Il concorso internazionale di progettazione per la riqualificazione della ex Manifattura Tabacchi a Torino ha un vincitore, ed è il progetto di Eutropia Architettura e Pininfarina Architecture, in squadra con Weber Architects e un più ampio gruppo interdisciplinare.
Il distretto ex industriale della Manifattura è al centro di un’area dalla profonda stratificazione storica, antica e recente: è un quadrante del nord-est cittadino, alla confluenza della Stura nel Po, che prende il nome di Regio Parco dalla tenuta del Viboccone su cui si è poi sviluppato, segnato da infrastrutture e attività produttive che progressivamente sono andate in disuso.
Con l’intervento tornano quindi alla città 4,5 ettari di territorio e, tradotta in un aumento del 60% rispetto a oggi, una superficie pubblica di 6200 mq di superficie pubblica che si unisce all’arrivo di 200 nuovi alberi. Soprattutto, come lo descrive per Domus Giovanni de Niederhausern, di Pininfarina Architecture, il progetto è una piattaforma, “una nuova tipologia di infrastruttura urbana, non rigida e introversa, bensì aperta e inclusiva: una piattaforma che possa generare valore sociale, ambientale, economico e di sviluppo”. Ed è stata la connessione paesaggistica di questo sistema con la natura circostante circostanti a risultare decisiva per la vittoria del progetto in concorso, rappresentata dall’introduzione di una nuova rete di percorsi immersi nel verde e da un forte legame con l’area fluviale.
D’altro canto, come ci ha detto Luca Barontini di Eutropia Architettura, “dall'alto, l'area di progetto si è palesata chiaramente come una terra di confine tra tessuto antropizzato e natura; durante i sopralluoghi però, ci siamo subito resi conto che – ad altezza umana – questa continuità era stata completamente negata e che al toponimo ‘Regio Parco’ non corrispondeva una tangibile percezione della natura. Abbiamo intuito che avremmo dovuto lavorare sulla permeabilità più che sulla ricucitura urbana, su un sistema aperto, in grado di misurare lo spazio costruito ed il paesaggio senza soluzione di continuità, su semplici segni iconici in grado di rigenerare un territorio ben più ampio rispetto ai confini dell'Ex-Manifattura Tabacchi di Torino”.
Le direttrici dell’area nascono allora dai binari recuperati del vecchio raccordo ferroviario: lungo queste, il cuore dell’intervento sarà rappresentato dal nuovo Polo Archivistico e Culturale, attorno al quale si svilupperà – a partire dalla rigenerazione del patrimonio industriale esistente – il Polo Universitario con residenze, servizi per gli studenti e aule di alta formazione. Ed è sempre all’identità industriale che vogliono richiamare i due edifici degli Archivi (280 km di documenti da conservare), con le loro coperture a doppia falda che, sfasandosi, cercano una risonanza con gli shed industriali che ad oggi dominano visualmente l’intorno.
“Un tema così tecnico come quello del polo archivistico è diventato lo spunto per generare luoghi di socializzazione e di riscoperta della manifattura Tabacchi” è quello che ci ha confermato Filippo Weber, di Weber Architects con un grande investimento sulla qualità ecologica, microclimatica ed estetica allo stesso tempo, tenendo come riferimento i 41.000 mq di edifici rigenerati, la riduzione del 50% dei consumi d’acqua indoor grazie al recupero delle acque piovane, e del 90 sui consumi energetici per gli edifici esistenti.
Prossime tappe: il progetto di fattibilità tecnica-economica (PFTE) che il gruppo vincitore svilupperà entro 90 giorni dall’affidamento, poi si dovrà attendere il primo trimestre del 2025 per la progettazione del primo lotto del Polo Archivistico. Contemporaneamente inizieranno bonifiche e demolizioni, come previsto dal masterplan.