Le condizioni climatiche estreme rappresentano una sfida per architetti, ingegneri e designer. In un contesto di estremo pericolo per le forze ambientali, è importante progettare edifici in grado di resistere a eventi meteorologici intensi, radicali cambiamenti di temperatura e terreni accidentati.
Rispondere alle condizioni ambientali non è solo una misura di protezione, ma si traduce anche in una questione di sicurezza vitale. Le dure condizioni di vento, neve, frane, terreno e clima richiedono specifiche forme architettoniche.
Composto da elementi costruttivi, materiali, strutture e forme tradizionali dell’architettura alpina, il progetto selezionato per la realizzazione è stato sviluppato dagli studenti Frederick Kim, Katie MacDonald e Erin Pellegrino. Dopo la conclusione del semestre accademico, OFIS architects e gli ingegneri strutturali di AKT II hanno sviluppare e adattato il modulo al sito, rispondendo a ulteriori input forniti dagli alpinisti Anze Cokl, Milan Sorc e altri ingegneri.
Il progetto è costituito da tre moduli, in parte per consentire il trasporto e in parte per dividere lo spazio a seconda delle funzioni. Il primo è dedicato all’ingresso, allo stoccaggio e a un piccolo spazio per la preparazione del cibo. Il secondo offre spazio per dormire e socializzare, mentre il terzo offre una zona cuccette. Finestre su entrambi i lati offrono una splendida vista panoramica sulla valle e sulla montagna Skuta.
A causa della natura del processo di installazione, il rifugio è stato progettato come una serie di moduli in modo che potesse trasportato in parti. L’intero prototipo è stato costruito fuori sede. I moduli sono stati progettati come una serie di telai robusti, successivamente uniti in loco in maniera gestibile con fondamenta poco invasive. Al fine di impattare il meno possibile sull’ambiente, i moduli sono fissati su connessioni posizionate strategicamente, che fungono anche da base.
Anche se la scala del bivacco è piccola, il progetto ha richiesto un grande sforzo di pianificazione e la partecipazione di oltre sessanta persone, per lo più volontari e sponsor, finalizzati a mantenere la memoria, lo spirito e la cultura della montagna come un luogo speciale per gli sloveni. La speranza è che il bivacco servirà da rifugio per tutti gli alpinisti che ne hanno bisogno, e che, con la loro cura e attenzione, continuerà a farlo per molti anni.
Rifugio Alpino, Skuta, Slovenia
Tipologia: rifugio
Architetti: OFIS architects (Rok Oman, Spela Videcnik)
Team di studenti Harvard GSD: Frederick Kim, Katie MacDonald, Erin Pellegrino
Team di progettazione OFIS: Andrej Gregoric, Janez Martincic, Maria Della Mea, Vincenzo Roma, Andrea Capretti, Jade Manbodh, Sam Eadington
Ingegneria strutturale: AKT II (Hanif Kara, Edward Wilkes)
Ingegneri strutturali locali: Projecta, Milan Sorc
Ingegneria e consulenza: Freeapproved, Anze Cokl
Realizzazione e coordinamento del cantiere: PD Ljubljana Matica (Matevz Jerman, Davor Rozman)
Facciata – öko skin: Rieder Smart Elements (Wolfgang Rieder, Matthias Kleibel)
Vetri: Guardian (Domen Komac)
Impresa: Permiz d.o.o. (Bostjan Perme)
Completamento: 2015