Gli ospedali hanno rappresentato, sin dal Medioevo, uno degli elementi caratterizzanti le città europee.
Antichi ospedali
Elena Franco indaga su quegli edifici – città nelle città – che sono stati gli ospedali: le trasformazioni che hanno subito nei secoli e lo stato in cui versano oggi, ma anche il grande patrimonio architettonico e di saperi che conservano.
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- 31 dicembre 2013
- Milano, Parigi
Nel mio lavoro di documentazione, iniziando a confrontare complessi ospedalieri di Francia e Italia, ho visto come questi edifici si siano evoluti, di pari passo con le scoperte scientifiche, per diventare macchine complesse. Vere e proprie città nella città, simbolo di potere e luogo in cui le classi dirigenti potevano mostrare il proprio livello sociale attraverso l’atto di carità, questi edifici hanno subito nei secoli varie trasformazioni, senza mai abbandonare lo stretto legame con gli abitanti. Nel tempo il destino di tali complessi è mutato. In alcuni casi è stato possibile inserirvi all’interno nuove funzioni, come a Milano dove nel complesso della Ca’ Granda trova spazio anche l’Università Statale oppure a Torino dove nell’Ospedale Maggiore di San Giovanni Vecchio ha sede ora il Museo Regionale di Scienze Naturali.
La scelta di destinare questi edifici a nuove funzioni li ha preservati dall’abbandono. Per altri edifici, dove la funzione ospedaliera è ancora in corso o è cessata recentemente, si apre un dibattito che vede, in alcuni casi, una privatizzazione completa o parziale dei complessi, seguita da progetti per una radicale trasformazione in hotel, centri congressi e commerciali, uffici, come a Lione, oppure uno sforzo per il mantenimento di una funzione ospedaliera come a Bourg en Bresse e Parigi. È importante il fatto che questi complessi vengano visti oggi con una reale attenzione al loro passato e al loro valore storico architettonico, come pure per il loro legame con la città. Fanno ben sperare i progetti di restauro che partiranno a breve, come nel caso dell’Ospedale di Sant’Andrea a Vercelli o le riflessioni in atto a Parigi, dove si ragiona di destinare parte dell’Hôtel-Dieu a museo di sé stesso. Il mio lavoro si sofferma sull’architettura e sull’atmosfera che lega questi edifici ma racconta anche del patrimonio artistico e documentario fatto di arredi, archivi, dipinti e statue dei benefattori, apparecchiature mediche e suppellettili, che è un dovere non abbandonare. Elena Franco, laureata al Politecnico di Torino in restauro degli edifici, si occupa di gestione di centro città. È autrice di articoli e saggi sul tema della rivitalizzazione urbana. La fotografia occupa una gran parte della sua attività; utilizza fotocamere digitali ma anche macchine fotografiche istantanee e a pellicola.