Oltre che un mobile multifunzionale, il carrello da bar è anche e soprattutto un oggetto di costume. Manifestatosi a cavallo tra Ottocento e Novecento nelle sue prime versioni con ruote, diventa uno strumento ancillare alla nuova cultura dell’aperitivo e del vino da meditazione, contribuendo ad istituzionalizzare e democratizzare questa nuova forma di pausa tra le pareti di casa.
Gli Assoluti: 20 carrelli da bar imperdibili
Supporto multifunzionale buono tanto per le vivande che per gli accessori, il carrello bar si impone in taluni casi come un arredo a chiara vocazione alcolica, complice tanto di una specifica gestualità che di un vero e proprio rituale domestico.
Struttura in tubo d'acciaio e ottone cromati, ruote e giunti in ottone fuso e cromato. Piani in laminato bianco o nero. Dimensioni 102 x 80 cm.
Tubolare d'acciaio cromato e piano estraibile ricoperto in laminato plastico colore nero. Dimensioni 94,5 x 33 x 73 cm.
Faggio naturale curvato, laminato, laccatura, ceramica. Dimensioni 91 x 51 x 56 cm
Dimensioni 86 x 44 x 71 cm
Acciaio, vassoi d’acciaio perforati. Dimensioni 70,5 x 57,5 x 72,5 cm.
Acciaio verniciato a polvere, vetro di sicurezza. Dimensione 70 x46,5 x 51 cm
Legno laccato e vetro. 52 x 60 x 52 cm
Legno curvato verniciato, ruote cromate. Dimensione 38 x 38 x 72,5 cm
Acciaio cromato e pannelli verniciati. Dimensioni 77,3 x 52,3 x 57,5mm
Abs. Dimensioni 62 x 62 x 42 cm
Ferro verniciato a polvere, ripiani in laminato bianco, ruote in plastica. Dimensioni 82 x 41,5 x 69,5 cm
Acciaio laccato disponibile in vari colori, coperchio rotante in Abs. Dimensioni 48,5 x 48,5 x 42
Metallo, fibra di vetro. Dimensioni 65 x 42 x 64 cm
Acciaio colorato con resina epossidica, piano in poliuretano. Dimensioni 86 x 46 x 78 cm
Carrello in metallo verniciato e cristallo sagomato con ruote industriali. Dimensioni 25 x 45 x 85 cm
Carrello in metallo e cristallo colorato. Dimensioni 80 x 43 x 80 cm
Acciaio verniciato e piede in alluminio pressofuso verniciato, piani in ylon caricato in fibra di vetro e verniciato antigraffio. Dimensioni 68 x 62 x 70 cm.
Noce. Dimensioni 60 x 70 x 46 cm
Metallo verniciato a polvere in nero, blu notte o palissandro. Ruote: MDF, laccato nel colore del carrello. Ripiano superiore: vetro retroverniciato. Ripiano inferiore: MDF, laccato. Dimensioni 72 x 47 x 70 cm
Acciaio, tasca e rivestimento interno dei vassoi in cuoio rigenerato. Dimensioni 72x41x81 cm
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- Giulia Zappa
- 20 agosto 2021
Sarà il modernismo e le sue sperimentazioni con il tubolare curvato – forse anche il suo gusto per la socialità, quale quello che l’accademia del Bauhaus ha sempre coltivato e infuso nei suoi oggetti - a dal il là ad una stagione di carrelli dove impugnature e ruote, spesso sublimazione del mondo industriale, permettono di afferrare e spostare facilmente i mobili per riconfigurarli a seconda degli eventi.
“l mobili spostabili e pieghevoli rendono un ambiente limitato più spazioso”, scriveva Alvar Aalto nel 1930, e il carrello da bar non sembra far eccezione. Alcuni modelli metteranno a dura prova l’individuazione di uno spartiacque tra carrello portavivande o semplice vetrina per oggetti. Altri, invece, renderanno irrefutabile la loro specializzazione funzionale grazie soprattutto alla protezione dell’elemento più importante da custodire, la bottiglia, e dall’ancillarizzazione di un altro supporto imprescindibile, il bicchiere.
Negli ultimi anni, sono molti i modelli storici rieditati e confluiti nei cataloghi di grandi marchi di arredo. Un interesse ritrovato, dunque, che sembra suggerire che il carrello stia ritrovando le qualità per incarnare il nuovo spirito del tempo: la mobilità, la versatilità, soprattutto un’intimità sempre più domestica, fautrice di un invito ad una pausa e, perché no, al piacere.
La sperimentazione con i tubolari metallici e il rigore formale del Bauhaus si declina anche su un oggetto dell’arredo domestico apparentemente meno essenziale, eppure centrale per organizzare piccoli rituali di socialità dentro casa. Alla prima versione con ruote a raggi disegnata da Breuer, apparsa originariamente nel catalogo Thonet, è seguita quella attuale distinta dalle tre ruote a disco.
Se molti dei carrelli mantengono una natura ibrida che ne rende possibile l’utilizzo come supporti per il thè, le vivande, o persino degli oggetti, l’AR1 di Alfred Roth non nasconde la sua vocazione specifica: un contenitore per bottiglie, accessibile facendo scorrere il ripiano superiore, si affianca infatti alla riserva del ghiaccio e a due piccoli ripiani a scomparsa. La compresenza di materiali diversi, dalla lamiera forata all’acero laccato, distingue ognuno di queste componenti, pur accostati in un quadro di grande rigore formale reso compatto dalla struttura in tubolare metallico.
