“Le facciate della Marc Chagall sorridono” cosi un’allieva ha riassunto in poche parole l’idea di costruire un involucro all’edificio mai seriale, dove ogni facciata offre al bambino una diversa esplorazione del luogo. Un po’ come in un sogno in cui le trame si confondono e si sostengono a vicenda, le figure de Sopra la città (1918) diventano un’apparizione sulla facciata verso Shluss St, cambiando con il mutare dell’angolo visivo.
Trenta pannelli ottici d’alluminio, di diverse misure e composti per il disegno grazie al sistema 3D pixels, trasformano i colori dell’immagine in molte piccole ombre, generate dalla particolare forma della superficie dei pannelli, rendendo l’immagine quasi un ologramma. Una trama ottica che muta a seconda del punto di vista dell’osservatore, o in base alla diversa propagazione della luce artificiale durante la notte. La facciata così sottolinea l’idea cara a Chagall della città percorsa da figure, animali e oggetti che sfidano il tempo e la legge di gravità.
In continuità sulla facciata ovest si trovano gli ingressi dal patio verso le aule, il profondo passaggio della rampa di scale e la lunga fascia di finestre che riceve la luce da ovest. Sulla lunga parete bianca sono sospesi dei sottili pannelli di vetro dai colori puri, ancora da amalgamare: azzurro, arancio, rosso, giallo, blu; bandiere di luoghi immaginari che solo i bimbi sanno vedere.
Questi frammenti di luce colorata sono uniti al pavimento da sottili cavi in acciaio, fungendo da supporto per le piante rampicanti, il glicine viola sulla facciata est e il gelsomino a ovest, che lentamente salgono dal terreno verso l’alto, come nella favola di Jack e il fagiolo magico. Le favole, si sa, ci permettono di entrare in una dimensione incantata, per un nuovo sguardo sul mondo, fonte di libertà, che Chagall ha saputo trasmettere con le sue opere.
I colori continuano anche nelle pavimentazioni delle ampie aule, le quali sono affacciate o verso il verde circostante o in direzione del mare. Le aperture sono state pensate in maniera tale da inquadrare le parti più interessanti dell’orizzonte di Tel Aviv. La scuola ha diversi gradi di luminosità, grazie ai doppi affacci e alla presenza del patio interno, il quale fornisce anche una ventilazione naturale.
Scuola Marc Chagall, Neve Tzedek, Tel Aviv
Programma: scuola
Architetti: Paritzki & Liani
Area: 815 mq
Completamento: 2015