Gli attraversamenti di confine hanno una funzione di confine geografico, ma anche un ruolo coercitivo, in quanto impediscono il libero passaggio di persone tra due stati.
Dopo Schengen
La serie fotografica di Ignacio Evangelista After Schengen immortala alcuni dei vecchi valichi di frontiera che ancora esistono, abbandonati e fuori uso, in alcuni stati dell’Unione Europea.
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- 18 novembre 2014
- Unione Europea
Per questo sono luoghi che, oltre a una dimensione cartografica, sono dotati di reminiscenze storiche, economiche e politiche, aspetti assolutamente legati al paesaggio da una prospettiva contemporanea e trasversale.
Prima del trattato di Schengen questi luoghi delimitavano territori in cui i viaggiatori dovevano fermarsi e mostrare i propri documenti, mentre ora appaiono come luoghi abbandonati, che si trovano in un limbo spazio-temporale, fuori uso e fuori dal tempo per cui sono stati progettati, in quanto questi stati hanno aperto le loro frontiere alla libera circolazione di persone e merci.
L’osservazione di questi luoghi nel tempo presente, dà loro una dimensione correlata alla visualizzazione e alla lettura di alcuni episodi nella storia recente, con il passare del tempo e della memoria del paesaggio. Queste quasi-rovine archeologiche sono diventate parte integrante del paesaggio attuale, formando una presenza del passato che giace dormiente nel presente.
Questi luoghi formano in tutta Europa una rete di spazi vuoti tra gli spazi di vita, e quando la ragione della loro esistenza è terminata, formano luoghi simbolici che stimolano un nuovo modo di pensare il presente e un modo di visualizzare il tempo e la storia. Paradossalmente, questi spazi attualmente disabitati, con nessuna funzione o significato, che appaiono privi di figure umane, sottolineano l’umanità della campagna.
“Ogni volta che arrivo a un valico di frontiera per scattare foto e sono di fronte a tutta la segnaletica (stop, achtung, frecce) e le barriere che a un certo punto hanno regolato movimenti, itinerari e comportamenti e che ora appaiono assurde e fuori contesto, alcuni voci familiari mi parlano dell’arbitrarietà dei sistemi di controllo, del loro essere puro artificio, del loro carattere alienante e dell’enorme squilibrio tra il potere degli stati e il loro rapporto con le persone.” spiega Ignacio Evangelista.
Il trattato di Schengen è stato firmato nel 1985 ed è entrato in vigore nel 1995 e il prossimo anno sarà quindi il suo XX anniversario. Questi vecchi valichi di frontiera stanno lentamente scomparendo, alcuni sono stati ristrutturati e riconvertiti a nuovi usi, alcuni sono distrutti dai vandali e altri dal tempo: sono quindi simboli della storia europea che tra pochi anni non saranno più visibili. Questo progetto è stato premiato con il Center Project Development Grant 2013, assegnato dall’organizzazione non-profit Center (Santa Fe, New Mexico, USA).
Nato a Valencia, Ignacio Evangelista si laurea in Psicologia all’Università di Valencia. Le sue serie fotografiche mostrano il rapporto, talvolta contraddittorio, tra natura e artificio, tra animato e inanimato. Anche se le serie sono formalmente molto diverse tra loro, sottostanno a un tema comune relativo alla traccia umana. Dal 2013 scrive di fotografia sul blog dell’Ivory Press “Turn On Art”.