Creato per la Mostra Internazionale di Parigi del 1937, il carrello 901 non si dissocia dalla pulizia delle forme e dall’uso privilegiato della betulla, pur inserendo alcuni elementi di originalità quali il cestino in vimini e il vassoio rivestito di mattonelle facili da pulire. Più versatile e celebre è il modello 901, emblema del carrello da thè a due ripiani, che insieme al 901 condivide le stesse maxi-ruote in laminato con profilo in gomma nera.
Ritroviamo le linee modellate degli anni ’50, distinte dalla presenza di uno spiccato dinamismo delle linee diagonali coniugate alla morbidezza dei vertici e dell’impugnatura, in questo carrello a tre ripiani di Cesare Lacca, realizzato in legno con un ultimo ripiano in vetro. Nella produzione del designer napoletano trapiantato nel dopoguerra a Milano, molti furono i carrelli da thè e da portata realizzati in un’ampia varietà di materiali, tra cui l’ottone.
Grande classico tra i carrelli degli anni ’50 che ancora oggi vengono commercializzati in virtù della loro atemporalità e versatilità, si distingue per una esile struttura in tondino metallico che accoglie due ripiani in lamiera forata, uno dei quali dotato di un portariviste. Le quattro gambe presentano nella parte superiore quattro punti di appoggio che permettono di afferrare e trainare l’oggetto da ogni direzione.
Ex studente del Bauhaus e designer tra i più prolifici del periodo post-bellico tedesco, Hirche è l’autore di questo fortunato carrello minimalista rientrato in produzione nel 2010 che rende chiara la sua vocazione alcolica: un parallelepipedo in metallo nel quale la mancata corrispondenza tra i ripiani determina un volume destinato a contenere le bottiglie.
Realizzato nel 1962 e rimesso anch’esso in produzione dopo quasi cinquant’anni, Cubovo è un carrello portavivande – altresì usato come comodino - trasformato dalla matita di Munari in un congegno spaziale in grado di dischiudersi in maniera originale grazie alle ante a filo incernierate alla base e apribili dall’alto.
Una struttura cilindrica su ruote ospita tre cassetti che, ruotando su un asse, danno vita a vani contenitori dove ospitare rispettivamente delle bottiglie, dei calici e degli accessori. Le ruote cromate permettono di spostare il carrello, mentre il piccolo pomello sempre cromato del coperchio gioca di contrasto con la semplicità tutta geometrica del volume.
Ennesima declinazione del sistema USM, personalizzabile in una vasta palette colori al pari degli altri oggetti di arredo di questa linea, questo carrello di servizio è dotato di ruote e di un’impugnatura per facilitarne lo spostamento.
Inedita revisione in plastica stampata della classica tipologia del carrello, questo tavolino bar monoscocca con ruote invisibili è il piccolo kit per l’aperitivo perfetto: le bottiglie, custodite nei fori laterali, non rischiano di rovesciarsi, mentre una superficie trasparente centrale opera come piano d’appoggio per i bicchieri. Particolarmente basso, sembra anticipare una visione del tempo libero laid back che si affermerà nella grande stagione informale del design italiano.
Disegnato nel 1968 e successivamente confluito nel catalogo di Cappellini a partire dal 2014 grazie al lavoro della fondazione giapponese che preserva e valorizza il lavoro di Kuramata, si distingue per una estrema pulizia dai quattro angoli smussati della struttura in tubolare metallico.
Versatile carrello-comodino su ruote, incarna il gusto per la fluidità formale di quegli anni e aggiunge nella visione di Colombo l’esperienza della luce, dando vita ad una sorta di oggetto aumentato che oltre che contenitore diventa un vero e proprio corpo illuminante. L’apertura nel coperchio superiore permette di sfilare le bottiglie dall’alto, mentre il taglio curvilineo sulla superficie cilindrica offre un’anticipazione sugli oggetti contenuti all’interno.
Emblema del carrello pieghevole e salva spazio, questo carrello porta vivande e bar troverà in tutta Europa un’ampia distribuzione commerciale, affermandosi come un nuovo oggetto funzionale e popolare.
Carrello pieghevole per ogni evenienza, Plico non si configura solo come carrello portavivande o bar, ma si trasforma in una superficie da utilizzare come piano d’appoggio o da lavoro: alla luce della promiscuità contemporanea tra casa e lavoro, l’intuizione anticipatoria di Sapper oggi rieditata da Alessi.
Il decorativismo degli anni ’80 memphiniani ritrova nel carrello bar una stimolante tipologia dove sprigionare la creatività. Nella visione di Javier Marescal, il carrello bar incorpora una tensione bolidista e usa il colore e il tratto industriale delle ruote per dinamizzarne la presenza.
Se il nome può sembrare una celebrazione della cocktail culture, Manhattan mantiene una configurazione minimalista e una vocazione generalista, entrambe ravvivate dall’uso del colore brillante.
Carrello pieghevole, trasforma il meccanismo pieghevole e la dolce curvatura delle gambe in piccoli vezzi decorativi che ne sublimano l’aspetto industriale.
Estremamente diffuso negli anni ’50, il carrello in legno è oggi una rarità. Spritz di dolcini ne riprende l’allure, trasformandolo attraverso il tratto ipergeometrico ed esaltando la venatura del legno.
Elegante soluzione formale caratterizzata dalla morbidezza delle curve e dalla leggerezza delle fasce laterali, Grace è un carrello in metallo che riprende il tema della grandezza della ruota catalizzandola come elemento di impatto.
Emblema dell’ibridazione contemporanea all’insegna del multifunzionalismo e della convergenza degli spazi della vita domestica e del lavoro, Zenzero viene descritto come un “un carrello, un mobile bar, una stazione lavoro indipendente”. Se la maniglia e le ruote pivotanti facilitano lo spostamento di questo pezzo di arredo tra le pareti domestiche, i suoi ripiani rimuovibili diventano dei pratici vassoi da trasportare secondo le necessità.