Il centre Pompidou-Metz ha inaugurato ieri nella cittadina-cattedrale della Francia occidentale, con una cerimonia officiata da Nicolas Sarkozy. A prima vista, questo nuovo museo da 86 milioni di euro realizzato da Shigeru Ban e Jean de Gastines sembra essere più tetto che altro. In realtà, i volumi metallici che forano la struttura di tela drappeggiata sono gallerie lunghe 85 metri, rivolte verso i principali luoghi di interesse della città e aperti su vedute panoramiche. Mentre il forum, il vasto spazio aperto al piano terra, attraverso il quale si snoda la circolazione interna, finirà per essere usato come la Turbine Hall della Tate Modern, per ospitare opere d'arte su commissione.
Il tetto su misura e le sue complesse geometrie sono stati creati utilizzando un software di modellazione messo a punto dallo studio Arup, ma sono ispirati – come narra la storia del progetto – da un cappello cinese di bambù intrecciato, che Ban portava con sé nel corso delle riunioni. Molto impegno è stato messo per assicurarsi che la copertura – nessuna linea retta, una doppia curvatura su travi e livelli di esagoni sovrapposti – apparisse come la soluzione più naturale ed elegante possibile. Tutto il contrario, rispetto all'originale approccio seminale "inside-out" di Rogers e Piano a Parigi.
Il Metz-Pompidou è la prima branca del Beaubourg al di fuori della capitale francese e si basa su un modello preciso che prevede che sia la città che lo ospita a pagare per il museo e a godere del relativo turismo culturale procurato dall'"effetto Bilbao". Il museo non possiede una collezione propria e la mostra inaugurale, inaugurata questa settimana, si intitola "Capolavori?" Beatrice Galilee
L'altro Beaubourg
A prima vista, il Centre Pompidou-Metz inaugurato ieri sembra più tetto che altro, scrive Beatrice Galilee.
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- 13 maggio 2010
- Metz