China House Vision è nato nel 2014 da un comitato congiuntamente creato dal Nippon Design Centre e Beijing Design Week. Dopo piu’ di un anno di ricerca e sviluppo il progetto ha raccolto la partecipazione di dodici studi di architettura e numerosi esperti di vari settori industriali nell’innovazione in Cina, i cui risultati sono stati presentati in un simposio a gennaio 2016.
La mostra “Across Chinese Cities – China House Vision” ripercorre dunque l’evoluzione del progetto e presenta il corpo di ricerca fino ad oggi prodotto. Essa tocca dunque le piu’ ampie implicazioni culturali e storiche che interessano l’ambito del fare architettura in Cina oggi, incrementalmente afflitto da fattori di cambiamento ambientali, demografie volubili e segmentazione generazionale. L’esposizione rende dunque manifesti i fenomeni contestuali – economici, sociali, urbani, che hanno influito e definito le traiettorie di ricerca, le motivazioni e le condizioni di collaborazione tra dodici studi di architettura e imprese selezionate.
Raggruppate in cinque gruppi tematici, queste idee coprono gli ultimi diciotto mesi di ricerca che rappresentano un’ampia geografica della Cina contemporanea, dalle aree urbane a quelle rurali. Tra questi cinque, un progetto speciale dedicato alla Across Chinese Cities Guest City Chengdu 2016 è stato sviluppato dal Beijing Centre for the Arts con il titolo “Chengdu Kitchen Project”.
Le proposte variamente affrontano le implicazioni culturali e storiche più ampie che riguardano l’habitat e il ruolo della pratica dell’architettura in Cina, oggi sempre più influenzato da fattori ambientali, demografici forma e dalla segmentazione generazionale. La mostra rende evidente i fenomeni contestuali – economici, urbani, sociali – che informano le traiettorie di ricerca, le motivazioni e le condizioni dietro le proposte architettoniche e le collaborazione con le industrie selezionate, riflettendo sulle implicazioni di un ripensamento dell’abitare al di là degli stretti confini del privato.
I progetti nella prima sezione The Hybrid Unit guardano il rapporto storico tra sfera privata e pubblica in modo da indagare l’efficacia di forme vernacolari di pensiero spaziale e formazioni sociali resilienti nella città contemporanea. Questi includono: The Bike House (Atelier FCJZ / Yungho Chang), Hutong MINI House (ZAO / Standardarchitecture / Zhang Ke, che è presente anche nella mostra principale di “Reporting from the Front”), Mini Garden in Hutong Toilette (MAD Architects / Ma Yansong).
La seconda sezione Dematerialized Spaceaccorpa progetti radicati nell’osservazione della trasformazione di rituali di abitazione e delle nozioni di casa spesso libere dalle forme architettoniche tradizionali, e quindi di riferimento per la mobilità e gli stili di vita tecno-sociali di oggi tipici delle generazioni più giovani. Questi includono: The House of Belongings (Atelier Deshaus / Liu Yichun), The House of Spontaneity (Trace Architecture Office / Hua Li), i-Living (Crossboundaries Architects), e The Thousand Hands House (Atelier Fronti / Wang Yun).
Le proposte nella terza sezione Rural Frontiers guardano allla dimensione vernacolare della campagna per potenziare un’economia alternativa di abitazioni sostenibili e con una co-dipendenza produttiva per la rivitalizzazione degli ecosistemi naturali in via di estinzione e le tradizioni culturali di lunga durata del ricco patrimonio della Cina. Queste includono: Polo House (AZL Architects / Zhang Lei) e Back Home (Approach Architecture Studio / Liang Jingyu, che è anche il curatore di quest'anno del Padiglione nazionale cinese alla Biennale).
L'ultima sezione Community Plus affronta i nuovi dati demografici sociali delle cosiddette Ant Tribes, le abitudini di lavoro e di vita dei Millennials, e fenomeni di abitazioni collettive come paradigmi generativi di condivisione economica e sociale, che sono sempre più richiesti mentre l’aspettativa di vita dei grandi edifici cinesi si accorcia di fronte a un inquinamento allarmante e una crescita urbana senza sosta. Questi includono: Overlapped Living (Urbanus / Wang Hui), Urban Furniture – Co-living (B.L.U.E. Architettura / Shuhei Aoyama) e Breathing Home – Start-up Home (NEXT Architects / John van de Water & Jiang Xiaofei).
La speciale serie di installazioni nella sezioneChengdu Kitchen Project è frutto della collaborazione tra Beijing Centre for the Arts con gli architetti Kengo Kuma (The Floating Kitchen), Winy Maas / MVRDV (The Infinity Kitchen), e il critico ed esperto di cibo Au Yeung Ying Chai (Kitchen Home).
Questi progetti prendono collettivamente l’universo della convivialità, la dimensione culturale del produrre il cibo e la condivisione, specificamente attribuita alla città di Chengdu, come punto di partenza per la ricerca e ispirando nuove modalità di reciprocità sociali della sfera privata e pubblica. Queste installazioni su larga scala includono presentazioni basate sugli oggetti e multimediali che formano i primi risultati di questo programma multidisciplinare in corso.
fino al 23 settembre 2016
Across Chinese Cities – China House Vision
A cura di Beatrice Leanza, Michele Brunello
Progetto allestimento di DONTSTOP Architettura (Michele Brunello & Marco Brega), Omri Ravesz Studio
Grafica di SANS Practice
Ca’ Tron, Santa Croce 1957
Venezia