La mostra "Werkbundsiedlung Vienna 1932. A Model for New Living" celebra l'ottantesimo anniversario della costruzione della zona residenziale di Lainz, a Vienna, nel 1932. Trenta famosi architetti austriaci, europei ed americani tra cui Richard Neutra, Adolf Loos, Margarete Schütte-Lihotzky, Otto Niedermoser, Ernst A. Plischke e Gerrit Rietveld realizzarono settanta abitazioni completamente arredate, aperte alle visite del pubblico, per la vendita ai futuri residenti. Con la mostra, aperta fino al 13 gennaio 2013 al Wien Museum, il significato storico dell'avvenimento e la sistemazione dell'area vengono commemorate con documenti particolareggiati in forma di fotografie, piante, modelli, schizzi, arredamenti e perfino i prezzi di vendita della case complete. Promossa dal Werkbund austriaco nel quadro dell'attività edilizia della Rotes Wien del Comune di Vienna, il Werkbundsiedlung applicava il fascino e la competenza di questi architetti a un progetto di edilizia residenziale a basso costo che si distingueva dal funzionalismo dando la priorità al colore, alla bellezza e agli elementi decorativi.
Fondato nel 1912, il Werkbund austriaco era un'associazione di progettisti e di artigiani il cui obiettivo era lavorare a progetti che riunissero lusso e qualità a prezzo contenuto. Con soci come Josef Frank, Adolf Loos e Margarete Schütte Lihotzky, era partecipe della prospettiva ideologica del governo socialdemocratico di Vienna eletto nel 1918 nel rispondere alla miseria e alla domanda di abitazioni locale varando e realizzando un programma edilizio su vasta scala. Dal 1925 oltre sessantamila appartamenti vennero costruiti come Gemeindebau, o case comunali. Il programma – finanziato da imposte appositamente introdotte dal ministro delle Finanze Hugo Brietner, tra cui una tassa sul lusso – ebbe enorme successo e offrì appartamenti a basso costo e ad affitto controllato, fissato al 4 per cento del reddito medio.
La mostra rappresenta bene le differenze stilistiche tra gli architetti coinvolti, ma si limita ad accenni quanto alle loro differenze ideologiche. Il responsabile dell'iniziativa, Josef Frank, cercava di usare la decorazione per segnare una distinzione tra l'"abitare", o l'"appartenenza", e il "vivere", ovvero tra wohnen e leben. Il che poteva sembrare in contrasto con il saggio di Loos del 1908 Ornament und Verbrechen ("Ornamento e delitto"), in cui si afferma che "l'evoluzione della civiltà è sinonimo dell'eliminazione dell'ornamento dall'oggetto d'uso",* e cioè che la decorazione fa passare d'attualità le cose e quindi le rende obsolete.
Sfortunatamente, la mostra non scende granché nei particolari a proposito della battaglia delle idee. Presenta invece molti, colorati arredamenti d'interni, tessuti e campioni di stampe, per argomentare che l'ornamento non è un delitto ma una felice complicità, e che contribuisce a rendere vivibili luoghi semplici o, come si suol dire, economici.