Gillo Dorfles, uno dei più importanti intellettuali italiani del Novecento, è morto nella sua casa di Milano il 2 marzo 2018, all’età di 107 anni. Un pensatore ad ampio spettro, critico, pittore e filosofo, laureato in psichiatria, ha dedicato la sua vita alle arti e all’estetica (che ha insegnato presso le presso le università di Milano, di Cagliari e di Trieste), ma si era occupato anche di design e architettura (contribuendo anche alla realizzazione dell'Associazione per il Disegno Industriale).
Ultimo saluto a Gillo Dorfles
È morto oggi a 107 anni il critico d’arte e artista triestino che aveva sdoganato il kitsch.
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- 02 marzo 2018
Nato a Trieste il 12 aprile nel 1910, Angelo Eugenio Dorfles – detto Gillo – viene definito in queste ore, da chi ormai voleva crederlo immortale, come un personaggio rivoluzionario. E davvero lo è stato, raccontando i più importanti movimenti artistici e culturali del secolo passato, analizzandoli con lucidità (come nel caso del kitsch, cattivo gusto da lui innalzato a categoria estetica), consapevole dei cambiamenti in atto nella società che ha sempre osservato con attenzione. “L'arte non prescinde dal tempo per esprimere lo spirito della storia universale, ma è connessa al ruolo delle mode e a tutti gli ambiti del gusto”, diceva.
L'arte non prescinde dal tempo per esprimere lo spirito della storia universale, ma è connessa al ruolo delle mode e a tutti gli ambiti del gusto.
Nel 2017, la Triennale di Milano ha a Dorfles dedicato la mostra “Vitriol”, in cui veniva presentata una selezione di suoi disegni datati 2016. “Attraverso la figurazione, molto spesso si riesce ad andare al di là della propria conoscenza cosciente, per approdare a una sorta di figurazione dell’inconscio”, aveva spiegato il critico e artista in quell’occasione. Pochi mesi fa, aveva preso parte al dibattito sulla riapertura dei Navigli a Milano, bocciando il progetto e tacciandolo di nostalgia, nel voler tornare indietro con il tempo. Piuttosto, si augurava che nuovi interventi urbanistici avrebbero tenuto conto di tutte le funzioni proprie di una città e delle sue molteplici attività (culturali in primis), per allontanarsi da un’immagine da cartolina in favore di una reale qualità della vita. In questo e in altri pensieri di Dorfles risiede la sua vera immortalità.