
Ripulire terreni contaminati da metalli pesanti comporta un processo estremamente costoso che può raramente essere considerata una soluzione efficiente, soprattutto dal punto di vista economico.
In questo contesto, studi recenti sulla fisiologia delle piante stanno svelando interessanti comportamenti di alcune specie vegetali. Denominate scientificamente Iperaccumulatrici, queste piante si sono dimostrate efficaci nell’estrarre una grande varietà di metalli pesanti dal suolo, come nickel, zinco, rame, cadmio. Nel corso del tempo potremmo immaginare di assistere alla nascita di nuove pratiche agricole, che contemplano la coltivazione di piante da utilizzare come “spugne” per terreni impregnati di metalli. Piante come Thlaspi caerulescens (Erba storna Alpina), o la più piccola Violacee Rhinorea, possono purificare il suolo da metalli come il nichel, con una capacità di estrazione di 200 kg per ettaro ogni anno.
Geomerce parte dal semplice atto della semina. Il seme diventa un investimento e la biomassa, in particolare le foglie, diventano il nuovo raccolto dell’agri-minatore. In tale scenario, le piante non sarebbero soltanto sonde ambientali, ma diventerebbero strumenti per il controllo dell’investimento.
L’installazione usa gli impulsi elettrici prodotti da una serie di sensori appositamente progettati a mo’ di kit di monitoraggio del capitali investito. La quantità di metallo estratto dalle piante viene contemporaneamente incrociato con il valore in tempo reale dello stesso metallo nel mercato finanziario.
Ciò che ne esce è una straordinaria rappresentazione del valore finanziario delle piante: in tempo reale e per la prima volta, siamo in grado non solo di controllare come una pianta sa pulire il suolo, ma anche di immaginare il futuro economico di questa immaginaria attività agricola.


Geomerce
Design: Gionata Gatto e Giovanni Innella
Disegni: Alessia Cadamuro
Sviluppo Software: Eelke Feenstra
Video: Max Italiaander
Partners: WUR (Plant Sciences Group Wageningen), LINV (International Laboratory of Plant Neurobiology), Dipartimento di Bioscienze dell’Università di Parma, C-CIT
Fondato da: Stimuleringsfonds Creatieve Industry, Ambasciata Olandese a Milano

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