Il numero di febbraio di Domus si concentra su una visione più ampia della vita sulla Terra. Holl, nel suo Editoriale, spiega come l’opera architettonica abbia la capacità di riportarci ai fondamenti dell’esistenza. “L’architettura e il sito dovrebbero avere un legame esperienziale, un legame metafisico, un legame poetico” scrive l’architetto. “Se consideriamo l’ordine come percezione esterna e i fenomeni come percezione interna, allora in una costruzione fisica, la percezione esterna e quella interna sono intrecciate”.
Segue nei Saggi Juhani Pallasmaa, secondo il quale l’egemonia della visione ha portato a sottovalutare il ruolo e il significato delle altre percezioni, soprattutto di quella aptica, anche in architettura: il mondo e l’esperienza del mondo si creano nel momento in cui vi entriamo.
Diana Carta si concentra per la tematica Di luce e ombra sulle opere di Aldo Rossi, Giorgio de Chirico, Giorgio Morandi e Mario Sironi, dove il mondo dell’idea, luminoso e astratto, si confonde con quello della materia, oscuro e greve. Segue quindi il progetto di una moschea firmato Marina Tabassum Architects a Dhaka, che crea gioco di luci negli interni, permettendo all’aula di preghiera di orientarsi verso La Mecca.
La rassegna di sensazioni continua con Sul colore, per il quale Anthony Titus scrive della pittura come strumento per esplorare il colore e la forma, al centro di un corso di progettazione al Rensselaer Polytechnic Institute: “gli insegnamenti offerti dallo studio parallelo di pittura e architettura ampliano le aspettative degli studenti all’inizio del loro percorso sui limiti dell’architettura”. Continua Carlos Cruz-Diez trattando il colore come evento evolutivo: “ho sempre cercato di fare del colore un’esperienza di vita” scrive, “capace di produrre un impatto emotivo che andasse oltre l’atto del semplice dipingere”. Steven Holl intervista José Oubrerie, fra gli ultimi collaboratori viventi di Le Corbusier, racconta della vita nello studio di Rue de Sèvres 35 e del padiglione per Heidi Weber a Zurigo.
Continuiamo con Acqua: una lente fenomenale, dove il Guest editor scrive degli interventi di Eduardo Chillida in Spagna e di Nikola Bašić in Croazia che mostrano le potenzialità dell’acqua come elemento progettuale visivo e, soprattutto, sonoro. Segue l’OCT Art Center Zibo di Studio Zhu Pei, un’architettura rustica e sinuosa, fatta di murature di pietra e da una copertura flessuosa di calcestruzzo che si riflettono sull’acqua. Continua la sezione Dimitra Tsachrelia, la quale racconta come da Frank Lloyd Wright a Carlo Scarpa, da Roberto Burle Marx ad Andrej Tarkovskij e Dimitris Papaioannou, l’acqua sia stata usata come materia di progetto, in dialogo con la luce.
Nella sezione Fusione percettiva Steve Pulimood racconta l’artista Carol Bove, scrivendo di come forma e materiale si fondono con intelligenza nelle sculture dell’artista americana, riflettendo la fluidità del nostro tempo. Steven Holl intervista Takashi Suo per il Yashima Mountaintop Park. Situata sulla sommità del monte Yashima, in un’area protetta con un forte valore storico e religioso, la struttura è stata pensata in dialogo con il contesto naturale e culturale. Continua una conversazione con Torkwase Dyson, un dialogo sui confini fusi e confusi tra l’architettura, l’arte e il design: discipline che, secondo l’artista statunitense, vanno esplose, estruse, sfumate, astratte. Infine per Proporzione scala e percezione, il Guest editor scrive dell’elemento della scala come esperienza del mondo. Con la diffusione della modellazione digitale, oggi più che mai la scala di proporzione resta un elemento fondamentale: dal macro al micro, è la chiave della nostra conoscenza dello spazio architettonico.
In chiusura il Guest Editor racconta la copertina del numero, dove il dipinto Monte Sainte-Victoire con grande pino di Paul Cézanne è stato scelto come spunto di riflessione sull’atto di guardare, vedere e pensare, da applicare sia quando ci si trova di fronte a un paesaggio lontano.
Il Diario di questo mese, pagine dedicate all’attualità, è aperto dalla sezione Viaggo in Italia, dove il Direttore Editoriale Walter Mariotti affronta un viaggio lungo la penisola che durerà tutto l’anno. Indagheremo un tema strategico per l’intero Paese: la fragilità del suo territorio. A seguire Giulia Ricci racconta il progetto di Linearama e Valter Scelsi per gli spazi collettivi di Das Minsk comprende due banconi pensati come edifici in miniatura e rivestiti di ceramica locale. Per Aziende, Emanuele Benedini, amministratore delegato di Agape, racconta l’azienda di famiglia, che nel 2023 festeggia 50 anni di vita. Per Punti di Vista Martino Stierli e Sofie De Caigny parlano del cambiamento di significato che, soprattutto dopo la pandemia, coinvolge lo spazio pubblico delle grandi città, e delle differenze tra Europa e Stati Uniti.