Gli spazi asimmetrici ma proporzionati, irregolari e armonici creano delle prospettive tattili, olfattive e visive insolite concepite per favorire un’esperienza sensoriale completa.
St Horto
OFL + Federico Giacomarra hanno presentato alla Maker Faire Rome il primo prototipo di orto interattivo che crea una sinergia fra architettura, natura, musica e tecnologie social.
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- 09 novembre 2013
- Roma
All’interno di St Horto ci si immerge in uno spazio energico caratterizzato da una successione di triangolazioni piene e vuote che si susseguono in un percorso didattico. La versione di St Horto per la Maker Faire Rome è un’esplosione di tecnologia, carpenteria e tecniche di progettazione avanzata. All’interno di 31 vasche triangolari si alternano spazi per la coltivazione, arpe sonore, sedute per il ristoro e illuminazione interattiva. Uno studio su 93 nodi fa si che il progetto possa avere triangolazioni differenti che ne enfatizzano la complessità.
Una musica del compositore Vincenzo Core è generata in tempo reale dal calcolatore a partire da una melodia, trattata automaticamente secondo principi omeotetici. La durata della melodia viene divisa per multipli di due lasciando invariati i rapporti di durata tra le note. Queste nuove versioni con vari gradi di “miniatura” vengono poi distribuite su quattro voci che operano su registri differenti.
Non ci sono timbri campionati, tutti i suoni sono prodotti in tempo reale mediante sintesi sottrattiva e sintesi per modelli fisici. La musica è poi modulata in tempo reale da variabili ambientali captate da una stazione meteo installata nell’orto: le variazioni di velocità del vento creano addensamenti di eventi sonori, la temperatura influenza la scelta dei timbri associati a ogni voce secondo generici codici semantici di suono “caldo” e “freddo”, l’umidità modifica il timbro generale bagnando il suono con echi e riverberi.
Nell’orto sono installate delle fioriere sormontate da arpe sonore con annessi sensori in grado di rilevare il tocco, presenti anche su alcuni ortaggi. Fioriere, arpe e ortaggi, se toccati, producono note consonanti con la musica, consentendo di improvvisare insieme a essa. Toccando una sola volta nell’arco di alcuni secondi ogni fioriera, arpa e ortaggio l’orto entra in “risonanza” suonando la melodia chiaramente, senza manipolazioni. Il processo di svelamento della melodia per risonanza, un attimo effimero di forte coerenza e stabilità, può essere innescato solo da stimoli lievi e coordinati, tra più esseri umani.
Altra caratteristica di St Horto è la sua integrazione con il mondo del “web degli oggetti”.
Prendendo spunto da altri progetti relativi ai giardini dotati di sensistica e grazie all’esperienza diretta di Alberto Serra, ideatore di Jardimpu, si è pensato di installare una tecnologia in grado di permettere il monitoraggio live delle piante e la gestione dell’irrigazione in maniera “social” grazie al collegamento di Twitter con Paraimpu, il social tool per l’internet degli oggetti.
È possibile infatti attivare l’irrigazione attraverso dei messaggi Twitter definiti a priori, inviati da chiunque voglia contribuire alla gestione del giardino online.
Il progetto St Horto, coniuga al suo interno 4 fattori inscindibili fra loro: funzionalità, estetica, produzione e didattica. La produzione è fondamentale nei layout progettati e la superficie utile per la coltivazione varia in base alla sua configurazione in diversi contesti. La coltivazione e la progettazione degli spazi, separati fra loro, risultano agevoli sia da un punto di vista ergonomico (altezza e profondità idonee alle operazioni colturali) che a livello didattico/divulgativo perché pensati anche a misura di bambino.
St Horto, Maker Faire Rome 2013
OFL Architecture + Federico Giacomarra
Area: 140 mq