Nel novembre 2021, Ibrahim ‘Ib’ Kamara, allora caporedattore di Dazed, riceveva il prestigioso Isabella Blow Award da parte del British Fashion Council. Uno dei riconoscimenti più grandi per l’editor e stylist veniva oscurato e annichilito entro ventiquattro ore dall’annuncio dell’improvvisa scomparsa di Virgil Abloh, vulcanica mente dietro Off-White, amico e collaboratore di Kamara.
Chi è Ib Kamara, il creativo che succede ad Abloh alla direzione di Off-White
La nomina del successore di Virgil Abloh alla direzione creativa del brand suggerisce un futuro conservatore.
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- Lorenzo Ottone
- 09 maggio 2022
A poco più di cinque mesi dalla dipartita di Abloh, il brand nato a Milano nel 2013 ha designato proprio Ib Kamara, classe 1990, come successore del suo fondatore nel ruolo di Art & Image Director.
Un incarico, in realtà, non esclusivo in quanto, almeno secondo le parole del CEO del brand Andrea Grilli, l’unico modo per continuare la visione di Abloh è l’instaurazione di un collettivo di menti creative, “che rappresentano il meglio nei loro settori e con un forte legame personale con Virgil”.
Un londinese dalle radici africane
Nativo della Sierra Leone e cresciuto come rifugiato in Gambia, Kamara arriva a Londra all'età di 11 anni. Nella sua carriera incarichi di prestigio, come stylist presso brand quali Burberry, Stella McCartney, Nike, Dior, Fenty di Rihanna, oltre al ruolo di costumista nel cortometraggio Process (2017) diretto da Beyoncé e Kendrick Lamar. Seguono la nomina a fashion editor at large di i-D nel 2018, e quella a editor-in-chief di Dazed nel gennaio 2021, oltre all’inserimento tra le 500 personalità dell’anno secondo Business of Fashion.
Tra i suoi punti di riferimento ci sono le colonne sonore di Hans Zimmer e i film di Quentin Tarantino, lodati per la loro capacità di creare un immaginario preciso e istantaneamente riconoscibile. Una forma mentis altrettanto vincente quando traslata nel campo della moda.
Nella capitale inglese frequenta la prestigiosa Central Saint Martin, dove si laurea nel 2016 con 2026, un progetto che esplorava come la rappresentazione nella moda dell’uomo di radici africane sarebbe mutata nel corso di un decennio.
Il lavoro, presentato nell’ambito della mostra “Utopian Voices Here and Now” alla Somerset House di Londra, ruotava attorno a abiti riassemblati partendo da vecchi capi trovati a Johannesburg. Non stupisce, dunque, che Kamara abbia supervisionato la prima collezione circolare zero-waste di H&M.
È senza dubbio questa visione limpida rivolta al futuro, unita all’entusiasmo nel consegnare alla gioventù Black un ruolo prominente nell’arte, ad unire spiritualmente Abloh e Kamara. Sulle orme del suo predecessore, Kamara promette oggi di diventare uno dei perni su cui si poggerà la filosofia Afrofuturista a venire.
L’uomo giusto al momento giusto
Di stanza a Londra, città che ha eretto il riscatto del passato coloniale e la quota Black a ago della bilancia della maggior parte delle sue iniziative in campo artistico e culturale, Kamara sembra essere l’uomo che meglio incarna il fashion design come più ampia disciplina creativa e comunicativa che oggi passa necessariamente dal contenuto iconografico pensato per l’editoria digitale.
Determinato a ispirare i creatori del domani, in un’intervista a Vogue, lo stylist dichiarava: “Potete immaginare [i giovani] rivedersi in immagini che possano ispirarli a creare addirittura di meglio, chissà, magari le più incredibili immagini mai viste? E’ ciò che voglio vedere quando avrò 40 anni.”
Inevitabile, dunque, che l’annuncio della sua nomina sia stato affidato all’account Instagram del brand, dove l’accento è stato posto proprio sul ruolo della piattaforma nel far fiorire, tre anni fa, un legame lavorativo tra Abloh e Kamara. Off-White, ancora una volta, sembra sconvolgere palesando e consolidando quello che già è il nuovo status quo: il crescente abbattimento dei filtri e delle barriere comunicative tra l’industria e i suoi adepti.
La rivoluzione conservatrice
Nella nomina di un editor e stylist alla direzione artistica del brand, non c’è solamente la consapevolezza delle mutate necessità della moda, ma anche una continuità della visione di Abloh, un architetto fattosi demiurgo del fashion design e della sua comunicazione. Il testamento di Virgil è raccolto in una sua frase che apre il comunicato stampa che ne annuncia il successore: “Credo nel romantico scambio di idee tra intellettuali riguardo la moda”. Off-White parla un linguaggio globale ma le sue radici italiane non tradiscono la lezione di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. La rivoluzione in casa del brand è la più conservativa delle mosse. Lavorare all’ideale testamento artistico di Virgil Abloh come bussola e incentivo per proseguirne il cambiamento innescato ma non ancora concluso.
Immagine di apertura: Ib Kamara. Courtesy Off-White