A Sydney, a dispetto delle originali caratteristiche scultoree di parecchi edifici brutalisti e del loro significato storico, ne è stata proposta la demolizione, riferisce Burdon, “e sarà sempre troppo tardi, quando il Sirius sarà stato sostituito da un edificio di dimensioni molto maggiori, che il pubblico capirà che cosa ha rappresentato veramente questa architettura. Il crogiolo sociale di vecchio e nuovo, di famiglie grandi e piccole, sarà rimpiazzato da un omogeneo gruppo di nuovi ricchi. La grande ironia è che un sito noto per i suoi panorami, con la nuova composizione sociale, guarderà sempre più a se stesso”. Per l’architetto Glenn Harper, socio anziano dello studio PTW Architects che sta lavorando a una guida sul brutalismo di Sydney, “l’attuale clima politico non vede alcun valore in questi edifici”, il che “è indicativo di un cambiamento del pensiero sociopolitico di Sydney in direzione opposta alla proprietà pubblica e all’intervento statale di indirizzo della progettazione, che ha valorizzato l’importanza della sfera pubblica e della proprietà pubblica”.
La decisione del governo del Nuovo Galles del Sud ha sfidato le opinioni di addetti ai lavori come il sindaco di Sydney, l’architetto Tao Gofers, il Consiglio del Nuovo Galles del Sud e quello nazionale dell’Australian Institute of Architects. Come dichiara Burdon “nel caso del Sirius, il ministro […] ha ignorato il parere della comunità in generale – e quello della comunità del progetto in particolare – che ritengono di pari importanza il valore estetico e lo scopo sociale”. Oggi associazioni, critici e comunità si sono uniti in una campagna per salvare il Sirius. Harper attribuisce l’incremento del sostegno comunitario a un’“aspirazione all’autenticità” che si concretizza in questo particolare stile architettonico. Questi gruppi valutano l’edificio tanto per il suo ruolo sociale quanto per la sua testimonianza estetica. Come afferma Harper “gli edifici brutalisti di Sydney riguardavano sostanzialmente la franchezza espressiva del calcestruzzo (e in certi casi del mattone nelle superfici decorative), e ciò trova eco nella comunità”. La campagna comprende un sito web, manifestazioni di massa e visite all’edificio.