Mario Trimarchi ha disegnato per il marchio di accessori per la tavola A di Alessi Il Tempo della Festa, una collezione di stampi per timballi. Dalle forme più semplici a quelle più articolate, per preparazioni dolci o salate, risale all'antichità l'uso degli stampi per la cottura dei cibi. Ancora oggi i timballi occupano un posto fondamentale nella grande famiglia degli strumenti da cucina.
Realizzati per dosi monoporzione in silicone bianco o nero pieno o in colori traslucidi — pesca, kiwi, mango — gli stampi della collezione, declinati in sei forme differenti, danno vita a suggestive forme geometriche da servire in tavola come fossero piccole architetture fatte per sorprendere i sensi della vista e del gusto dei propri commensali. Ogni set è completato da un ricettario per preparazioni dolci e salate ideato e realizzato per la parte grafica da Mario Trimarchi e con la consulenza del cuoco Alberto Gozzi.
Accanto a questa versione di piccoli stampi per la piccola cucina quotidiana vengono presentati per Officina Alessi due stampi: per il kugelhof e il savarin che richiamano gli oggetti da cucina di antica memoria, di grandi dimensioni e sono stati realizzati in una versione preziosa in rame argentato.
Il tempo della festa
Mario Trimarchi ha disegnato per A di Alessi e per Officina Alessi due set di stampi – colorati e ispirati all'architettura i primi; in rame e ispirati alla tradizione i secondi – recuperando l'antica idea dei cibi serviti in forme geometriche.
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- 12 settembre 2012
- Milano
Le due forme del kugelhof (21 x 21 cm; h 12 cm) e del savarin (Ø 25 cm; h 9 cm) sono state elaborate dal designer riprendendo la tradizione della grande cucina classica europea dell'800: il Kugelhof, di origini più antiche, è uno stampo usato sia per cuocere sia per dare forma a preparazioni già cotte, sia per refrigerare. Il Savarin è una variante del precedente, più bassa e larga, caratterizzata da un'apertura nel centro che forma un bordo nel quale si possono collocare sciroppi, salse o ragù. Entrambe le forme sono ideali per creare scenografiche architetture gastronomiche o come elementi decorativi da esibire sulle pareti di casa.
L'autore descrive così il suo progetto: "A volte tornano alla memoria ricordi di architetture lontane in terre lontane, avamposti sperduti o fortificazioni abbandonate o case degli uomini senza più uomini. Sono luoghi resi inutili da guerre mai scoppiate o da amori mai sbocciati, geometrie che con il passare del tempo si mescolano alla natura e dialogano alla pari con forme dolomitiche, spezzoni di iceberg, scogli vulcanici. Piccole architetture preziose un po' fossili, un po' contemporanee, da portare in tavola come castelli di sabbia lucidi e inattesi, contenenti architetture colorate di cibi magnifici nella loro ambizione ed effimeri nella loro gloria".