Lo spazio idealizzato del museo e della galleria d'arte è stato una sfida per gli architetti della generazione contemporanea, a fronte dell'affermazione dei teorici secondo i quali il tradizionale ambiente espositivo propone un spazio falsamente non contestuale, il 'cubo bianco' che rappresenta l'apoteosi della prima architettura modernista e la vetrina dell'arte moderna.
Florian Idenburg e Jing Liu, titolari dello studio SO–IL, con la costruzione quasi terminata del Kukje Art Center di Seul, parte di un piano regolatore che hanno elaborato per la zona di Sogyeok-dong della stessa città, hanno concepito una risposta provocatoria al 'problema' del cubo bianco che indulge al volume incontaminato dello spazio dell'arte e contemporaneamente fa salire sopra le righe gli effetti di questa concessione. Il progetto del Kukje è centrato intorno a un volume cubico che è l'epitome del classico spazio d'arte a campata libera. Questo spazio al piano terreno è riservato alle grandi installazioni, alle performance e ad altre funzioni, mentre i due piani sotterranei ospitano una sala di vendita, un'aula per le conferenze e i magazzini. A completare il cubo che è destinato a fare da perno, tutte le funzioni di circolazione e di servizio (cinque elementi in totale) sono state spinte sul perimetro, creando una struttura composita la cui bizzarria esterna maschera la nitidezza dello spazio espositivo centrale.
Nella rete: il Kukje Art Center di SO–IL
Un volume irregolare completamente avvolto nella maglia d'acciaio sconfigge finalmente l'eredità del museo cubico modernista.
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- Alan Rapp
- 28 settembre 2011
- Seul
Ne risulta un agglomerato spaziale di volumi plasmati dalle funzioni collegati al cubo centrale. L'"oggetto magico", come lo chiama Idenburg, ha provocato un'ulteriore effetto concettuale per la facciata, che ha spinto Idenburg e Liu a ricercare a livello internazionale di un fabbricante su larga scala di un antico materiale più noto per rivestire i guerrieri che gli edifici: la maglia d'acciaio. SO–IL, affrontando la geometria composita del centro d'arte con l'idea di stemperare la durezza del contenitore modernista, ha scelto di avvolgere l'intero edificio in una membrana che ne sfuma gli spigoli. Gli architetti cercavano un materiale durevole, flessibile ma translucido, che realizzasse uno strato di dispersione visiva intorno alla massa dell'edificio. L'ulteriore sfida di avvolgere la forma irregolare del centro richiedeva uno strumento adatto alle doppie curve – convesse e concave – che i materiali in lastra continua non sono in grado di seguire. L'unica superficie che può farlo è la rete, ma le esigenze della trazione avrebbero richiesto una rete d'acciaio inossidabile, mai usata su scala architettonica.
Insieme con l'ingegner Michael Ra della società Front Inc., SO–IL ha messo a punto, ingegnerizzato e fabbricato la facciata da zero. Sulla base di un giunto da 1-1/4" ha realizzato un modello in filo metallico che ha fatto da base all'intero sistema. Ra ha acquisito il modello con uno scanner e sulla base di calcoli strutturali ha previsto che il progetto avrebbe richiesto 510.000 singoli anelli. "Non esiste un sistema industrializzato per questo componente, e quindi abbiamo dovuto produrlo da zero insieme con un fabbricante. Abbiano chiesto un preventivo sul sito cinese professionale alibaba.com e abbiamo trovato un sito con un'unica persona che parlava l'inglese a circa cinque ore di viaggio a ovest di Pechino." Il produttore era in grado di fornire dei prototipi alla vecchia maniera: saldati a mano. "Di solito gli architetti descrivono e fanno richieste specifiche, qui abbiamo noi stessi realizzato e consegnato i componenti", racconta Idenburg. Dopo aver definito le specifiche per la produzione in serie degli anelli l'ostacolo da superare era dove appenderli. Il concetto della nube senza soluzione di continuità che doveva avvolgere il centro faceva a pugni con le geometrie squadrate che SO–IL aveva immaginato e con la minuta tolleranza delle maglie. "Sapevamo che la rete doveva essere elastica, ma con quale tolleranza? Quanta pressione potevamo applicare a ciascun punto senza provocare increspature o altre deformazioni incoerenti? Era facile immaginare quanto sarebbe pesata, ma non altrettanto facile capire come si sarebbe comportata. La sfida stava nel trovare un sistema di calibrazione della rete che ci permettesse di controllare la tensione e l'aspetto", dice Idenburg.
SO–IL, affrontando la geometria composita del centro d'arte con l'idea di stemperare la durezza del contenitore modernista, ha scelto di avvolgere l'intero edificio in una membrana che ne sfuma gli spigoli.
Venne realizzato sul sito del prototipo un modello in scala reale per simulare la facciata occidentale del Kukje Center, e i costruttori coreani insieme con il personale della Front vi si recarono per scoprire il comportamento della rete. L'esperimento portò a concludere che un involucro interamente saldato, assolutamente senza giunzioni, per ottenere il massimo dell'effetto avrebbe dovuto essere ancorato a una curva nascosta nella ghiaia sotto il livello del suolo e al di sopra del parapetto di coronamento. Per ottenere il risultato la rete sarà trasportata sul sito in 15 sezioni e poi appesa lasca all'edificio. Quindi le sezioni verranno unite insieme manualmente, anello per anello, ancorate a terra e messe in tensione.
Occorreva infine scegliere come coordinare l'aspetto della facciata interna di calcestruzzo e dell'involucro di maglia metallica. "Volevamo che la finitura del calcestruzzo si accordasse o imitasse la finitura della rete, creando un rapporto tale che non si potesse distinguere quale strato si stesse guardando, e mettere in evidenza l'idea del contorno sfumato", dichiara Idenburg. I giunti sono stati sottoposti a pallinatura, un procedimento analogo alla sabbiatura ma con l'uso di particelle di acciaio, che realizza una finitura rustica e diffonde la luce molto più dell'ordinaria finitura dell'acciaio. La sfumatura luminosa che ne risulta ha fatto da guida per la pigmentazione della superficie a vista del calcestruzzo sottostante. Ora, con l'edificio interamente chiuso e l'applicazione del velo prevista entro la fine dell'anno presto si potrà vedere come i riflessi multidirezionali tra rete e calcestruzzo proiettino il genere di moiré diffuso che può tentare di sovvertire l'eredità del parallelepipedo museale. La sede del museo del Kukje Art Center ha vinto l'AIANY Design Award nel maggio 2011 e sarà aperta al pubblico nella primavera del 2012.
Kukje Art Center, Seul
Committente: Kukje Gallery
Luogo: Seul, Corea del Sud
Destinazione d'uso: galleria d'arte, sala per conferenze
Superficie: 1.500 metri quadrati
Stato dei lavori: in costruzione
Gruppo di progetto: Florian Idenburg, Jing Liu, Iannis Kandyliaris, Cheong Kang Park.
Front, Inc. (facciata); Dong Yang Structural Engineering (struttura); J.K. Technology (produttore associato)