Il Centre Pompidou si prepara, una volta terminate le Olimpiadi, alla sua chiusura temporanea che durerà per cinque anni a partire dal 2025. Nel frattempo, lo studio francese Moreau Kusunoki Architectes e lo studio messicano Frida Escobedo Studio, autori dell’importante progetto di ristrutturazione insieme a AIA Life Designers, svelano le prime immagini dell’edificio rinnovato. “Gli interventi di Moreau Kusunoki, in collaborazione con lo studio Frida Escobedo, saranno sottilmente integrati nell'architettura visionaria di Renzo Piano e Richard Rogers, per formare una nuova narrazione. Questo progetto è un'opportunità per reinventare l'utopia originale del Centre Pompidou” sostiene Laurent Le Bon, presidente del Centre Pompidou. I progettisti avevano già annunciato la volontà di preservare gli elementi recuperabili del progetto originale del 1977, con un atteggiamento conservativo che rispetta l’autorevolezza del luogo, sostituendo e ricostruendo le facciate dell’edificio così com’erano in origine.
Come diventerà il Centre Pompidou nel 2030, dopo la ristrutturazione
Uno dei musei più rilevanti di Parigi si prepara alla chiusura temporanea. Vi mostriamo le prime immagini dell’edificio dopo la ristrutturazione.
Courtesy Moreau Kusunoki e Frida Escobedo
Courtesy Moreau Kusunoki e Frida Escobedo
Courtesy Moreau Kusunoki e Frida Escobedo
Courtesy Moreau Kusunoki e Frida Escobedo
Courtesy Moreau Kusunoki e Frida Escobedo
Courtesy Moreau Kusunoki e Frida Escobedo
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© Moreau Kusunoki
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© Moreau Kusunoki
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- La redazione di Domus
- 21 giugno 2024
Uno degli obiettivi principali della ristrutturazione è quello di migliorare il movimento e l'accessibilità del museo, restituendo anche alla piazza il suo originario valore. “Moltiplicando le porosità fisiche e visive e ripristinando la chiarezza dei percorsi dei diversi utenti, il progetto incoraggia la riattivazione e la riqualificazione degli spazi. Aspiriamo a incoraggiare una maggiore libertà di appropriazione, a creare un centro culturale che rifletta i valori generosi su cui è stato concepito, dove l'interazione umana e l'esperienza fisica sono centrali” dicono Hiroko Kusunoki e Nicolas Moreau.