Vuoi scoprire la nuova architettura giapponese? Vai in Svizzera!

In Giappone c'è una nuova generazione di progettisti e urbanisti che si sono formati dopo Fukushima e il terremoto del 2011: sono in mostra al Teatro dell'architettura di Mendrisio.

Il Teatro dell’architettura Mendrisio (TAM) dell’Università della Svizzera italiana (USI) ospita, dall’11 aprile al 5 ottobre 2025, la mostra Make Do with Now. Nuovi orientamenti dell’architettura giapponese, un’esplorazione delle pratiche emergenti di una generazione di architetti e urbanisti giapponesi formatasi all’indomani del terremoto del 2011 e della crisi nucleare di Fukushima. Curata da Yuma Shinohara e prodotta dal S AM Swiss Architecture Museum, l’esposizione documenta un nuovo approccio alla progettazione che rifiuta le logiche speculative per radicarsi in un’azione critica, ecologica e sociale.

Lavorando dalle periferie, sfruttando le lacune del sistema o assumendosi compiti un tempo sottovalutati, questi professionisti stanno ridefinendo il loro ruolo discostandosi radicalmente dall’immagine tradizionale dell’architetto-autore.

Lontani dall’immagine tradizionale dell’archistar e in netto contrasto con le forme “minimaliste” dell’architettura giapponese a cui siamo stati abituati, questi progettisti trasformano la precarietà in opportunità, lavorando con materiali rigenerati e contesti preesistenti per rispondere ai problemi strutturali del paese: il declino demografico, l’abbandono delle campagne, la crisi abitativa e la stagnazione economica. I loro interventi, spesso su piccola scala e fuori dai circuiti ufficiali, mettono in discussione il ruolo dell’architetto e il senso stesso della progettazione contemporanea in un’epoca segnata dalla fine della crescita illimitata.

Foto Ryogo Utatsu
Mio Tsuneyama e Fuminori Nousaku, Holes in the House, Tokyo, 2017
Gli orientamenti che emergono dal panorama dell’architettura nipponica sono un fenomeno tutt’altro che marginale; al contrario rivestono un’importanza cruciale in un mondo che si sta confrontando con la fine del paradigma della crescita costante. In questo senso, l’approccio giapponese offre un contributo notevole alla discussione globale, dimostrando che «adattarsi» non implica affatto una mancanza, ma al contrario può dare vita a una straordinaria creatività, capace di rivelare che ciò che già possediamo è più che sufficiente

A sessant’anni dalla pubblicazione de L’architettura moderna in Giappone (1964) di Manfredo Tafuri, che analizzava il processo di progressiva occidentalizzazione dell’architettura nipponica, la mostra propone una riflessione sull’autonomia del linguaggio architettonico giapponese degli ultimi cinque anni. In opposizione ai grandi interventi speculativi, la scena architettonica più innovativa si sviluppa oggi in studi indipendenti, capaci di ridefinire l’idea di costruzione attraverso pratiche collaborative e sperimentali.

Foto GROUP
GROUP + Yui Kiyohara + Arata Mino, Disegno per Ebina Art Freeway

L’esposizione si articola in due sezioni principali. La prima presenta venti progetti recenti che illustrano l’eterogeneità di approcci e metodologie, senza ridursi a un’unica narrazione unificante. Tra gli studi in mostra figurano: GROUP, Masaaki Iwamoto / ICADA, Ishimura + Neichi, Norihisa Kawashima / Nori Architects, Chie Konno / t e c o, Lunch! Architects, Murayama + Kato Architecture / mtka, Fuminori Nousaku Architects, Jumpei Nousaku Architects, Shun Takagi / Root A, Rui Itasaka / RUI Architects, Studio GROSS, SSK, Keigo Kawai / TAB, Tsubame Architects, Shigenori Uoya, VUILD, Suzuko Yamada, Maki Yoshimura / MYAO.

La seconda sezione approfondisce il lavoro di cinque studi più rappresentativi della scena giapponese contemporanea: Mio Tsuneyama e Fuminori Nousaku, 403architecture [dajiba], CHAr, tomito architecture e dot architects. Attraverso un allestimento multimediale, che include fotografie, modelli in grande scala e video-ritratti realizzati da Studio GROSS (Anne Gross e Sebastian Gross), la mostra offre una prospettiva immersiva sui processi progettuali e sulle visioni alternative proposte da questi architetti.

Foto tomito architecture
Miho Tominaga e Takahito Ito / tomito architecture, Mappa ecologica di Azumagaoka, Casaco, 2016

Accompagna la mostra un catalogo edito da Christoph Merian Verlag, con saggi critici di Yuma Shinohara, Momoyo Kaijima, Kōji Ichikawa, Noriko Matsuda con Norihito Nakatani e Akihito Aoi, Shin Aiba, Leo Tanishige, Siena Hirao, Jun Yamaguchi e Cathelijne Nuijsink, arricchito dalle fotografie di Go Itami.

Make Do with Now. Nuovi orientamenti dell’architettura giapponese non è solo un’indagine sull’architettura giapponese contemporanea, ma una riflessione sulla condizione stessa della disciplina oggi: in un mondo che si confronta con la crisi climatica e l’incertezza economica, la lezione che emerge da questi progetti è che adattarsi non significa soccombere, ma reinventare il nostro modo di abitare e costruire.

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