È stato inaugurato il nuovo allestimento del Museo del Design Italiano che abita gli spazi della Triennale di Milano. “Forme Mobili”, questo il nome dell’esposizione, è figlio di un lavoro di ricerca e acquisizione iniziato sei anni fa: “attraverso questo percorso, abbiamo voluto mettere in dialogo discipline legate alla progettazione, oggi più che mai interconnesse per contenuti, messaggi, principi ispiratori e pratiche produttive, creando forme di reciproca influenza” ha raccontato Marco Sammicheli, direttore del museo.
Cosa c’è nella nuova versione del museo del design italiano della Triennale?
Un nuovo allestimento in dieci sezioni, dove debutta il fashion insieme a nautica e illustrazione: Triennale rinnova i suoi spazi dedicati al progetto Made in Italy con “Forme mobili”.
Foto Amendolagine Barracchia
Foto Amendolagine Barracchia
Foto Federico Manusardi
Foto Gianluca Di Ioia © Triennale Milano
Foto Amendolagine Barracchia
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- La redazione di Domus
- 25 ottobre 2024
L’esposizione è stata ripensata in funzione di dieci sezioni tematiche che riflettono l’intreccio che il design ha sviluppato nel corso dei decenni con discipline come l’arte, l’artigianato, la moda, l’architettura e l’ingegneria, tra le altre. Questo approccio evidenzia la capacità dei prodotti esposti di esistere nel contesto contemporaneo, non con uno sguardo nostalgico, ma rinnovato, poiché un museo “non può essere solo memoria e ricordo, ma deve evolversi nel tempo” come ci ha tenuto a ricordare Sammicheli.
Ogni sezione dell’esposizione dialoga con il mondo della moda, attraverso parallelismi che emergono nelle forme, nei materiali, nelle epoche storiche e nelle idee progettuali. Oltre alla moda, il Museo del Design Italiano ha introdotto due nuovi filoni di ricerca e divulgazione: la nautica e l’illustrazione, che esplora ambiti come il disegno per la stampa e la grafica d’autore.
Attraverso questo percorso, abbiamo voluto mettere in dialogo discipline legate alla progettazione, oggi più che mai interconnesse per contenuti, messaggi, principi ispiratori e pratiche produttive, creando forme di reciproca influenza.
Marco Sammicheli
Così nell’enorme orchestra di opere, insieme alle icone, come Boborelax di Cini Boeri e la poltrona Proust di Mendini, le altre testimonianze dei grandi come Sottsass, Aulenti, Colombo e Ponti, figurano capi di moda firmati da maison come Dolce&Gabbana e Versace, i disegni, tra cui quelli autografi di Carlo Scarpa, stampe, disegni tecnici, modelli, sculture e alcune tracce di prodotti editoriali.
Effettivamente, nell’edificio della Triennale, definita da Stefano Boeri, presidente dell'istituzione, un “luogo di interferenze”, si sovrappongono - attraverso un fitto programma di mostre – le storie e i lavori dei più diversi progettisti italiani, generando “corrispondenze e coincidenze magiche che non possiamo non cogliere”.
L’allestimento, progettato da Luca Stoppini, si configura come una protesi di Cuore, il centro studi e archivio della Triennale, inaugurato pochi mesi fa. “Il mio progetto intende offrire al pubblico l’opportunità di varcare la soglia dell’archivio”, ha spiegato Stoppini. I materiali utilizzati sono all’insegna della sostenibilità: tubi innocenti, materiali riciclati e laminati specchiati recuperati da esposizioni precedenti. Proprio lo specchio gioca un ruolo centrale nel nuovo progetto, accompagnando il visitatore e incorniciando gli oggetti e gli abiti: “Lo specchio è il fulcro dell’atelier di ogni stilista, senza il quale non potrebbe lavorare”.
Nello spazio della Curva sono esposti oltre duecento oggetti della collezione della Triennale, presentati all'interno di scaffalature e dispositivi mobili che percorrono l'intera lunghezza del Museo. Attraverso il nuovo allestimento, il Museo del Design Italiano non solo conserva la memoria storica dei progetti, ma ne testimonia l’eco nel presente.
Immagine di apertura: Forme mobili. Foto Dsl Studio © Triennale Milano