Il progetto di OMA per la Fondazione Prada a Milano stabilisce una convivenza di nuova architettura e riqualificazione di una distilleria di gin dell’inizio del XX secolo che comprende magazzini, laboratori e silos di fermentazione che, insieme ai tre nuovi edifici, circondano un ampio cortile.
Fondazione Prada a Milano
Rem Koolhaas ha trasformato una distilleria risalente agli anni Dieci del Novecento nella nuova sede permanente della Fondazione Prada a Milano, caratterizzata da un’articolata configurazione architettonica in cui interagiscono nuovo ed esistente.
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- 11 maggio 2015
- Milano
Spiega Rem Koolhaas: “La Fondazione non è un progetto di conservazione e non è una nuova architettura. Due condizioni che di solito vengono tenute separate qui si confrontano l’una con l’altra in uno stato di interazione permanente che offre un insieme di frammenti che non si coagula in una singola immagine, nè consente a una parte di dominare le altre.”
Situata in Largo Isarco, a sud del centro della città, il complesso si propone di ampliare il repertorio delle tipologie spaziali in cui l’arte può essere esposta e condivisa con il pubblico. Il progetto si compone di sette edifici esistenti, e tre nuove strutture: Museum, uno spazio per mostre temporanee; Cinema, un auditorium multimediale; e Torre, uno spazio espositivo permanente di dieci piani per la collezione e le attività della Fondazione. La Torre, attualmente in fase di costruzione, sarà aperta al pubblico in una fase successiva.
L’edificio all’entrata del nuovo centro accoglierà il pubblico con due spazi nati da collaborazioni speciali: un’area didattica dedicata ai bambini, ideata da Giannetta Ottilia Latis, neuropediatra – che ne ha posto le basi teoriche e operative – e sviluppata con gli studenti dell’École nationale supérieure d’architecture de Versailles; e il Bar Luce, ideato dal regista Wes Anderson, che ricrea l’atmosfera di un tipico caffè della vecchia Milano.
Sebbene i film del cineasta americano siano spesso composti da un susseguirsi di “quadri” simmetrici, per Anderson: “non c’è una prospettiva ideale per questo spazio. Dal momento che è stato pensato per essere ‘vissuto’, dovrebbe avere molti posti comodi dove sedersi per conversare, leggere, mangiare, bere… Credo che sarebbe un ottimo set, ma anche un bellissimo posto per scrivere un film. Ho cercato di dare forma a un luogo in cui mi piacerebbe trascorrere i miei pomeriggi ‘non cinematografici’”.
L’edificio che lo ospita mantiene una serie di strutture in acciaio a vista applicate alle pareti portanti che forniscono un rinforzo strutturale permettendo di conservare le superfici, quali il soffitto a volta che qui riproduce in “miniatura” la copertura in vetro della Galleria Vittorio Emanuele, uno dei luoghi-simbolo di Milano. Altri elementi chiave della Galleria trovano spazio nella parte superiore del bar, in una sorta di schema decorativo. Quanto agli arredi, le sedute, i mobili di formica, il pavimento, i pannelli di legno impiallacciato che rivestono le pareti e la gamma cromatica ricordano la cultura popolare e l’estetica dell’Italia degli anni Cinquanta e Sessanta, a cui Anderson si è già ispirato per il cortometraggio Castello Cavalcanti (2013). Tra le altre fonti iconografiche vi sono in particolare due capolavori del Neorealismo italiano, entrambi ambientati a Milano: Miracolo a Milano (1951) di Vittorio De Sica e Rocco e i suoi fratelli (1960) di Luchino Visconti.
In occasione dell’apertura della nuova sede a Milano il 9 maggio 2015, Robert Gober e Thomas Demand hanno realizzato installazioni site-specific in dialogo con le architetture industriali e con i nuovi spazi. Roman Polanski esplora le suggestioni cinematografiche che hanno ispirato i suoi film in un progetto che si traduce in un documentario inedito e in una rassegna cinematografica. La mostra “Serial Classic”, a cura di Salvatore Settis in collaborazione con Anna Anguissola, completa il programma. Il progetto espositivo, il cui allestimento è ideato da OMA, è dedicato alla scultura classica ed esplora il rapporto ambivalente tra originalità e imitazione nella cultura romana e il suo insistere sulla diffusione di multipli come omaggi all’arte greca.
Fondazione Prada, Largo Isarco 2, Milano
Tipologia: spazio espositivo
Architetti: OMA (Rem Koolhaas, Chris van Duijn)
Responsabile di progetto: Federico Pompignoli
Partner locali: Alvisi Kirimoto & Partners, Atelier Verticale
Ingegneria strutturale: Favero&Milan
Ingegneria impiantistica: Favero & Milan, Prisma Engineering
Consulente economico: GAD
Ingegneria acustica: Level Acoustics
Scenografia: Ducks Sceno
Ingegneria antincendio: GAE Engineering
Direzione Prada Engineering: Maurizio Ciabatti
Responsabile di progetto: Maurizio Ciabatti
Allestimenti: Giuseppe Zotti
Autorizzazioni: Michela Goretti
Costruzione: Pietro Cereghini
Finiture: Giuseppe Zotti, Guido Bastiani,
Security: Giuseppe Sinatra
Safety: Alessio Bardus
Produzione Bar Luce: Leonardo Simonti, Gianluca Geraci
Approvvigionamento beni e servizi: Luca Donati, Davide Fantozzi, Giovanni Giuliani, Antonio Calderaro
Responsabile dei lavori: Pietro Cereghini
Concept Bar Luce: Wes Anderson
Progettazione Bar Luce: Studio Baciocchi
Direzione lavori e coordinamento: CeAS
Prevenzione incendi: GAE Engineering
Sicurezza: EGSS Advising
Impiantistica e acustica cinema: ARTECH Digital Cinema
Geotermia: Studio Idrogeotecnico Applicato
Bonifiche e Indagini ambientali: Tecnitalia
Collaudo statico: M.S.C. Associati
Certificazioni: Intertecnica Group
Strutture e opere murarie: Colombo Costruzioni
Impianti meccanici tecnici: Tono Impianti
Impianti elettrici ed elettronici speciali: ALPIQ
Opere di finitura: AZA Aghito Zambonini, Della Camera, Docks & Docker, Fantini, La Vetraria, Maspero, M.C.M., G.B. Mauri, Metal Decò, MOVE, OMMG, Promo, Respedil, Teknelitos, Zanetti
Opere e forniture di arredo: Fav Wood Working, Marconi Arredamenti, Maiser, Knoll
Corpi illuminanti: Erco, Zumtobel
Apparecchiature tecnologiche: Samsung, Sirecom
Attrezzature Cinema: Audionetwork, Cineproject, Eredi Caloi
Area: 18.900 mq
Completamento: 2015