Fala Atelier ha trasformato radicalmente gli interni di un vecchio e anonimo fabbricato a Porto. Se gli esterni non sono stati modificati per via della stringente normativa che governa il tessuto urbano consolidato, gli interni dischiudono atmosfere inaspettate e vagamente surreali.
L’edificio è caratterizzato da un impianto stretto e lungo, interrotto dall’imponente scala centrale che è stata ristrutturata. Sul retro, il giardino riqualificato è diventato una piccola oasi all’interno della fitta maglia costruita.
Gli interni, originariamente privi di alcun elemento di pregio, sono stati interamente smantellati da partizioni ed elementi incongrui e arricchiti di una spazialità fluida e unitaria che rinnega il tradizionale layout basato su corridoi e ambienti rigidamente perimetrati da setti murari. Al posto delle consuete partizioni gli ambienti sono “suggeriti”, più che delimitati, da eteree pareti scorrevoli in vetro trasparente a tutta altezza che sfumano i confini delle stanze e cancellano qualsiasi filtro visivo, senza particolari crucci per l’intimità e in una continuità fruitiva e percettiva ininterrotta tra i locali.
Le pareti vetrate sono ripartite da un reticolo di riquadri che crea vivaci giochi di sovrapposizioni geometriche nella percezione dello spazio.
A contrasto con le superfici immacolate dell’involucro e con le impalpabili trasparenze dei divisori, una pavimentazione in legno naturale conferisce calore e matericità agli ambienti.
- Progetto:
- Casa con muri di vetro
- Progetto architettonico:
- Fala Atelier (Filipe Magalhães, Ana Luisa Soares, Ahmed Belkhodja, Iera Samovich, Rute Peixoto)
- Luogo:
- Porto, Portogallo
- Collaboratori:
- Paulo Sousa (ingegneria), Oh land (paesaggio), Jst (contraente)