Un ecosistema, che non può che vedere se stesso in chiave evolutiva per continuare nel suo ruolo – una chiave strutturale della città di Milano, come ha voluto ribadire il sindaco Sala. Nella forma della non-conferenza stampa ospitata dal Piccolo Teatro Strehler a Milano, la presidente di Salone del Mobile.Milano Maria Porro ha lanciato l’edizione 2024 dell’epicentro commerciale e culturale del mondo del design che genererà la design week di quest’anno, dal 16 al 21 aprile. Sempre più ecosistema, sempre più consapevole di se stesso, di una insopita voglia di raccontarsi, e di una necessità di focalizzarsi sempre di più sui visitatori e sulla loro esperienza. D’altro canto, come ha illustrato l’assessora regionale al turismo Barbara Mazzali, sono loro la linfa vitale del sistema: lo conferma l’aumento del 40% delle presenze in città rispetto alla settimana media, con un incremento del 25% registrato per la design week 2023 rispetto alla precedente. Un ecosistema che in quest’ottica indagherà se stesso, preventivamente e in tempo reale, in una nuova collaborazione con il Politecnico di Milano che, come ha raccontato il professor Stefano Maffei, cercherà di mapparne tutta la complessità di dati e relazioni in modo da fornire prefigurazioni per il futuro, base di un osservatorio permanente che la città sta per lanciare.
Cosa aspettarsi dal Salone del Mobile 2024 (oltre a David Lynch)
Per la sua 62esima edizione, il Salone presenta un programma culturale sempre più imponente, con i 25 anni di Salone Satellite, la partecipazione del regista americano e del Pritzker 2022 Francis Kéré.
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- Giovanni Comoglio
- 13 febbraio 2024
I contenuti, il nucleo duro in Fiera, come l’anno scorso scaturivano dal focus di Euroluce quest’anno si articolano attorno alle biennali dedicate alla cucina, Eurocucina con Ftk e al bagno, con il suo Salone Internazionale.
Ci sono 172500 mq netti di superficie espositiva e le attività riuniranno oltre 1900 espositori, conferma Porro, ma rispetto agli anni precedenti – domanda classica – si cammina di meno: a ribadirlo assieme a Porro è Juri Franzosi, direttore generale della firm milanese Lombardini22 che anche quest’anno ha curato il progetto degli spazi espositivi. Da Euroluce si eredita il sistema delle fughe prospettiche, che permettano in ogni punto della fiera di poter traguardare un qualche nucleo di interesse o di ispirazione, gli spazi pubblici e l’introduzione nel progetto di una sperimentazione neuroscientifica: il Salone è stato preso come modello per un test in realtà virtuale del nuovo layout spaziale, che oltre a ridurre il tempo di percorrenza del 10%, come rilevato dai progettisti, dovrebbe incentivare la memorabilità delle cose esperite del 40%, e addirittura il rilascio di quelle onde alfa che nel nostro cervello si associano al riposo e alla disposizione al ragionamento e all’interazione.
È in questo nodo che è stata fatta la rivelazione più sensazionale, trailblazer dell’imponente programma culturale dell’edizione di quest’anno (che continua ad avvalersi di epicentri come l’arena e il bookshop di Formafantasma): l’installazione The thinking room porterà al Salone il regista David Lynch. I suoi interni, come ha raccontato lo scrittore Antonio Monda, curatore del progetto, sono personaggi dei suoi film tanto potenti quanto quelli umani e il suo violon d’Ingres, la sua attività riflessiva – notizia – consiste nel concepire e produrre mobili. Da qui ci porterà nella dimensione onirica e commovente a cui lo associamo, in una “sorprendenza” che tutti gli speaker hanno auspicato essere nuova parola da associare al Salone.
Associato al tema del cibo ci sarà All You Have Ever Wanted to Know About Food Design in Six Performances, programma sviluppato in associazione con 6 food magazine internazionali, rappresentato in conferenza dal lavoro performativo e culinario Mangiare il mare, curato da Diletta Sereni, Tommaso Melilli e Luca Trevisani, che ripenserà temporalità, materialità e forme viventi del mare, invitando, letteralmente, a berlo. Come invece nell’installazione Under the surface di Emiliano Ponzi con Design Group Italia e Accurat, i 400 mq di un arcipelago al contempo fisico e digitale tra i riflessi caustici tipici delle immersioni subacquee porteranno i visitatori a scoprire attraverso la visualizzazione di dati forniti da Banca Mondiale lo stato odierno del nostro rapporto col consumo di acqua.
Tornano poi i dialoghi e le tavole rotonde di Drafting futures curate da Annalisa Rosso, dove si alterneranno nomi come Francis Kéré, John Pawson, Jeanne Gang, Deyan Sudjic e Hans Ulrich Obrist; e arriva una grande celebrazione per il Salone Satellite, ideato e curato da Marva Griffin per promuovere la connessione tra designer under 35 e industria, centrale e gratuito in fiera come sempre con il suo tema Design in connection, e che quest’anno festeggia i 25 anni con uno sbarco in Triennale: la mostra curata con Griffin da Beppe Finessi e Ricardo Bello Dias racconterà un quarto di secolo di visioni e costruzione di sistema.
Se nel salutare i partecipanti, poi si è voluto ricordare Andrea Branzi – grande perdita quest’anno per la famiglia del design con Italo Lupi, Valerio Castelli e Rodolfo Dordoni – la sua evocazione di quella “crisi genetica, esplorazione più profonda” che aveva dato inizio alla sua carriera decenni fa, sta a definire il clima di attesa che ancora una volta circonda Salone, in una speranza dura a spegnersi che un’altra citazione, quella che Ponzi ha fatto proprio di Lynch e del suo libro In acque profonde rappresenta al meglio: le idee sono come pesci, “per pescare quelli piccoli puoi stare in superficie, ma per quelli grossi dovrai andare in profondità”.