La mostra dei prototipi prosegue fino al 31 ottobre, all'Aether Space Art Gallery di Pechino. Dopo "Tea & Coffee Towers" del 2003 e "Tea & Coffee Piazza" del 1983, (Un)forbiddden City costituisce il terzo atto di un "metaprogetto" con cui Alessi esplora forme e linguaggi contemporanei. Essi derivano dall'incontro tra una parte di mondo che - non senza contraddizioni - corre a grande velocità verso il futuro e un modo italiano di pensare e fare design, che ha sempre visto nell'oggetto industriale un luogo dove esprimere un punto di vista, e mai soltanto un modo di soddisfare una funzione.
Con (Un)forbiddden City Alberto Alessi si domanda, un po' provocatoriamente, se esista un confine tra il pensare e il produrre, cioè tra il designer e l'industria. Se possiamo quindi inglobare in quel territorio complesso, per certi versi sfuggente e (un)forbidden, che è il design italiano, nomi come Gary Chang, uno dei ventidue architetti che presero parte al meta progetto "Tea & Coffee Towers", Chang Yung Ho, l'architetto ciinese-americano che insegna al MIT e per Alessi ha disegnato un fiore di loto in acciaio, Wang Shu, autore del Ningbo Historic Museum o del campus di Xiangshan ad Hangzhou, Zhang Ke, Zhang Lei, Urbanus, e Ma Yan Song.




“Less, but better”, il progetto necessario ad Agorà Design
Torna in Salento il festival dedicato alla progettazione consapevole: talk, eventi, workshop e una sfida per i designer di oggi e di domani.