
Enormi e apparentemente innocenti strutture tecnologiche nascondono una silenziosa strategia di segregazione sociale.
La vicenda dei ponti di Long Island, resa pubblica per la prima volta nel 1974 nel volume vincitore del Pulitzer del giornalista e reporter Robert Caro, The Power Broker, è uno degli esempi chiave citati dal filosofo della tecnologia Langdon Winner nel suo seminale articolo “Do Artifacts Have Politics?” del 1980, ed è diventato uno dei casi studio più celebri e più citati dagli studiosi interessati a investigare le possibilità di controllo dei processi sociali attraverso l’architettura o gli oggetti tecnici, e più in generale le relazioni e le reciproche influenze tra tecnologia, politica e società.



Il film Misleading Innocence (tracing what a bridge can do), concepito e realizzato da Francesco Garutti e diretto da Shahab Mihandoust, raccoglie le testimonianze di Bernward Joerges, Bruno Latour, Langdon Winner e Steve Woolgar, alcuni degli studiosi chiave che tra la fine degli anni ‘80 e ‘90 hanno dato vita all’acceso dibattito accademico generato dal testo di Winner e dalla storia dei ponti.
La pubblicazione digitale edita da CCA Can Design Be Devious? The story of the Robert Moses bridges over the Long Island parkways, and other explorations of unexpected political consequences of design, esplora e approfondisce alcuni dei temi investigati dal film, e ne aumenta il poter ambiguo presentando alcuni degli oggetti e dei documenti che Garutti ha raccolto durante la sua ricerca. Can Design Be Devious? è arricchita dai contributi di Matthew Gandy, Stephen Graham, Antony Hudek e Albena Yaneva.

Vanità Living. La rivoluzione degli specchi al Salone del Mobile
Vanità Living presenta al Salone del Mobile 2025 "Ercole" e "Flirt", specchi innovativi per un'illuminazione personalizzata basati sulla tecnologia "Ghost Mirror". L'azienda di Aviano, attenta a sostenibilità e sicurezza, conferma la sua leadership nel settore dell'arredo di design.