Kazumasa è un filosofo che parla in ceramica. Il suo procedere non è con moto, ma una successione di immobilità. Immobilità frontali, mai prospettiche (la prospettiva manca di coraggio. Il coraggio è frontale. La prospettiva è una via di fuga).
I prati di Kazumasa Mizokami
L'artista giapponese, che ormai da 25 anni ha scelto l'Italia come sua patria di adozione, ci conduce nella sua natura magica, colorata e leggera.
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- Lisa Licitra Ponti
- 04 giugno 2013
I suoi prati di ceramica, corolle viste dall’alto, sono tappeti immobili su cui l’umanità può camminare. Come camminavano sui tappeti di fiori i Beati del Trecento Italiano. Camminavano passo per passo, per sempre. Ma i Beati di Kazumasa non camminano, né tanto meno volano. Posano il peso celestiale della loro figura sul prato di ceramica, come un’impronta. Il prato è un pavimento sconfinato, per Kazumasa. Il suo gioco è frontale, non prospettico.
Tutto si gioca sul posto. Kazumasa vero guerriero giapponese. La prospettiva non è frontale, non è coraggiosa. Lisa Licitra Ponti
Kazumasa Mizokami
Centro Botanico
via Cesare Correnti 10
fino al 30 giugno 2013