Al London Architecture Festival di quest’anno si è sperimentata una nuova prospettiva per il futuro della progettazione architettonica. Il gruppo Cloud Architecture si è trasferito per due settimane in uno studio provvisorio al centro dell’Old Spitalfields Market, per analizzare come sia possibile aumentare l’attrattività di questa storica zona di Londra.
Made in London
Al London Architecture Festival di quest’anno, il gruppo di architetti Cloud Architecture ha sperimentato un nuovo modo di progettare, a stretto contatto con gli utenti finali.
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- Tony Minichiello
- 22 luglio 2014
- Londra
Spitalfields è stato per più di trecento anni un mercato di frutta e verdura, prima di chiudere nel 1986 per essere ristrutturato. Lo splendore vittoriano del tetto di ghisa e vetro e gli edifici di mattoni rossi sono rimasti intatti, ma oggi sono ridotti a proporzioni lillipuziane da generici palazzi per uffici. Negozi su due piani, occupati per la maggior parte da catene di ristorazione, dividono il vecchio mercato in due. Indumenti, oggetti d’arte, libri e dischi di seconda mano hanno sostituito la frutta e la verdura di stagione, ma durante la settimana prevale un’atmosfera abbastanza anodina, nonostante la consistente popolazione di impiegati della zona: la City londinese è poco distante.
La presenza di Cloud nel sito è consistita in un processo bidirezionale di costante attività. Il gruppo di Cloud si è rivolto con la parola ai visitatori, ai commercianti e ai gestori del mercato, analizzando la situazione locale, per esempio in fatto di difesa del consumatore, di disponibilità di panchine pubbliche e di requisiti spaziali e funzionali della struttura delle bancarelle. Ma non solo: le scoperte e le proposte iniziali sono state presentate agli utenti del mercato per ottenere un riscontro immediato: degli architetti bulgari di passaggio hanno perfino messo sulla carta le loro idee. La ricerca ha indicato che il progetto e la disposizione delle bancarelle erano poco graditi e che mancavano strutture che favorissero la permanenza dei visitatori. Gli impiegati nell’intervallo tendevano a rimanere ai margini dell’area delle bancarelle. Era chi visitava il mercato per la prima volta ad avventurarcisi e a rimanerci più a lungo.
Dopo una prima settimana di indagine il gruppo ha innanzi tutto rinunciato al tradizionale studio d’architettura, perché occorreva uno spazio riservato per ordinare il crescente numero di reperti e per elaborare soluzioni di presentazione formale. Il vicino Google Campus è stato scelto come luogo per elaborare le proposte. Tra queste il prototipo di una bancarella semplice da smontare e da mettere da parte per liberare superficie destinata a riunioni o manifestazioni pubbliche come concerti, e un percorso che si può ampliare o restringere, secondo la domanda di bancarelle da affittare. Il percorso culmina in una scalinata a terrazze e ospita numerose ‘isole’ per mangiare, lavorare, riposarsi, oppure solo per stare a osservare il viavai del mondo. Il nuovo schema privilegia la prospettiva delle bancarelle, collocate più al centro, e mette in mostra gli impressionanti pilastri di pietra che sostengono il tetto e che attualmente sono d’ostacolo alla circolazione. I modelli e i disegni illustrativi del gruppo sono rimasti esposti per qualche giorno, per misurare ancora una volta le reazioni dei visitatori, dei commercianti e dei gestori. L’operazione sul posto è terminata dopo due settimane, ma avrebbe potuto proseguire più a lungo, fino al compimento delle soluzioni definitive.
A Spitalfields hanno lavorato cinque componenti del gruppo: Derek Ouyang e Alice Eamsherangkoon, statunitensi; Janž Omerzu e Domen Stražar, sloveni; e Karolina Ostrowska, polacca. Collaborano per via telematica e s’incontrano periodicamente per lavorare su un determinato sito. Il gruppo di lavoro è potenzialmente aperto a tutti coloro che mettono a disposizione competenze sul progetto in corso: non solo architetti, ma specialisti d’informatica, gestione aziendale e pubbliche relazioni. In questo modo, Cloud può mettere insieme una gamma immensa di competenze ed esperienze culturali.
Per il gruppo Cloud Architecture il progetto Spitalfields, battezzato Made in London, ha dimostrato che agire in modo ‘glocal’, come viene definita questa prospettiva, presenta netti vantaggi sui metodi di lavoro più ortodossi: “In uno studio ci si sente come in una facoltà d’Architettura”, mi ha confidato Derek Ouyang. “Qui siamo stati costretti a giustificare tutto e a capire che effetto ha su ciascun membro della comunità”. Karolina Ostrowska è d’accordo: “Avere un riscontro istantaneo è una cosa preziosa. La chiave sta nell’ascolto della voce della comunità: è una cosa molto sottovalutata”. Alice Eamsherangkoon afferma che la stretta consuetudine con il contesto è stata fondamentale: “Siamo stati direttamente in contatto per un lungo periodo. Lavorando dove si sta progettando uno spazio si capisce meglio il significato del luogo”. Al contrario il tradizionale metodo dell’architetto viene considerato piuttosto distaccato ed esoterico, e il suo impegno con il pubblico saltuario.
La prossima impresa di Cloud è trasformare un autobus in uno studio, in modo da potersi muovere rapidamente tra un sito e l’altro, ma anche per avere a disposizione uno studio d’architettura quando occorre maggior riservatezza. Il progetto Spitalfields ha dimostrato che impostazioni inconsuete come questa possono ribaltare l’immagine talvolta negativa dell’architetto presso il pubblico, e viceversa, nonché favorire un dialogo più fruttuoso tra il designer e il suo utente. “Spesso”, spiega Derek Ouyang, “non dobbiamo nemmeno far domande: appena la gente sente che siamo architetti si mette semplicemente a condividere esperienze e idee di progetto. Credo che ciò significhi che oggi non ci sono strumenti sufficienti perché le persone possano comunicare con chiarezza le loro idee sullo spazio e sull’ambiente. È evidente che la comunità è sensibile all’architettura della sfera pubblica”.
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