRP-DCE\GRP-DCE-RENDU 20130408\GRP-DCE-DOC GRAP ARCH\DWG\GRP DCE GHI Carnet Plans 500 Existan
Un esempio significativo è la trasformazione di un condominio nel rione La Chesnaie a Saint-Nazaire: alla riqualificazione dei 40 alloggi è affiancata la creazione di un nuovo blocco. L’esistente e il nuovo si confrontano in un dialogo aperto, in cui la sovrapposizione di due strutture favorisce lo sviluppo di fenomeni inaspettati, con usi imprevisti degli ambienti e inusuali modelli di comportamento degli utenti.
Più recentemente, grazie alla convincente riuscita di questi interventi, la sperimentazione viene riproposta per la trasformazione di 530 appartamenti distribuiti in tre palazzine costituenti un primo lotto del vasto complesso Grand Parc a Bordeaux. Anche in questo caso, è suggerita una completa rivisitazione della struttura, senza dislocare gli abitanti durante i lavori di ristrutturazione, restituendo piuttosto una nuova e straordinaria immagine del complesso di edilizia sociale, caratterizzata da linearità leggerezza e rigore.
Attraverso uno sguardo attento, rispettoso delle diverse realtà che incontrano, i progetti residenziali di Lacaton e Vassal presentano una lezione di umiltà, serietà e intelligenza, lavorando per piccoli spostamenti piuttosto che per grandi proclami e perseguendo una serie coerente di piccole variazioni, in grado di portare a scoperte inattese. Si tratta di un progetto che rende lo spazio della residenza, al contempo, rassicurante e inatteso, capace di articolare lo spazio collettivo di relazione e proteggere l’indispensabile dimensione intima e privata dell’alloggio che dialoga magicamente con il paesaggio. Uno spazio in grado di colpirci emotivamente, capace di costruire quella ‘atmosfera’ che Peter Zumthor considera necessaria e imprescindibile per definire le qualità di un edificio.