Se condizione imprescindibile per il successo di un progetto è che l’architetto o il designer trascendano i confini egoici per mettersi nei panni di chi concretamente fruirà della loro opera, allo stesso modo non c’è motivo per cui questo scatto empatico non debba spingersi oltre l’orizzonte antropocentrico verso altre specie: a pensarci, è un assunto valido per tutta l'architettura. È anche il punto di partenza per “Architecture for Dogs”, la mostra in programma all’Adi Design Museum di Milano dal 3 dicembre 2024 al 16 febbraio 2025.
Esiste l’architettura per i cani? 5 progetti ce lo raccontano
Da Kengo Kuma a Toyo Ito passando per Mvrdv, 5 storie dalla mostra in arrivo all'Adi Design Museum di Milano esplorano gli habitat progettati per i cani nell'ottica dell'empatia interspecie e del design inclusivo.
Foto Hiroshi Yoda. Courtesy of Hara Design Institute
Foto Hiroshi Yoda. Courtesy of Hara Design Institute
Foto Hiroshi Yoda. Courtesy of Hara Design Institute
Courtesy of Hara Design Institute. Foto Hiroshi Yoda
Foto Hiroshi Yoda. Courtesy of Hara Design Institute
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- Chiara Testoni
- 27 novembre 2024
Il diretore artistico di Muji, Kenya Hara, designer giapponese di rilievo internazionale, è qui anche il curatore: e per la prima edizione italiana della mostra l'ha voluta integrare integrata con contributi inediti rispetto alla precedente edizione londinese del 2020. Attraverso l’esposizione di insolite cucce per cane firmate dai nomi più prestigiosi del design e dell’architettura contemporanea (come Asif Khan, Atelier Bow-Wow, Fgmf, Hiroshi Naito, Kenya Hara, Kazuyo Sejima, Kengo Kuma, Konstantin Grcic, Ma Yansong, Mvrdv, Reiser + Umemoto, Shigeru Ban, Sou Fujimoto, Torafu Architects, Toyo Ito), la mostra indaga come il design e l’architettura possano innescare relazioni appaganti e non strettamente funzionalistiche tra l’ambiente e gli esseri viventi in senso lato, affinché questi divengano protagonisti consapevoli dello spazio che vivono e che si plasma sulle loro esigenze materiali, psicologiche ed emozionali. “Questi progetti vanno oltre la semplice cuccia o spazio funzionale per il cane, indagando nuove modalità di interazione, esplorando come architettura e design possano rappresentare un linguaggio che accomuna tutte le specie viventi”, sottolinea il curatore.
L’allestimento, a cura dello stesso Hara, prevede un sistema fluido di isole espositive che raccontano ciascuna in modo diverso il rapporto interattivo tra ambiente costruito e utente canino: dalla panchina studiata per consentire ristoro alle razze più provate dal caldo (Hiroshi Naito), al passeggino dotato di cuscini riparati dal sole per i più anziani (Toyo Ito); dalla cuccia incorporata nell’arredo (Fgmf), alla cuccia-dondolo (Mvrdv), a quella verticale (Bow-Wow) che consente di guardare il padrone negli occhi facendo esercizi di mobility, e magari risvegliando competenze cognitive assopite dalla prolungata frequentazione del divano. Tra sforzi di lettura della psicologia animale e interpretazioni, talvolta, forse eccessivamente “proiettive” dei bisogni umani più che canini, la mostra offre invece una riflessione sul valore inclusivo e universale del design, restituendo in forma giocosa la profonda affezione per il migliore amico dell’Uomo. Non a caso, l’esposizione si svolge negli spazi dell’Adi Design Museum: “uno dei pochi musei milanesi e di tutta Italia a consentire l'accesso ai cani negli spazi espositivi, rendendo così possibile una fruizione condivisa tra persone e animali in un ambiente culturale aperto e accogliente”, come spiega il presidente del museo, Luciano Galimberti. La natura inclusiva del progetto si coglie anche nella partecipazione diretta del pubblico, che può gratuitamente scaricare disegni e istruzioni di montaggio delle cucce dal sito ufficiale per adattarle alle esigenze specifiche del proprio quattro zampe.
Quando un cane ha le zampe troppo corte, ci pensa il suo padrone a dargli nuove prospettive sul mondo. Atelier Bow-Wow ha studiato un sistema di rampe che, come un esercizio di mobility, consente al bassotto (e a qualsiasi cane di taglia piccola), di salire e scendere, e al padrone di sdraiarsi per un sonnellino al sole insieme al suo cane. La struttura semplice in legno è modulare e può essere impilata secondo diverse configurazioni.
Se uno dei piaceri di qualsiasi corrispondenza affettiva è passare del tempo insieme, questo vale anche per un cane e il suo padrone (e viceversa). Fgmf ha pensato ad una cuccia che si integra nell’arredo domestico: sospeso alla struttura che fa da supporto ad un tavolo, un “bozzolo” di tessuto intercambiabile (caldo in inverno e fresco d’estate) offre un riparo avvolgente al peloso che può stare sempre vicino al padrone, anche quando lavora.
Pensato per il suo adorato shiba Momo, la proposta di Toyo Ito è una cuccia-passeggino, composta da una base in legno su ruote e una tenda in tessuto impermeabile a protezione dalla pioggia e dal sole, ideale per i cani più anziani che non possono fare il normale giretto ma che non rinunciano a stare all’aria aperta insieme al padrone.
Per il beagle, razza vivace e intelligente, Mvrdv immagina una rivisitazione della classica cuccia di Snoopy: la struttura in balsa ha una sezione curvilinea che offre un rifugio protetto e che allo stesso tempo oscilla dolcemente quando il peloso entra ed esce, creando occasioni dinamiche e giocose.
Pensato per il suo indimenticabile spitz Pepe, insofferente alla calura delle estati giapponesi, il sistema congegnato da Hiroshi Naito associa a listelli lignei dei tubolari in alluminio cavi con riempimento ghiacciato: i primi per evitare alle zampe di scivolare, i secondi per offrire il necessario raffrescamento.