Nell’ambito di “Friendly enemy — Japanese knotweed in the paper laboratory” le designer del collettivo Re-Generacija hanno esplorato le qualità sconosciute delle piante infestanti.
Un amichevole nemico
Re-generacija collective propone di usare le piante infestanti come risorsa locale di cellulosa, il processo è in mostra al MAO – Museum of Architecture and Design a Lubiana.
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- 20 gennaio 2016
- Lubiana
Osservando le dinamiche che si stanno svolgendo nella natura urbana industrializzata, il collettivo ha incontrato la problematica di una pianta invasiva ampiamente diffusa, la Fallopia japonica, o falso bambù. Negli ultimi decenni le piante e gli animali si sono diffusi al di fuori del loro habitat naturale a causa dell’incremento dei flussi migratori e della circolazione delle merci. Tra queste specie introdotte in nuovi ecosistemi, molte hanno prosperato a scapito di specie autoctone – diventando così invasive.
Le potenziali conseguenze negative di un comportamento invasivo sulla diversità biologica, l’agricoltura e l’economia sono motivo di preoccupazione, che si è evidenziato in diverse politiche e strategie finalizzate alla eliminazione di tutti i conquistatori non nativi. Concentrandosi sui modi abituali di affrontare i problemi di dominio delle specie invasive da un lato e i comportamenti, la politica, le idee e le abitudini, dall’altro, i progettisti hanno cominciato a cercare modi per guardare alla Fallopia japonica non come una minaccia economica e ambientale, ma come una nuova opportunità per creare una sinergia tra le dinamiche locali e globali: il loro interesse risiede nella creazione di un legame tra i bisogni e le conoscenze che si trovano in ambienti locali e le preoccupazioni comuni che si presentano come conseguenze dei flussi della globalizzazione contemporanea.
Anche se in Slovenia l’industria della carta usa qualcosa come 350.000–400.000 tonnellate di cellulosa all’anno, tutta la cellulosa viene importata dall’estero. Durante tutto il processo di ricerca le leader del gruppo – Gaja Mežnarić Osole, Nusa Jelenec e Katarina Dekleva – hanno ottenuto molti risultati inaspettati che hanno ispirato nuove richieste di informazioni, idee e proposte.
Il processo della fabbricazione della carta le ha condotte dall’organizzazione della raccolta urbana e della conservazione della pianta invasiva fino a trasformare gli artigiani locali della carta in laboratorio creativo per sperimentare con il materiale raccolto. Vivere il micromondo della pianta – un passaggio che è stato attivato dall’Istituto nazionale per la pasta di cellulosa e carta, ha permesso loro di comprendere la natura dei componenti, come cellulosa e lignina, che sono di fondamentale importanza nel processo di fabbricazione della carta.
Il progetto e la mostra corrispondente presentano i risultati delle analisi di laboratorio, la caratterizzazione e la valutazione dei possibili utilizzi del materiale, nonché una selezione di idee e proposte progettuali di studenti di design. Inoltre le potenzialità inesplorate del materiale e nuove idee possono contribuire a rendere il mestiere della produzione a mano della carta, che – nonostante la sua lunga tradizione – sta lentamente cadendo nel dimenticatoio.
fino al 28 febbraio 2016
Gaja Mežnarić Osole, Nuša Jelenec, Katarina Dekleva
A Friendly Enemy – Japanese Knotweed in the Paper Laboratory
Re-generacija, Association for eco-social design
Il progetto nasce nell’ambito della 24. biennial of design BIO 50
Produzione: Maja Šuštaršič, Museum of Architecture and Design (MAO)
Gruppo di ricerca: dr. Tea Toplišek, dr. Janja Zule, Andrej Šinkove from Pulp and Paper Institute, Ljubljana; Gaja Mežnarić Osole, Nuša Jelenec and Katarina Dekleva from Regeneracija Association
Partner: Craftsmen Workshop Vevče, Pulp and Paper Institute, Ljubljana, Academy of Fine Arts and Design at the University of Ljubljana
Con il supporto di Ministero della Cultura, Repubblica di Slovenia
MAO Museum of Architecture and Design, Lubiana