In una lettera datata 2 aprile 1906, il barone Pierre de Coubertin si chiedeva "in quale misura e in quale modo si potrebbero includere l'arte e la letteratura nella celebrazione delle moderne Olimpiadi"?. Descrivendo in maniera più dettagliata le proprie intenzioni, aggiungeva che "negli antichi giorni di Olimpia, le arti accompagnavano armoniosamente i Giochi olimpici per creare la loro gloria. Ed è a questo che si deve tornare". Il barone de Coubertin aveva riportato in vita da solo i Giochi olimpici pochi anni prima, quando, nel giugno del 1894, si aprì formalmente il Congresso olimpico e venne ufficialmente—e unanimemente—approvata l'istituzione dei primi Giochi dei tempi moderni. Per ridestare pienamente lo spirito delle Olimpiadi che si erano tenute molti secoli prima—una celebrazione di corpo e spirito—, il barone immaginò un evento globale, che attribuisse uguale valore alle competizioni sportive e alle arti, come la pittura, la letteratura e, persino, l'architettura. A questo scopo, invitò il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) a esaminare un certo numero di temi di alto valore educativo. Dopo aver felicemente discusso l'integrazione di istruzione e scienza in due incontri precedenti, de Coubertin volse la propria attenzione alle arti. L'argomento ufficiale del Congresso del 1906, ospitato dalla Comédie Française a Parigi, era la "incorporazione delle Arti nei Giochi olimpici e nella vita quotidiana". Col procedere degli anni, per realizzare il progetto decoubertiano di promuovere l'unità di sport e arte, i Giochi avrebbero previsto non soltanto gare sportive, ma anche concorsi artistici, offrendo premi in cinque categorie: architettura, scultura, pittura, musica e letteratura. Una giuria internazionale ammetteva solamente opere che non fossero state ancora pubblicate, esposte o realizzate (per quanto riguardava l'architettura), assegnando le medaglie d'oro, argento e bronzo ad artisti, i cui lavori mostrassero un collegamento diretto e profondo con lo sport.
Il barone de Coubertin immaginò un evento globale, che attribuisse uguale valore alle gare sportive e alle arti