Come si descrive in modo complesso una città o contemporanea? Come fare se questa si trova al centro del Mediterraneo, al confine sud dell’Unione Europea e a breve distanza dall’Africa e al centro dei flussi che vanno da Suez a Gibilterra? Palermo Atlas è la ricerca che OMA compie in preparazione di Manifesta 12, la Biennale Nomade Europea che dal 16 giugno porta a Palermo più di 40 autori, le cui azioni artistiche si relazionano al suo territorio urbano. La pubblicazione edita da Humboldt Books analizza per layer – in puro stile Koolhaas – le diverse condizioni geografiche e culturali che caratterizzano il capoluogo siciliano. Secondo Ippolito Pestellini Laparelli: “La tensione fra una fluida identità globale e un milieu irriducibile contribuisce a formare il complesso carattere di Palermo nel momento del suo ingresso nell’era post-globale”. A metà tra libro e rivista, Palermo Atlas racconta le diverse identità della città mediterranea.
Palermo Atlas: una guida (incompleta) per Manifesta 12
La pubblicazione a cura di OMA esplora l’architettura, l’archeologia, l’antropologia della città, i suoi archivi storici e le storie personali.
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- Salvatore Peluso
- 16 giugno 2018
- Palermo
Palermo è una città abbandonata, incompiuta, non realizzata.
È caratterizzata da un centro storico che resiste alla modernizzazione e da uno sviluppo edilizio incontrollato che dal 1955 al 1975 ha portato 300 milioni di metri cubi di cemento, trasformando una città bene organizzata in un conglomerato informe e ingovernabile. Palermo è meta del turismo di massa, di visitatori frettolosi che consumano i luoghi delle guide turistiche, alla ricerca di “cartoline folkloristiche”.
Ma è anche una città caratterizzata da una grande diversità biologica e culturale. Così come sono migliaia le specie che popolano l’Orto Botanico della città (uno dei luoghi principali di Manifesta 12), altrettante sono le nazionalità, le culture e le fedi religiose che convivono nel centro della città e contaminano la tradizione. Il libro è formato da capitoli diversi e indipendenti. Procede per catalogazione, inventario e collezione di immagini, dati e frammenti. Il risultato non è però un mosaico concluso. L’ultimo capitolo, “Viaggio”, è formato da un lungo elenco di luoghi e immagini che sono frutto delle incursioni fatte durante le prime “gite” palermitane, con 100 persone differenti. Invece che provare a ricomporre i pezzi precedenti il racconto si sgretola ulteriormente.
Nelle 418 pagine su Palermo, di Palermo non si dice nulla. Si parla dei rituali religiosi ma non della fede principale: quella calcistica; l’Atlante dedica due pagine alla Stele Funeraria di Anna (1149), una celebre iscrizione in quattro lingue (latino, greco, giudeo-ebraico e arabo), ma non accenna alla rivista artistica Sicilia, che dal 1953 al 1989 l’editore Salvatore Fausto Flaccovio pubblicava in italiano, inglese, francese e tedesco per promuovere l’isola all’estero; l’Atlas cataloga i film in cui si rappresenta la città ma non ne analizza gli hashtag più popolari su Instagram. Anche lo scrittore palermitano Giorgio Vasta, tra gli autori presenti nel libro, rinuncia a definire Palermo, e riduce i 160 chilometri quadrati del suo territorio in 190 metri quadri, la superficie dell’appartamento in cui ha vissuto per 25 anni.
Non voler dare una definizione chiara è in netta contrapposizione ai tempi in cui viviamo, in cui regnano semplificazione e populismo. Palermo Atlas è un invito a essere curiosi e scoprire la città, che tiene nascosti i suoi monumenti involontari e la cui storia si trova incrostata nei muri, e non nelle teche dei musei. Ma soprattutto, la ricerca di OMA è il preludio di una manifestazione artistica che per quasi cinque mesi prova a dialogare con un territorio e la sua civiltà. Come scrive Giuseppe Barbera, professore di Colture Arboree, Università degli Studi di Palermo: “Se si vuole perseguire una conoscenza sistemica che non sfugga alla necessità di confrontarsi con la complessità biologica e culturale, diventa necessario uno strumento in grado di rappresentare emozioni, sentimenti, sogni. Questo strumento è l’arte, nelle sue diverse forme possibili.” Complessità, ambiguità e indefinibilità siano le benvenute.
- Palermo Atlas
- OMA – Office for Metropolitan Architecture
- Nora Akawi, Giuseppe Barbera, Letizia Battaglia, Franco Maresco, Marina Otero, Giorgio Vasta et al.
- 418 pagine, colore 17 x 21 cm
- Mousse
- Humboldt Books
- 30€
- 978-88-99385-48-4